Roma, Mourinho: “Giocato benissimo una partita difficile. Siamo una famiglia”
Le parole di Josè Mourinho al temine della partita tra Roma e Feyenoord, valida per i quarti di finale di ritorno di Europa League
La Roma, dopo la sconfitta di Rotterdam, al ritorno contro il Feyenoord la squadra di Mourinho ha conquistato la semifinale di Europa League (come la Juventus). Il tutto, dopo i tempi suppementari. I novanta minuti, infatti, sono terminati per 2-1 per i giallorossi, grazie al gol decisivo di Paulo Dybala. Nei due tempi supplementari, poi, sono arrivati i gol di El Shaarawy prima e Pellegrini poi. Al termine della partita, Josè Mourinho ha rilasciato le consuete dichiarazioni a Sky Sport.
Roma-Feyenoord, le parole di Josè Mourinho
Roma-Feyenoord è stata giocata in uno Stadio Olimpico colmo come non mai questa stagione. Mourinho ha commentato: “Questa squadra ha dei valori, magari qualcuno ha opinione diversa. La squadra ha giocato benissimo una partita difficile da giocare e gestire, l’infortunio di Wijnaldum non ha aiutato a gestire una partita così, perchè mi mangia un’opportunità di cambio, sapendo di dover avere un cambio pronto nel caso Dybala non ce l’avesse fatta, ma i ragazzi con intelligenza e voglia hanno fatto una grande partita contro una squadra ottima, ma noi siamo stati superiori“.
Mourinho, quindi, ha scherzato riguardo la sua esperienza: “Per partite così si capisce perchè ho tante partite bianche: 150 partite penso di competizioni europee, ho visto di tutto. Ieri ho detto ai giocatori che sarebbe stato diverso, l’importante era stare tranquilli“. Poi ha parlato di Dybala: “Ha ritrovato la gioia persa. Ha trovato un allenatore che lo ama. Lui può pensare di poter giocare in una delle più grandi squadre al mondo, e fa bene, ma qui ha trovato uno spazio di grande amore e gioia”.
“Sono in una fase della mia carriera dove i giocatori sono più importanti, io sono l’ultimo. Ciò che voglio è far gioire i tifosi, mettere i ragazzi in condizione di migliorare. Sono orgoglioso di questo. Quello che abbiamo fatto sono sicuro che i tifosi sono felici di ciò che siamo, con i nostri limiti, ma lottando fino all’ultimo minuto, con gente che gioca in dubbio. Non sono mai arrabbiato con gente così, anche quando si perde: siamo una famiglia, e io vado con loro. Adesso riposiamo e pensiamo alla partita di Bergamo”.
Mourinho in conferenza stampa
“La mia gioia è normale, per aver vinto e per il modo in cui la squadra ha giocato. Per la gioia dei tifosi. Durante la partita ho anche pensato che se non avessimo vinto la gente sarebbe tornata a casa orgogliosa dei ragazzi. Ci sono cose non negoziabili e i miei ragazzi l’hanno capito perfettamente. Prima della partita ho detto: “O la vinciamo o andiamo a casa stanchi morti”. Abbiamo vinto e abbiamo meritato.
La finale? Può essere tutta italiana ma anche senza italiane. Il Bayer Leverkusen è avversario molto difficile ma in una semifinale di Europa League non ci possiamo aspettare una squadra con poca qualità.
Punti restituiti alla Juventus? Sono in Italia da 4 anni. Sono tre mesi che dico di dimenticare il -15. E’ uscito oggi alle 6, pensavo uscisse alle 9 ma non cambia niente.
Partite così fanno venire la voglia di restare più a lungo, oltre il 2024? Io sono felice qua, non posso nasconderlo. Perché mi piace la gente e piaccio io a loro. A Trigoria rispetto tutti e sono rispettato da tutti, ho un buon rapporto con la proprietà, positivo e di rispetto.
Stesso discorso con il direttore; i giocatori sono fantastici. Non posso dire che sono come figli perché io ne ho solo due che amo tanto, ma quasi. Non posso dire che non sono felice qui. Qualche volta ho le mie frustrazioni, qualche volta penso ad ambizioni diverse. Ma vediamo. L’importante è che oggi sono veramente felice e lavoro per la gente.
Potevamo segnare anche di più ma voglio essere equilibrato e non dimentico la parata di Rui sullo 0-0 e non dimentico la qualità di gioco del Feyenoord che non ti fa stare tranquillo nella gestione della partita. Sono arrivati gol bellissimi, il secondo in un momento di grande pressione perché eravamo quasi fuori della competizione”.