“Selfie? No, tavola!” Il Matera, Auteri e la tripletta di Negro: “Il segreto è nella ‘smorfia’”
Ha fatto gol senza esultare,
questione di cuore sì. Lui, leccese di nascita, che ieri ha fatto piangere il
Via del Mare. Tre a zero del Matera sul Lecce, prima rete che porta la firma di
Maikol Negro, alla nona rete stagionale. Protagonista assoluto, sì. Noi lo abbiamo intervistato dopo la tripletta
al Granillo contro la Reggina dello scorso 23 ottobre, ecco la nostra
chiacchierata con l’attaccante del Matera:
Tocchi rapidi, spesso ravvicinati. Destro, sinistro, palla che difficilmente si alza da terra. Linee immaginarie, triangoli che si formano su un campo da calcio, una goduria per gli esteti. “Ogni giocatore deve avere sempre due scelte di passaggio”. Tiki Taka… lucano. “Intensità, intensità: è questa la parola d’ordine negli allenamenti”. Come? Stile di gioco bello da vedere ma non sempre vincente? Classifica parla: Matera a -2 dalla vetta e calcio a tratti spumeggiante. Ultimo show ieri sera, Reggina stordita, 2-6 al Granillo. Nel segno di… Maikol Negro: “Lascia stare, mi son dimenticato di portare a casa il pallone” ci racconta in esclusiva l’attaccante classe 1988.
Perché in genere dopo una tripletta… “Era anche la prima tra i professionisti!”. Vuoto di memoria, saranno state le urla di Auteri: “Che strigliata! Il mister è così, cura ogni minimo dettaglio, è maniacale. E ieri, nonostante i sei gol, nello spogliatoio era una furia perché dovevamo gestire meglio certe situazioni e chiudere prima l’incontro”. Perfezionista, Auteri. Negro, poi, un suo fedelissimo: “L’ho avuto alla Nocerina, poi al Latina; negli ultimi anni si è un po’ ‘ammorbidito’ nel senso buono del termine, penso che sia davvero un valore aggiunto”.
Rapporto speciale, nel segno del gol. Già sette, in otto partite. Sei di quali alla calabresi: “Tre alla Reggina, due al Cosenza, uno al Catanzaro: giuro che non c’è l’ho con la Calabria!”. Sorride Negro, mentre il figlio di quattro anni prova a strappargli il telefono di mano: “Stasera come capirai si festeggia in famiglia, per me è il massimo: stare con i miei bimbi, mia moglie è la cosa più bella”. Ragazzo d’altri tempi, niente social “Li odio!”. Unico vizio? “Devono portarmi via da tavola”. Risata intensa, lui alle critiche risponde così. “C’è chi ha ironizzato troppo su qualche chilo in più in passato, così quest’anno ho deciso di dare una risposta a tutti”. Campo, vabbé. “No, non solo quella”. Quale allora? “E’ sotto gli occhi di tutti, ma nessuno se ne accorge”. Tentativi vari (andati a vuoto), poi la soluzione: “Il mio numero di maglia, il 29, l’ho scelto perché ha un significato particolare nella ‘smorfia napoletana’: mi piace, gol dopo gol, rispondere così… guardando quel numero”. E casomai se a fine anno ci dovesse essere qualcosa da festeggiare… “bhe, tutti a tavola!”. Altro che selfie.