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Uno atteso, l’altro in attesa: Mourinho, Pinto e l’arte della pazienza

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Due settimane e si riparte. In casa Roma il countdown per l’inizio della nuova stagione è partito ormai da tempo, da quel 4 maggio alle 15.09 che ha sancito l’inizio dell’era Mourinho. Il mese e mezzo forse più lungo della storia recente giallorossa, vissuto tra incredulità ed esaltazione, fanatismo e sogni. Di nuovi arrivi, di campioni assoluti, di trofei, di semplice ritorno tra i grandi club d’Italia e d’Europa. Un entusiasmo generalizzato senza il suo protagonista principale, abile ad alimentare la lunga attesa da remoto, tra una cover, un post social e dichiarazioni britanniche.

 

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Per un portoghese atteso ce n’è uno che attende. Chiamate e offerte. Cessioni e risoluzioni, nella frustrazione di un mercato ancora totalmente immobile. In questa prima parte di mercato quello che c’era da fare, in entrata, Tiago Pinto lo ha fatto. O meglio, impostato verso la risoluzione. Rui Patricio e Xhaka sono stati bloccati e a meno di sorprese saranno loro i primi due acquisti della nuova Roma di Mourinho. Ma in questo momento il lavoro del GM giallorosso è focalizzato su tutto il resto.

 

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La Roma ha un estremo bisogno di cedere, per abbassare il monte ingaggi, per creare un tesoretto da reinvestire sul mercato, ma soprattutto per consegnare il prima possibile a Mourinho una rosa numericamente sostenibile. Tiago Pinto è da settimane alle prese con un’intera squadra da piazzare, tra esuberi, giocatori a fine prestito e primavera fuori quota. Una lista ben chiara nella mente del GM e affissa sulla lavagna del suo ufficio a Trigoria. Milano tra pochi giorni sarà la prima tappa di un lungo tour di appuntamenti per iniziare il lavoro di sfoltimento della rosa.

 

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Il via è stato dato a fine campionato con i mancati rinnovi di Farelli, Mirante, Bruno Peres e Juan Jesus. Una lista che la Roma vorrebbe allungare con l’addio a Fazio, Pastore e Santon, la più pesante eredità della vecchia gestione, che pesa sul monte ingaggi per oltre 15 milioni lordi all’anno. Con loro si sta lavorando ad una cessione o risoluzione non onerosa, entrambe soluzioni attualmente molto difficili. A loro si aggiunge la schiera dei calciatori rientranti dai prestiti e sul piede di partenza.

Ma si sa, giugno a meno di innamoramenti, è un mese difficile per attrarre acquirenti. Per questo Atalanta e Inter nicchiano su Florenzi, Olsen aspetta di concludere l’Europeo per vendersi al miglior offerente e le pretendenti per Under, Kluivert e Nzonzi sono disposte ad aspettare – per il secondo anno – l’ultimo momento del mercato per cercare l’affare. Come se non bastasse questa lunga lista, Pinto deve risolvere anche le questioni dei Primavera ormai fuori quota, ragazzi non della prima squadra ma con un contratto in essere con la Roma: dall’abbaglio Bianda (pagato tra fisso e bonuso oltre 10 milioni di euro) ai vari Coric, Celar, Astrologo e Bamba. 

 

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Una matassa ingarbugliata chiamata “certamente cedibili” che mette quasi in secondo piano le scelte tecniche che potrebbe fare Mourinho. E in questo discorso potrebbero rientrare Pau Lopez, Diawara e Carles Perez. Calciatori che non hanno convinto appieno durante la gestione Fonseca e per i quali la Roma sarebbe disposta a sedersi al tavolo delle trattative ascoltando eventuali offerte congrue. Che ad oggi però latitano. Così come quelle della Roma per i suoi giocatori. Il capitolo rinnovi è stato posticipato. Fatti quelli più urgenti in Primavera – Karsdorp e Ibanez – la macchina di consolidamento strutturale ha subito gioco forza una pausa. Con i vari Pellegrini, Mancini, Cristante e Darboe se ne riparlerà a tempo debito.

 

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Pazienza. In questo momento a Trigoria sembra essere l’unica parola ammessa. Per l’arrivo di Mourinho e i nuovi acquisti. Per la nuova maglia e il main sponsor. Ma soprattutto la pazienza , di tutti, nell’aspettare che il calciomercato giallorosso prenda ufficialmente il via.