Roma, Perotti: “Gasperini ha cambiato la mia carriera. Juve? Ero troppo giovane”
Diego Perotti è uno dei segreti della Roma di Luciano Spalletti. L’ex centrocampista del Genoa ha messo al servizio della squadra tutta la sua classe e il suo dinamismo, permettendo un cambio di marcia insperato fino a metà gennaio, che ha permesso ai giallorossi di riagguantare il terzo posto. Adesso lo aspetta il primo derby romano: “Sono carico” – dichiara nel corso di un’intervista concessa al Corriere dello Sport – “Ho giocato i derby di Genova e di Siviglia, non è una cosa nuova per me respirarne l’atmosfera. Ma di sicuro quello di Roma ha qualcosa di speciale, non vale mai soltanto per la classifica. Un po’ come Boca-River che forse è l’eccellenza mondiale nel settore . Roma favorita? Non so, loro vorranno dare una soddisfazione ai loro tifosi. Noi invece giocheremo come sempre per vincere la partita. Vogliamo chiudere al più presto la corsa per il terzo posto e puntare alla Champions League. Veniamo da un pareggio fondamentale, quello contro l’Inter, e ora non vogliamo fermarci”.
Parole al miele per Gasperini: “A Siviglia Stavo sempre male, non riuscivo a giocare più di tre o quattro partite di fila. Ho pensato a chiudere con il calcio. Per fortuna sono andato al Genoa e lì ho trovato una persona che ha cambiato la mia carriera.Un grande allenatore e un grande uomo. Mi ha fatto rinascere, mi ha convinto che potevo farcela a giocare anche con qualche dolore. Devo dire anche grazie allo staff medico del club. Mi sono fidato della loro organizzazione e ho avuto ragione. Inter? E’ stato lì solo tre mesi, è mancata la pazienza. Ma per preparazione tattica e metodi di lavoro meriterebbe un top club. E’ stato l’allenatore più importante per me. I nerazzurri mi hanno cercato l’estate scorsa. Anche Mancini mi fece una telefonata. Ma poi hanno fatto altre scelte. E io qualche mese dopo sono venuto alla Roma, contentissimo. Al Genoa ne parlavo con Burdisso, quando la trattativa è diventata reale. Mi ha urlato di cogliere al volo questa possibilità. Che uomo, Nicolas. Un vero leader. Il primo leader che io abbia conosciuto in uno spogliatoio”.
Spalletti ha saputo sfruttare al meglio le sue caratteristiche: “Io posso svolgere tutti i compiti, a seconda di ciò che serve alla squadra. Ho giocato trequartista anche perché all’inizio Dzeko non stava bene e lo stesso Totti aveva dei problemi. Con la Nazionale addirittura ho giocato a destra…”. Qualche anno fa rifiutò la Juventus: “Era una bella opportunità per me ma ero molto giovane, avevo 22 anni, giocavo titolare in Champions League. Arrivò una buona offerta, 14 milioni, il Siviglia decise di rifiutare e io fui contento di restare”. Chiusura d’intervista con l’opinione di Perotti su i totem giallorossi, Totti e De Rossi: “E’ incredibile quanti calciatori importanti ci siano qui. Con campioni così ci si integra più velocemente. De Rossi vorrebbe giocare al Boca? Non sapevo di questa sua passione. Se davvero Daniele scegliesse di trasferirsi al Boca, farebbe impazzire i tifosi. Ho chiamato mio figlio Francesco, ma non c’entra Totti, anche se io mi sono avvicinato al ruolo del Dieci guardando lui e Riquelme. E non c’entra nemmeno il papa. Ci piaceva il nome, così, in italiano”.