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Lobotka, mi manda Marek: chi è lo slovacco che piaceva anche a Spalletti

Accetto?” “Accetta”. Non sarà stata una telefonata troppo lunga quella tra Stanislav Lobotka e Marek Hamsik, due che non amano troppo le parole e si trovano a proprio agio più in campo che fuori. Ma dev’essere andata proprio così e il più giovane centrocampista – ormai ex Celta – non ha potuto non fidarsi del suo storico capitano. “Mi manda Marek” potrebbe essere il titolo di questo nuovo acquisto del Napoli. “Un lungo tormentone che ha trovato la sua fine”, deve aver pensato ogni tifoso del Napoli al momento della firma di Lobotka, lo slovacco che arriva da Vigo per risollevare le sorti di un centrocampo che chiede aiuto. Le cessioni dell’ultimo anno e mezzo – Jorginho, Hamsik, Rog, Diawara in rapida successione – non hanno fatto bene al reparto che ora punta su Lobotka per restituire a Gennaro Gattuso equilibri e sostanza in mezzo al campo.


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Uno sponsor chiamato Hamsik

25 anni da poco compiuti, “El Lobo” (come l’hanno soprannominato in Spagna negli ultimi due anni) si è guadagnato ogni singolo centimetro della sua carriera. E non potrebbe non essere così per un ragazzo di Trenčín, cittadina slovacca vicina al confine di 50mila abitanti, conosciuta per il fiume (il Váh), le battaglie tra Romani e tribù germaniche del II secolo e ora anche per il suo concittadino più famoso, pronto a mettersi addosso la maglia azzurra. Un binomio, quello tra Napoli e la Slovacchia, che rinasce un anno esatto dopo l’addio di Marek: fu proprio l’ex capitano napoletano il primo sponsor per Stanislav in Italia, un anno e mezzo fa, quando per la prima volta Giuntoli si interessò a lui. Nulla di fatto la prima volta, anche la seconda e la terza. Poi l’affondo decisivo e due fattori a cambiare le carte in tavola: la voglia del Celta Vigo di cederlo, la volontà del calciatore di cambiare aria e abbracciare un nuovo progetto.


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Le tappe di una carriera iniziata in salita

Eppure il club spagnolo ci aveva visto giusto, puntando su un calciatore che – nonostante le belle parole di compagni e addetti ai lavori – proprio non riusciva a spiccare il volo. Nel 2013 la prima porta chiusa è quella dell’Ajax, che lo accoglie nella sua squadra B, lo fa crescere, gli dà spazio, per poi rispedirlo a casa a fine stagione. Il Lobo chiude le valigie senza proferire parola, ma sa di non poter tornare in Slovacchia. Così riparte da capo, una stagione all’Odense da protagonista e il passaggio subito al Nordsjaelland, che sarà trampolino di lancio. Nell’estate del 2017 si aprono le porte della Liga e ci mette un attimo a prendersi il Celta: prestazioni di quantità e qualità, praticamente sempre presente in campo (in tre anni ha saltato 8 gare, di cui 5 per infortunio) e senza alcun volo pindarico: “Io gioco soltanto a calcio, sono un privilegiato” aveva risposto a chi gli chiedeva della improvvisa popolarità in Spagna.


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La tentazione Inter e le disavventure in nazionale

Un calciatore senza fronzoli, Lobotka, uno che guarda alla sostanza e che troverà in Gattuso il perfetto mentore. Lo scorso anno, anche l’amico e connazionale Skriniar aveva provato a fare da tramite tra lui e l’italia, con l’Inter di Spalletti che l’avrebbe portato in nerazzurro molto volentieri. Poco male, ora Skriniar se lo ritroverà di fronte al prossimo scontro tra azzurri e nerazzurri. E magari insieme potranno uscire anche dopo questa partita, come quella volta in nazionale in cui fecero arrabbiare il Ct Kozak: un gruppo di calciatori slovacchi uscì a fare festa nonostante la sconfitta con la Repubblica Ceca, beccati dal selezionatore che poi rassegnò le dimissioni. “Avrei potuto mandarli via ma non me la sentivo di danneggiare la Slovacchia escludendo calciatori del calibro di Skriniar e Lobotka” dirà poi Kozak. Ma adesso non si aspetti da Gattuso la stessa reazione.

A cura di Gennaro Arpaia

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