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Si ispira a Chiriches e ama la kickboxing. Con due gol Gusu si è preso l’Albinoleffe: “Lavoro e umiltà, così mi sto imponendo”

Bastano poche battute con Mihai Gusu per inquadrarlo: ragazzo umile, che fa della normalità il suo punto di forza. Sempre con i piedi per terra, anche se a volte gli capita di fare qualcosa di straordinario. Come domenica nella partita con la Feralpisalò: prima doppietta della sua carriera e vittoria conquistata (3-1). In spaccata e con un colpo di testa perfetto, sono bastati 26 minuti al laterale rumeno classe ‘96 per prendersi definitivamente l’Albinoleffe: “E’ stata una grande emozione, soprattutto perché non me l’aspettavo. E’ la prima volta che segno due gol nella mia carriera – Ha raccontato Gusu ai microfoni di Gianlucadimarzio.com – Preferisco fare assist per i miei compagni, senza di loro non sarei riuscito a segnare”. Due gol inaspettati e una dedica precisa: “Alla mia ragazza e alla mia famiglia che era allo stadio per sostenermi”. Arrivato all’inizio della stagione all’Albinoleffe, si è imposto gradualmente nelle gerarchie di mister Alvini: “Da quando sono arrivato qui sono molto soddisfatto. Ma posso ancora fare meglio. Mancano 4 partite e dobbiamo concludere nel migliore dei modi la stagione. All’inizio era normale che non trovassi molto spazio. Per emergere ho dovuto metterci la testa e lavorare, lavorare, lavorare. Con tanta umiltà”.

Un concetto che ripete spesso Gusu: umiltà è proprio la parola chiave che lo definisce. Per capirlo basta ascoltare le sue parole: “Il mio obiettivo? Fare bene con l’Albinoleffe e magari raggiungere la Serie B, quello è la mia massima aspirazione. La Serie A, sinceramente, non credo sia un campionato che possa competermi, è un altro mondo”. Consapevolezza dei proprio mezzi, ma non paura di sognare. Quello lo ha sempre fatto, fin da bambino, quando alla tv vedeva le partite dei suoi idoli della Dinamo Bucarest e sperava di ripetere le loro gesta: “In Romania giocavo per strada con i miei amici. Costruivamo un campetto e giocavamo così. Non avevo la possibilità di iscrivermi ad una scuola calcio, perché i miei genitori e mio fratello più grande erano già in Italia, mentre io ero rimasto nel mio paese con delle persone che mi accudivano. All’inizio non avrei mai pensato di poter diventare un calciatore professionista, ma sono felice di esserci riuscito”. La svolta? Il suo arrivo in Italia, quando aveva appena 10 anni: “I primi due anni sono stati un po’ difficili perché non parlavo bene la lingua. Ma ormai l’Italia per me è una seconda casa, mi sono trovato subito benissimo qui e ora mi trovo ancora meglio”.

L’arrivo in Italia per Gusu è coinciso con la possibilità di esprimersi ad alti livelli nel mondo del calcio. Le possibilità per lui erano due: andare a fare il muratore con il papà o provare ad imporsi con il pallone: “Ho lavorato qualche settimana con mio padre, ma giocare a calcio era meno faticoso. La mia famiglia mi ha sempre sostenuto in tutto. Se non dovessi riuscire a fare il professionista per sempre almeno potrò dire di averci provato fino in fondo”. In campo si ispira a Chiriches, fuori è un ragazzo tranquillo: “Quando posso sto con la mia famiglia e vado a vedere i miei fratelli giocare, tutto qui”. La sua passione oltre il calcio? “La kickboxing. Non la pratico, ma guardo spesso gli incontri in tv. Mi sono appassionato grazie a mio zio che praticava questo sport, anche se non ad altissimi livelli”. I calci ha sempre preferito darli ad un pallone, partito da una squadra di Promozione e arrivato all’Albinoleffe: “E’ stata un po’ una sorpresa. Avevo diverse offerte, ma ho scelto subito l’Albinoleffe perché sapevo che è una società che punta molto sui giovani e li aiuta a crescere al meglio”. Ed ora si può dire: mai scelta fu più azzeccata. Riparte dalla doppietta con la Feralpisalò, Gusu, pronto a raggiungere i suoi obiettivi. Sempre con umiltà e tanto lavoro.