SudTirol…una magia di felicità! Il presidente Baumgartner: “Un brand che rappresenta chi siamo! L’azionariato popolare e la nostra doppia cultura…”
‘La bellezze delle cose esiste solo nella mente di chi le osserva’ (David Hume). E, se vogliamo, esistono due tipi di bellezza: quella naturale (un tramonto, una valle innevata) e quella artificiale (prodotta direttamente dall’uomo, anacronistica nell’iper-tecnicizzazione attuale). Come si arriva alla bellezza artificiale? Esistono tanti modi. Uno, probabilmente, è quello più tautologico degli altri: fissare un obiettivo e raggiungerlo progressivamente, non snaturando mai la propria persona e i valori in cui si crede.
Premessa doverosa. Lo richiede il contesto, etereo, dal quale narriamo (‘scriviamo’ sarebbe fin troppo banale nel bel mezzo di un paesaggio fiabesco). E’ la magia del SudTirol. Delle pendici innevate, della quiete che si respira sulle candide vallate, dell’ordine simmetrico che le città offrono, del rimirar lo sguardo tutt’intorno in un prosimetro – pazzesco – di colori scintillanti. E’ magia. E’ bellezza aurea. E, ad essa, se ne assomma un’altra. Quella artificiale, giustappunto. Il deus ex machina di quest’ultima è Walter Baumgartner, presidente dell’Fc SudTirol. Vera sorpresa del Girone B di Serie C, sesto in classifica a quota 39 punti, pienissima zona playoff. E, appena qualche giorno fa, un successo storico: uno a zero al prestigioso Menti di Vicenza contro il Lane.
“Buonasera, benvenuti in SudTirol…”. Un caldo sorriso a riscaldare un gelido sole (quasi) primaverile in quel di Bozen. Tono sincero, elegante, composto. Ti intrattiene, per un attimo, riesce anche a non farti spaziar lo sguardo nello splendore soave dell’orizzonte innevato. Una proiezione sincera dell’animo umano (così come dovrebbe essere) che si staglia verace sulle cime dei monti. Ci riesumiamo un attimo dalla panica quiete, prego presidente… “A fine marzo sono esattamente nove anni di presidenza. Un bel traguardo, no? (sorride). Devo dire che questo splendido incarico (assommato alla vice-presidenza della Lega Pro) per me è un traguardo bellissimo, significativo, unico. Sia per il legame inscindibile con la mia terra sia per la passione per il calcio che nasce da molto lontano…”. Il naufragar nel mar dei ricordi qui, in questo contesto, in questo luogo ha un sapore davvero speciale… “Sono cresciuto in una piccola cittadina dell’Alto Adige, a Chiusa. La mia vita, fin da bambino, si è subito intrecciata con il calcio. La sfida in famiglia, io milanista e mio fratello interista, i primi calci al pallone e i rimproveri di mamma e papà che volevano li aiutassi a lavorare il maso. A 20 anni militavo in Seconda Categoria, giocavo nella squadra della mia cittadina. Ero un regista, maglia numero dieci e fascia di capitano. Vivevo aspettando la domenica, respiravo in ogni momento l’adrenalina di scendere in campo. Poi a 23 anni – racconta Baumgartner ai microfoni di GianlucaDiMarzio.com – mi ritrovo ad esser presidente di questa squadra di Chiusa, perché aveva difficoltà economiche e mi avevano chiesto una mano”.
Ma, nel mezzo del cammin di nostra vita, nulla si cancella. Tutto scorre e poi, alla fine, in qualche modo, ritorna. A prescindere dalla nostra volontà. E’ la magia della nostra esistenza, sulla quale non abbiamo alcuna possibilità di arbitrio. “Dopo una lunga militanza nel consiglio provinciale di Bolzano, nel 2009 assumo la carica di presidente dell’Fc SudTirol. Il nostro leitmotiv è sempre lo stesso: mai fare il passo più lungo della gamba, serenità e precisione. Io ci tengo tantissimo a che una società duri nel tempo. Se vado sempre oltre i parametri, quanto dura? Su queste cose non si sbaglia, siamo categorici. E anche la struttura societaria, inoltre, è molto peculiare. Siamo circa 30 soci, ognuno di noi ha una percentuale diversa ma nessuno ha la maggioranza assoluta. Se fossimo dipendenti da un’unica persona e poi quella si stanca? Così, invece, il rischio viene ovviato. Grazie, anche, al supporto di oltre 140 sponsor del territorio. Un’ultima precisazione, importante: circa il 10 % dell’Fc SudTirol è in mano a una società di cui tutti possono divenire soci con il versamento di una quota simbolica, di 50 euro all’anno. Una sorta di azionariato popolare, che latu sensu ci porta ad avere, alla fine, 400 soci. In pratica, con 50 euro si può – seppur indirettamente- diventare soci dell’Fc SudTirol”.
La sincerità di un legame e di un territorio che non conosce finzione. E’ come appare: magico. Senza filtri, asseriremmo nell’epoca dei social. Un sintagma peculiare, di etero-integrazione, di unione. Perché l’accrescimento massimo cui ciascun uomo può aspirare è quello senz’altro derivante dalla multiculturalità nella sua forma più genuina e sincera. Sorride convinto il presidente Baumgartner, persona – non a caso – di grande cultura… “Tutto questo lo vedo come un grande vantaggio, una peculiarità unica, una fortuna. Anche da un punto di vista calcistico. Qui, in SudTirol, la cultura italiana e quella tedesca si mescolano insieme. E per noi è motivo di grande orgoglio, di grande piacere. Si parlano due lingue, si apprendono due culture, si studiano e si applicano due modi di vivere. C’è un’integrazione completa. Il tedesco tirolese, pur nel rigore e nella pulizia germanofona, si è visto arricchirsi dal modo di vivere italiano: più sciolto, meno rigido. L’italiano tirolese, al contrario, ha appreso quell’attaccamento alla pulizia, al rispetto dell’ambiente di matrice tedesca. Ma questo è solo un esempio…”.
Ciò che mette tutti d’accordo è l’Fc SudTirol. Capolavoro di bellezza artificiale del presidente Baumgartner. In un contesto nel quale, giustamente, la cultura del calcio è vissuta sotto altra declinazione rispetto al trasporto settimanale e continuativo di altre regioni, il vero fattore differenziale è senz’altro il trait d’union che la società è riuscita – spontaneamente – a creare con il territorio. E così, man mano, con il passar degli anni il calcio è sempre di più, un pezzettino alla volta, entrato nel tempo libero dei tirolesi… “E’ motivo di grande soddisfazione, per tutti. Fc SudTirol ha una sua precisa dimensione territoriale, ben esplicata anche dal nome. SudTirol e non Alto Adige, perché SudTirol rappresenta esattamente un territorio, allude a una dimensione geografica precisa. L’Alto Adige, se vogliamo, arriva fino a Verona. SudTirol è un brand, sotto tutti i punti di vista. E, in quanto tale, non è confondibile. SudTirol rappresenta il calcio sì, ma non solo. SudTirol è un brand economico, sociale, soprattutto culturale. SudTirol ha un riferimento preciso, tralatizio: SudTirol indica chi siamo, allude alla nostra dimensione di vita”.
Parole sacrosante, scandite da un sole che comincia a calare. E all’imbrunire è la magia estasiante della natura a darti quell’imprinting che può corrispondere solo e soltanto ad un termine preciso: felicità. Sei felice senza averne un autentico perché, è questa simmetria perfetta la nozione stessa di magia. Quando vedi un panorama mozzafiato, sei felice, ti chiedi perché e non riesci a darti una risposta. “Anche volendo, non si può esser arrabbiati (sorride). Credo che una dimensione autentica di felicità coincida con il creare, in qualsiasi contesto, un clima positivo. Partendo dall’idea del rispetto assoluto verso l’altro. Tutti sanno che senza quello che ci sta affianco non possiamo ottenere nulla. E’ questo il motto dell’Fc SudTirol. Lo è sempre stato e sempre lo sarà. Poi quest’anno, secondo me, abbiamo anche maturato un’importante mentalità vincente. E la fortuna, che nella vita ci vuole sempre, di aver fatto scelte giuste: dall’allenatore Paolo Zanetti, al direttore sportivo fino ai calciatori. La Serie B? Senza affanni, un giorno – e di questo ne sono convinto – arriverà anche il nostro momento…”.
E questo viaggio, prima di tutto mentale, in SudTirol acquisisce davvero un significato unico nella giornata mondiale della felicità…