“Sono scivolato, non mi dia rigore”: il giovane Daniele aiuta l’arbitro e strappa la standing ovation
“Arbitro, non è rigore!”. Protesta? Potrebbe sembrare, ma non è così. In realtà sono le parole di un
attaccante che suggerisce al direttore di gara di annullare un calcio di rigore ingiustamente assegnato. I protagonisti? Il giocatore Daniele Martelli e l’arbitro Ancarani. Una scena di sportività, accaduta su un campo di provincia: si giocava domenica mattina, al campo Cairoli di Bubano (frazione di Mordano, comune vicino ad Imola).
La partita è La Giovanile Bubano Mordano contro La Pianta, e si gioca per il campionato Giovanissimi Interprovinciali. E sul punteggio di 2-0 per gli ospiti, viene concesso un calcio di rigore alla squadra di casa. L’arbitro Ancarani, giovanissimo, concede il penalty senza troppi dubbi per un fallo di un difensore su Daniele Martelli. Ed è proprio qui che accade ciò che non ti aspetti. Ci si attenderebbe la protesta del difensore ed invece è lo stesso attaccante ad avvicinarsi all’arbitro: “Mi è scivolato il piede d’appoggio, non è calcio di rigore!”. L’ammissione che convince l’arbitro a rivedere la sua decisione, di certo una scena che non si vede tutti i giorni sui campi di calcio. Inusuale.
Avversari e pubblico applaudono Daniele, 14 anni, studente che abita a Imola: “Ho seguito l’istinto – racconta l’attaccante – ed ho fatto una cosa normale. Giusto agire in maniera corretta ed io l’ho fatto”. La Giovanile è ultima in classifica, ha vinto un paio di partite, e quel rigore avrebbe potuto cambiare il corso di un match che è finito 5-1 per la squadra avversaria. Invece no. Daniele ha messo la sportività prima di tutto. Ha dato un segnale al mondo del calcio. Lui gioca per un club dove rispetto, lealtà e divertimento vengono prima di tutto. Il risultato è secondario, è una conseguenza da prendersi con merito e senza sotterfugi.
Tutto sotto gli occhi di papà Gianluca, mentre mamma Cristina era a casa con la sorella minore Beatrice. Nell’intervallo l’allenatore di Daniele si è complimentato con lui: “Ho fatto presente ai miei ragazzi – spiega– che eravamo stati testimoni di qualcosa di bello. A Daniele ho detto di essere felice per aver contribuito alla sua formazione non solo calcistica, e di non preoccuparsi, perché il destino gli avrebbe restituito quel gesto”.
Così è stato. Nella ripresa Daniele ha segnato e anche il pubblico non ha avuto dubbi, come non li aveva avuti lui in occasione della decisione arbitrale. Tutti in piedi ad applaudirlo per una standing ovation senza interessi di colore e fazioni. Il calcio da domenica ha la faccia un po’ più pulita grazie al gesto di un ragazzo che ama lo sport, adora Cristiano Ronaldo e segue il basket americano. Bravo Daniele.
ANTONIO MONTEFUSCO