Ulivieri: “Mi hanno operato 3 volte all’intestino: credevo davvero fosse finita. Penso spesso alla morte”

L’intervista del presidente dell’Aiac (e direttore della scuola allenatori della FIGC) a La Gazzetta dello Sport
“Sono impegnato nel calcio camminato. Mentre il bambino si allena, a suo padre o sua madre proponiamo il calcio camminato. Non riguarda solo la salute fisica, è una questione sociale”. Tra lo sguardo di un passato che tanto lo ha spaventato e un presente che lo vede attivo nel sociale. Renzo Ulivieri, presidente dell’Associazione Italiana Allenatori Calcio e direttore della scuola allenatori della FIGC, si è raccontato a La Gazzetta dello Sport.
Voltarsi indietro. E pensare che, nonostante tutto, il peggio sia passato: “Mi vedo morto (ride). Sono stato 4 mesi in ospedale, due a casa, mi hanno operato tre volte all’intestino, ho perso più di 10 chili. Pensavo davvero che fosse finita. Penso spesso alla morte. Intendiamoci, a chiamarla sorella morte non sono ancora arrivato (ride)”.
Con una carriera da allenatore di oltre quarant’anni, l’ex allenatore di Bologna e Sampdoria (tra le tante) ha svelato di aver due rimpianti che si porterà per sempre nella mente: “Legati al calcio ne ho due. Il primo: non aver fatto debuttare in A Giovannino Bosi, un ragazzo d’oro che stava con me a Bologna in B. Il secondo: non aver capito Morfeo. Ero al Cagliari e dissi che si poteva cedere. Lui andò a Verona e fece il fenomeno. Qualche tempo dopo incrocio Prandelli. E gli faccio: ma come hai fatto a far giocare così bene Morfeo? E lui: Renzo, perché ho usato un sistema di gioco che tu non conosci, il 10+1. Vabbè, gli metto una mano sulla spalla e gli fo’: Cesare fermati qua, se no mi spieghi anche il 9+2”.
Nel futuro di Olivieri c’è il calcio camminato, perché come ha dichiarato “è un bel modo per tenere la morte lontana”.