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eSports, Lonewolf92: programma su Sky e eSerieA con la Sampdoria

Più di un decennio passato sulle consolle. Il primo trascorso a indossare una maglia ufficiale in Italia. Un nome, quello di Mattia Guarracino aka Lonewolf92, che tuona nel mondo dei pro-player. "Ci ripenso spesso. Sono cambiato molto in dodici anni". Nel 2008 il primo campionato italiano di FIFA vinto, passo fondamentale per il futuro. Poi una serie di successi che ne hanno cambiato la storia.

"Prima ero un ragazzino, andavo a scuola, abitavo dai miei e non comparivo sui giornali o in tv. Adesso ho ventisette anni, vivo con la mia compagna e mi impegno ogni giorno per migliorare in quello che, oltre ad essere una passione, è il mio lavoro". Il tempo del gioco spensierato è finito. "Nella vita si deve guardare avanti, per obiettivi crescenti. Sia come videogiocatore che come co-founder di ESA (eSports Academy) ho tante nuove sfide da affrontare".

Tra cui insegnare, con un proprio programma dedicato agli eSports, su Sky. "Siamo in un’era multimediale avanzata: social a portata di mano e canali da migliaia di follower. Ma accendere la TV e vedersi sullo schermo colpisce e fa piacere. Ho ricevuto molte richieste di suggerimenti e un sacco di complimenti. Dopo la messa in onda l'effetto si è moltiplicato". Obiettivo centrato, quindi. Un impegno tanto apprezzato dagli utenti che dai responsabili di SKY Sport. "Rubrica eSports il TOP, la migliore di questo momento. E TOP anche Guarracino". Si sente nei corridoi.

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SAMPDORIA ED EMOZIONI

"Prima di Sampdoria-Roma fui presentato, passeggiando sotto la gradinata, come un calciatore. Quel muro di tifosi così da vicino, stupefacente… Ma nulla batte il momento in cui ho capito che sarei stato il primo gamer a firmare per una squadra di A, la Samp. A quei tempi un miraggio”.

Sei volte il titolo italiano; terzo ai World Cyber Games in Corea del Sud, quando ancora non si parlava di FUT; podio anche in Polonia, agli Europei e Campione alle Ems IX. "Più di diecimila partite solo in questi ultimi anni". E ricordare un aneddoto diventa un'impresa. "2011, semifinali dei World Cyber Games, a Seul. Giocavo contro Deto, uno dei più bravi, adesso nel Leverkusen: Fernando Torres si inventa una bicicletta pazzesca sulla fascia, scambio di prima, cross e gol di Anelka".

Sembra una vera partita di calcio e, in effetti, lo è. Ovviamente con affinità e divergenze rispetto a quelle negli stadi. "Mondi simili ma con più differenze che punti di contatto. In comune c'è la volontà di migliorarsi, intrattenersi, divertirsi e avere relazioni sociali. Giocare a FIFA, ad esempio, allena cervello e riflessi ad elaborare risposte immediate".

Dunque attività dallo sforzo mentale intenso che sarà tra le protagoniste delle Olimpiadi di Tokio. "Un consiglio piuttosto, anche per chi inizia la Scuola Calcio. Non bisogna per forza diventare campioni. Il joystick va usato come strumento di intrattenimento, non di pressione su chi gioca. Un'altra cosa: svuotare il portafoglio dei genitori non serve. Un paio di orette al giorno ti tengono sul pezzo".  


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A PORTE CHIUSE 

Giorni fa si è concluso lo #Stayathome Tournament con protagoniste squadre spagnole e italiane. Per far sopravvivere il calcio nonostante la pandemia del Coronavirus. "In questo momento così difficile è necessario che ognuno faccia la propria parte. Gli eSports possono dare una grossa mano non avendo l'esigenza del contatto fisico. Con ESA e il Levante UD, abbiamo allestito un torneo con la partecipazione entusiasta di tanti club. Personalmente, il secondo posto mi ha dato delle conferme ma anche pensieri su come rinforzare il team".

E proprio questa settimana si torna, virtualmente, in campo con la Sampdoria che ha allestito una sorta di "pre-season per la eSerie A, trofeo amichevole con dieci club che potranno affrontarsi tra loro. Non voglio spoilerare troppo, ma ci saranno sorprese". Ovvero, tornei che si adattano all'esigenza globale, dettata dal Covid-19, di restare al sicuro. Sfide che passano online dopo essere esplose in impianti gremiti. "Visto il turno a porte chiuse di Serie A? Lo paragonereste mai a quelle partite dove non c'è neanche un biglietto disponibile? Giocare in un palazzetto è cosa del tutto diversa. Senti le vibrazioni del pubblico intorno a te".

Ora il primo traguardo è quello di partecipare alla eSerie A. "Voglio godermi ogni secondo del primo campionato nella storia dei club calcistici italiani. L’emergenza sanitaria ci ha chiesto di pazientare. Non è tempo di piangersi addosso, piuttosto di assumere senso di responsabilità. Dunque aspettiamo e diciamo a tutti #iorestoacasa".

di ALESSANDRO GERACI