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Sporting Lisbona, Dost: “Scarpa d’oro? Pensavo di non rientrare neanche tra i primi 10. Modelli? Crespo e Inzaghi”

Bas Dost VS Lionel Messi, la Scarpa d’Oro 2017 sembra un discorso riservato a loro due. L’olandese dello Sporting Lisbona ha fino ad ora realizzato 31 reti nella Liga portoghese e sembra l’unico in grado di poter impensierire la Pulga. All’inizio sono venuto qui per far bene ma non pensavo neanche di entrare nei top 10 della Scarpa d’Oro” – racconta Dost nel corso di un’intervista concessa a Extratime – “Ho avuto la fortuna di segnare al debutto col Moreirense, 4° turno, e mi ha dato fiducia. Ma poi ho segnato quasi ogni weekend (18 su 29). Essere ora quasi allo stesso livello di Messi è incredibile. Ma se non segno per una volta c’è chi mi critica“.

Nel 2011-12 i 32 gol nella Eredivisie convinsero il Wolfsburg: “In Germania ho avuto qualche problema, degli infortuni. Ma quando sono arrivato a Lisbona volevo mostrare cosa so fare. E il tecnico Jorge Jesus mi ha convinto, perché mi ha spiegato che lo Sporting avrebbe giocato con due ali in fascia e un trequartista dietro di me, così avrei avuto molti cross e assist. E poi mi ha detto che dovevo giocare sempre all’interno dell’area, da centravanti puro, perché lì sfrutto meglio le mie qualità. E così è stato. Se ora segno tanto il “responsabile” è lui, Jesus.

Fabio Cannavaro ha provato a portarlo nel Tianjin Quanjian: “Io e il club abbiamo rifiutato e avevano offerto 40 milioni per me, una follia, lo Sporting mi aveva comprato l’anno scorso per un quarto… Futuro? Sono stato in Bundesliga 4 stagioni, ho avuto alti e bassi a Wolfsburg, ho siglato 16 gol nel 2014­15, ma avevo di nuovo bisogno di una stagione così e di un tecnico che credesse in me. Jesus sa come amo giocare e mi ha confezionato una squadra intorno che mi aiuta, questa stagione mi ha ridato fiducia. E non penso di lasciare lo Sporting, voglio vincere prima il titolo“.

Modelli: Amavo i grandi attaccanti, quelli che segnavano tanto. A una decina d’anni seguivo la Serie A e quindi Hernan Crespo, Pippo Inzaghi, giocatori come me che non toccavano tante palle, ma avevano una media gol incredibile. Loro erano sempre al posto giusto al momento giusto: one shot, one goal. Ho iniziato nelle giovanili dell’Emmen, il mio primo club, mi schieravano da punta, ma io non credevo di essere adatto per quel ruolo, mi piaceva più arretrare, avere la palla fra i piedi, creare assist. Poi mi sono focalizzato sul gol. Mi ha trasformato in bomber Gertjan Verbeek, oggi al Bochum, mio tecnico nel 2009­10 all’HeraclesAlmelo in Olanda.

Gara indimenticabile? “Quella con i 4 gol al Leverkusen, fu speciale. Perché fuori casa, vincevamo 3­0 il 1° tempo, loro rimontarono 2­3, io siglai il 4­2, poi altra rimonta del Bayer e pari. Nei minuti di recupero feci il 5­4. Match irripetibile. Il gol più bello in stagione? Credo che alla squadra sia servito di più quello col Belenenses, fuori casa. Venivamo da un periodo difficile (3 k.o. su 4 gare) e nei minuti di recupero Campbell mi fece un assist fantastico, l’ho messa dentro. Era prima di Natale, un regalo perfetto per tutti noi.

In chiusura d’intervista un pronostico sulla finale di Champions: “L’avevo detto prima dell’andata delle semifinali, Real e Juve sono le favorite. Per la finale? Per me vince la Juve, è più forte e merita di vincere. Mi piace molto Higuain ma il mio idolo è Mandzukic. Io sono arrivato al Wolfsburg dopo di lui nel 2012 e Mario andò al Bayern e segnava tanto.Ora gioca a sinistra in un ruolo nuovo, ma continua a fare un lavoro fantastico“.