“Amarsi ancora”, perdutamente: i foggiani e il Foggia alla conquista dei primi 3 punti
"Amarsi ancora, farlo dolcemente", cantavano i CCCP nel lontano 1987, più tardi lo farà anche la Nannini con l'uscita del suo disco "Perle" nel 2004. Allo Stadio "Pino Zaccheria" è proprio la voce della cantante italiana a riecheggiare, seppur per qualche secondo, perché poi sono quelle dei tifosi rossoneri a sovrastare non solo la musica, ma anche i pensieri e i dubbi che dominano questi ultimi giorni.
"Amarsi ancora", scelto come spot della nuova campagna abbonamenti del Calcio Foggia 1920, che ha raggiunto quasi i 4000 abbonati, diventa così anche un coro da stadio, un vero e proprio inno all’amore, in questo caso, per i colori rossoneri. E d’altronde, non c’è altro sentimento per descrivere quello che prova un tifoso verso la propria squadra del cuore: quanti viaggi, quanti pianti e sorrisi, quanti bocconi amari mandati giù… tutto per quei colori.
Un amore intenso, un amore vero e passionale che accompagna i tifosi da una vita, o quasi, perché qui a Foggia ci nasci così. Perché qui si dice che si vive di "pane e pallone", un mix perfetto che porta ad un risultato ancor più sorprendente, quello del Foggia e dei suoi tifosi. La cornice dello stadio Zaccheria, o meglio dello Zac come viene denominato dai foggiani, è infatti uno spettacolo che sembra non cambiare mai: che sia il Foggia di Zeman e degli anni della Serie A, quello di De Zerbi e Stroppa e del ritorno in Serie B, o quello di Grassadonia e Padalino e degli anni più bui.
E proprio quest'anno non c'è miglior modo per descriverlo, dopo un'estate tormentata e un incubo per i rossoneri durato fin troppo, con la retrocessione in Serie C, la mancata iscrizione al campionato e la conseguente fine dell'era Sannella. Anche in Serie D, anche nel match contro l'Agropoli di domenica pomeriggio, l'atmosfera resta sempre la stessa: a far gioire ancor di più i foggiani è Pasquale Iadaresta, seguito dal capitano Federico Gentile, che regalano la prima vittoria di campionato per 2-0 al Foggia di Ninni Corda, al suo esordio in panchina dopo le dimissioni di Amantino Mancini.
Proprio il nuovo allenatore rossonero ha esordito in conferenza stampa nel post partita: "Allenamento domattina alle 6:00? Diciamo alle 6:30, questa volta son stati bravi dai", scherzando quindi sulla decisione di far allenare la squadra alle prime luci del mattino, arrivata dopo la sconfitta contro il Fasano per 1-0 nella prima giornata di Serie D.
"Che bello è quando esco di casa per andare allo stadio a tifare il mio Foggia", intonano le curve, che ci tengono ad occupare subito gli spalti per Foggia-Agropoli, magari dopo una bella mangiata domenicale, ovviamente quella a base di sugo e brasciola. Il rito è sempre lo stesso, come l'ansia di salire quei gradoni e il solito borghetti che si beve ormai per scaramanzia, oltre che per tradizione. Il resto poi è solo Foggia: lo gridano i tifosi sugli spalti, quest'oggi in più di 5000. Se i volti del Foggia cambiano anno dopo anno, i loro resteranno sempre gli stessi, magari fermi anche al solito posto, ancora una volta per semplice scaramanzia, che qui ce n'è tanta, e magari a mano a mano con figli e nipoti, perché per innamorarsi del Foggia… bisogna portarli allo Zac.
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La magia di questi colori poi farà il resto. Qui si sa, qui sarà sempre così: di padre in figlio, di categoria in categoria. Amarsi ancora, sempre, perdutamente.