Sassuolo, Lirola: “Ho preferito la Juve a City e Barcellona perché amo il calcio italiano”
“Sono cresciuto col mito di Lahm, ma con le dovute proporzioni mi rivedo in Dani Alves“: ha le idee chiare Pol Lirola. L’obiettivo del giovanissimo terzino spagnolo, di proprietà della Juventus ma in prestito al Sassuolo, è di fare la “gavetta” per due anni in Emilia, per poi trovare spazio tra i bianconeri. In effetti Pol sta bruciando le tappe, dopo il biennio passato nella Primavera dei torinesi.
“Nel 2014 giocai la mia prima gara con l’Espanyol B e dopo la doccia trovai il mio procuratore col capo degli osservatori della Juve” – si legge nelle pagine de La Gazzetta dello Sport – “Mi dissero che i bianconeri mi volevano, e io non ho avuto dubbi. Perché ho preferito la Juve a Manchester City e Barcellona? Amo il calcio italiano, il campionato è il più completo e formativo. Ho pensato che la Juve fosse il posto migliore per crescere ed essere valorizzato”. Lirola spiega come interpretare il ruolo di terzino: “È prima di tutto un difensore, deve tenere alta la concentrazione per tutta la gara. È una delle prime cose che mi ha insegnato Di Francesco. Però i migliori sono quelli che danno qualcosa in più in fase offensiva. Io ho iniziato come esterno alto, quindi sono più portato a spingere. Sono cresciuto col mito di Lahm, ma con le dovute proporzioni mi rivedo in Dani Alves. Mi spiace non essermi allenato con lui: sono andato via prima che arrivasse”.
Nella prima squadra della Juventus ha trovato subito un riferimento: “Lichtsteiner mi ha dato molti consigli su come migliorare. In Spagna c’è meno interscambio con la prima squadra, Allegri invece ci chiamava spesso per allenarci coi grandi: ogni seduta è una lezione all’università. I primi tre mesi sono stati duri. Vivevo in convitto e non potevo giocare perché ero in attesa di completare le pratiche per il tesseramento. Per fortuna in Italia ci si ambienta facilmente. Il mare però mi manca. Sassuolo? Appena arrivato Di Francesco mi ha detto: ‘Non m’importa l’età, se avrai l’umiltà di imparare e meriterai di giocare ti darò una maglia’. Passare dalla Primavera alla A è un grande salto, con mio padre e la Juve abbiamo deciso che fosse il momento di andare in prestito e che Sassuolo fosse la piazza giusta”.
Da Allegri a Di Francesco, non male per un giovane che deve crescere: “Sono due tecnici preparati, che ti aiutano ma sanno essere molto diretti. Allegri, che ha allenato a Sassuolo, è stato il primo a consigliarmi nella scelta. Giovani in Italia? Sicuramente è più facile lanciare una punta che un difensore, perché chi gioca dietro ha grosse responsabilità e i tecnici preferiscono l’esperienza. Però non vedo diffidenza verso i giovani. Prendete Berardi: è giovane ma eccezionale e qui ha avuto la possibilità di dimostrarlo. Juve? Sapere che il club mi considera un investimento per il futuro mi riempie d’orgoglio. Il mio obiettivo è farmi le ossa qui due anni per essere all’altezza. Giocare nella Juve è il sogno”.