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Rizzoli: “Finale di Euro 2016? Non ho rimpianti, abbiamo fatto i passi giusti”

Dopo l’eliminazione dell’Italia dall’Europeo si era fatto il suo nome. Nicola Rizzoli era tra i candidati a dirigere la finale di Euro 2016. Non è andata così, ma l’arbitro bolognese non ne fa un dramma:

“La finale di Parigi? Vista e ho anche mandato un sms a Clattenburg per fargli i complimenti” – si legge nelle pagine de La Gazzetta dello Sport – “Non ci sono rimpianti: con la mia squadra abbiamo fatto tutti passi giusti e raggiunto l’obiettivo minimo”. Rizzoli torna sul rigore concesso alla Francia, nella gara contro la Germania: “Sull’angolo la nostra posizione è standard, mentre in base alle coppie che si formano decidi sul campo quale seguire con più attenzione. Avevo la visuale perfetta su Evra e Schweinsteiger: ho capito subito che il pallone andava verso di loro e ne ho focalizzato i movimenti. Il mani accade in un attimo: gesto fotografato mentalmente e decisione presa all’istante. Ho a disposizione un collega che ha una prospettiva diversa dalla mia: è normale chiedergli conferme. In questo caso Damato era coperto, come poi si è visto dalle immagini tv. A quel punto vado avanti con la mia certezza e fischio il rigore”.

Nessun dubbio nella concessione del penalty: “Qui entra in gioco la pancia: avevo registrato il rigore con una immagine precisa, i segnali successivi non possono influenzarmi. E’ vero, molti calciatori non hanno capito subito che cosa stava accadendo, tranne Giroud. I tedeschi mi hanno chiesto spiegazioni e quando gli ho detto di Schweinsteiger, si sono girati: lui era con una mano sulla fronte, sconsolato. Hanno capito che avevo visto giusto. La cosa più bella è stata quando nella notte ho guardato in tv l’azione: era andata proprio come l’avevo memorizzata. Faccio un’osservazione: se non avessi fischiato nulla siamo sicuri che il replay del mani sarebbe arrivato in pochi secondi? Perché nessuno se ne era accorto e forse chi è alla regia lo avrebbe scoperto solo dopo qualche minuto…. E non si può più tornare indietro. In campo ci sono realtà irripetibili. Su altre questioni, invece, l’aiuto esterno potrebbe essere fondamentale. La goal tecnlogy è un esempio”.

Euro 2016 ha aumentato la qualità degli arbitraggi? “Direi di sì. Aver tolto la tripla sanzione è stata un’ottima cosa, così come non dover punire in automatico il mani col giallo. E poi l’Uefa ha fatto molta prevenzione. Risultato: fair play e poche proteste. Ne ha guadagnato lo spettacolo”. Italia-Germania, sconfitta indolore? “Abbiamo tifato per la nostra Nazionale, come sempre. Certo, dopo entrano anche gli interessi personali, ma sono riflessioni successive. Prima di Italia-­Svezia ci siamo ritrovati vicini di tv la squadra di Eriksson. All’inno svedese loro si sono messi a cantare. Allora quando è partito Fratelli d’Italia, ci siamo alzati e abbiamo urlato così forte che sono arrivati un bel po’ di persone e hanno iniziato a filmarci… Siamo tifosi pure noi”.

Quarantacinque anni e nessuna voglia di smettere: “Sto bene fisicamente e di testa. Ho voglia di arbitrare e lo farei già domani. Fino a quando ho queste sensazioni vado avanti. E di brutto. Il prossimo obiettivo? Ottenere la deroga per restare internazionale. La posso ottenere solo facendo benissimo da qui fino a dicembre nelle partite che dirigerò, iniziando dalla A. Quindi… “.