Dal gol nel derby ai biscotti di Burano: la storia di Andrea Seno
I derby di Milano, la vita da dirigente al Venezia, la nuova avventura in un’azienda di biscotti: la nostra intervista ad Andrea Seno
“Avevamo una pasticceria a Burano. Lì facevamo i biscotti Bussolà. Dopo anni ho voluto espandere l’attività”. A Venezia i biscotti Bussolà, anche detti “buranelli” sono un’istituzione. Una prelibatezza tipica dell'isola di Burano per l'appunto, dove è nato Andrea Seno, titolare dell’azienda Biscotteria Veneziana Carmelino Palmisano…ma non solo.
Seno non è sempre stato un imprenditore del settore dolciario. Prima di tuffarsi in questa avventura era un dirigente sportivo. Prima ancora giocava a calcio. Era mediano del Padova e poi del Venezia, capitano del Foggia dei miracoli di Zeman, polmone dell’Inter di Ottavio Bianchi. E ha anche segnato nel derby di Milano.
“Di quel giorno ricordo specialmente il gran male. Il mio ginocchio era gonfissimo perché avevo il menisco rotto. Ma mi chiesero comunque di giocare. Come potevo dire di no a una partita del genere?”. Andrea rivive quel derby di Milano dell’Aprile 1995 come se fosse ieri. Il primo dell’era Moratti: “Mi fa piacere che qualcuno si ricordi ancora il mio gol. Anche Massimo mi ha ringraziato più volte dopo quella partita”. L’ex giocatore nerazzurro per due stagioni (1994-1996), racconta in esclusiva ai microfoni di gianlucadimarzio.com il film di quella partita.
L’Inter per tutto il primo tempo resiste agli assalti dei rossoneri. Poco prima dell’intervallo arriva il cross di Jonk da calcio d’angolo. Seno prende il tempo a tutti e fa 1-0 di testa. “Quel gol sbloccò la gara. Vincemmo 3-1. Per fortuna dopo quella partita c’era la sosta per le vacanze pasquali. Tornai a casa e mi operai al ginocchio perché non ne potevo più”. Resistenza al dolore. Tutto per la maglia dell’Inter, per giocare una partita speciale, ma non troppo: “Bergkamp si vedeva che aveva un talento smisurato, ma non riusciva ad ambientarsi a Milano. Io ero scarso, ma giocavo il derby come se fosse una partita di allenamento. Non mi tremavano mai le gambe”.
Con questa mentalità, Andrea, ex centrocampista classe 1966 con “garra” da vendere ha giocato più di un derby: “Ben 6! E non ho mai perso”. Unico rimpianto: “Quando per sbaglio ho spaccato il naso a Donadoni con una gomitata. Mi è dispiaciuto tantissimo. Ero abituato a contrastare a gomito alto Marcel Desailly ad ogni palla, mi è capitato sotto Roberto ed è successo”.
Giocare contro il Milan ha sempre portato fortuna ad Andrea, che ha segnato 4 reti in Serie A nella sua carriera: nel 1993, due anni prima del 3-1 nel derby, aveva segnato il gol del 2-2 finale contro i rossoneri con la maglia del Foggia. Quell’anno la squadra allenata da Zdeněk Zeman era riuscita a salvarsi.
Quando Andrea ha deciso di smettere di giocare per i troppi problemi fisici, ha intrapreso la carriera da dirigente. Con un mentore e amico speciale sempre al suo fianco: “Quando giocavo al Padova Marotta era direttore sportivo del Venezia e mi volle acquistare. L’ho rincontrato al Como prima di essere ceduto al Foggia. Alla fine abbiamo lavorato fianco a fianco come dirigenti al Venezia. Gli voglio bene, lo conosco da una vita”. Sabato Marotta sarà in tribuna a gustarsi il 171esimo derby della Madonnina, osservando il centrocampo interista, là dove un tempo giocava Seno: “Sensi può davvero fare la differenza. Il mio consiglio ai giocatori è quello di evitare isterismi: giochi meglio quando non sei incazzato”. Serenità, come quando scendeva in campo Andrea. In allenamento come a San Siro.
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