Roma, Spalletti: “Totti è la storia di questo club, da lui ho imparato tanto”
Sette vittorie consecutive per la Roma di Luciano Spalletti, l’ultima quella di venerdì sera, la sfida per un posto in Champions League vinta contro la Fiorentina. Questa sera, durante ‘Slideshow’ in onda su Roma TV, ha parlato proprio l’allenatore giallorosso. Il tema più caldo? Francesco Totti: “E’ il nostro capitano, la storia di questo club. Il calciatore più forte del nostro dopoguerra. Da lui ho imparato tanto, le sue giocate le ho riproposte ad altri giocatori in allenamento e hanno determinato tanti gol per le mie squadre. Ha dato tanto sotto l’aspetto di qualità e numeri, ed è giusto tutto ciò che gli viene riconosciuto. Spero che possa chiudere nel modo più corretto per quello che dice il suo cuore, perché il mio ruolo mi mette in difficoltà”. Poi sulla nuova esperienza in giallorosso: “Sono tornato per continuare un progetto iniziato anni fa, sono convinto che questa sia una squadra di qualità e che possa arrivare lontano”.
E Pallotta? “Ha entusiasmo, ci tiene moltissimo a questo club. Vuole vincere, una persona positiva. Fosse più a contatto con noi sarebbe più facile prendere il suo segnale”. Per Spalletti, un amico speciale porta il nome di Carlo Ancelotti: “Merita il grande successo che ha avuto, ho imparato tanto da lui perché ho avuto la possibilità di seguirlo anche negli allenamenti. Ci siamo confrontati su più temi, secondo me è il più grande degli allenatori italiani insieme a Marcello Lippi. Mi piacerebbe vederlo sulla panchina della Roma”.
Partita da dimenticare è quella del 7-1 sul campo del Manchester United: “Li abbiamo affrontati tre volte, abbiamo perso, pareggiato e vinto. Accosto quella brutta sconfitta alla vittoria contro quelli che allora erano più forti”.
Un altro giocatore allenato da Spalletti è Antonio Cassano: “Tra noi sono nati dei fraintendimenti perché non ha gestito nel modo giusto l’amore che gli veniva concesso, ha perso di vista la normalità. Ed è il giocatore che ha assomigliato più a Totti. In alcuni momenti pensava di poter risolvere tutto da solo, a volte ci riusciva, altre no. Ma è la squadra che vince o perde”. Poi su Daniele De Rossi: “Ha scelto di rimanere a Roma, la strada più difficile perché andare all’estero ti facilita le cose. Secondo me è troppo buono a dire che sono il miglior allenatore che abbia mai avuto”.