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Reggina-Catanzaro – La maglia di Nakamura, il bandierone amaranto: Porcino fa impazzire il Granillo in un derby di… mercato

La maglia non sarà sicuramente della stagione in corso e nemmeno di quella appena trascorsa, ma il 10 di Nakamura su sfondo amaranto del tifoso in tribuna autorità (con tanto di bandierone in mano) è la fotografia più bella della ritrovata passione amaranto. Certo, il derby con il Catanzaro e la prima della nuova stagione a Reggio sono due eventi che di sicuro attirano, ma gli oltre 2.300 abbonamenti venduti in questi giorni sono un dato che prescinde da tutto. Passione amaranto, sì.

Dalla sponda giallorossa il calore e la passione non è da meno: circa 1000 i tifosi presenti nel settore ospite del Granillo, al Sud c’è voglia di calcio e gli ambiziosi movimenti estivi delle due società hanno scaldato ancora di più i tifosi. E non è un caso che i gol siano proprio ‘figli’ del mercato.

A portare avanti la Reggina è Jacopo Sciamanna, uno degli acquisti fortemente voluti a inizio estate dal coordinatore dell’area tecnica Salvatore Basile: gol a grappoli nelle giovanili della Lazio, tanto da attirare l’attenzione dello United. Sì, lo United. Walter Sabatini all’epoca lo convinse a rifiutare la proposta inglese, il resto è storia, con la Reggina e la Serie C come nuovo trampolino di lancio.

Il pari del Catanzaro invece è opera di Benedetti, l’uomo che il ds Piero Doronzo ha voluto a tutti i costi per dare maggiore qualità alla formazione di Erra. Una punizione bellissima, palla che si insacca all’incrocio. Ma non finisce qui. Perché a decidere il derby del Granillo è Antonio Porcino, un figlio di Reggio Calabria, che dopo diverso girovagare lo scorso anno si è ripreso il suo posto sulla fascia sinistra grazie anche alla fiducia (e al cambio di ruolo) di Zeman. E che la Reggina ha blindato in questo mercato: offerte ne sono arrivate fino all’ultimo, ma – grazie alle resistenze del presidente Praticò – Basile ha potuto rispondere ‘no, grazie’ alle tentazioni (sotto forma di offerte concrete) che all’Hotel Melià di Milano non sono di certo mancate. Se il bandierone al Granillo oggi è tornato a sventolare, il merito è anche suo, anche loro. E poco importa che sulle spalle ci sia ancora il 10 di Nakamura.