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Reggiana, con Mike Piazza si può sognare. Franzone: “Obiettivo? La serie A”

Che fine ha fatto l’ A.C. Reggiana? A metà degli anni ’90 “La regia” era una delle piccole ambiziose del nostro panorama calcistico.  In campo la squadra di Pippo Marchioro lottava con orgoglio con le grandi del nostro campionato, spinta dalla grinta e la classe di campioni come Paulo Futre e Claudio Taffarel: era un po’ da tutti considerata la squadra simpatia. Erano i tempi delle prime “pay tv” e chi non riempiva gli spalti del Mirabello doveva affidarsi alle radioline per seguire le gesta dei granata. Qualche pagina ingiallita di giornale e le figurine dell’album Panini portano ancora testimonianza di quella formazione. Sette le partecipazioni in massima serie, di cui tre proprio tra il 1993 e il 1997. Nell’aprile del 1995 gli emiliani divennero la prima società italiana a munirsi di uno stadio di proprietà, il Giglio, un gioiello avveniristico dotato di 30 mila posti.  A inaugurare l’impianto fu proprio la Juventus, oggi indicata come modello da seguire: all’epoca lo “Stadium” non rientrava proprio tra i pensieri dei dirigenti bianconeri.

Poi? Il buio totale. Dopo la retrocessione del 1997 i granata sono lentamente scomparsi nell’anonimato della serie C, con tanto di fallimento. Con una serie A conquistata per la prima volta già nel 1924, appena cinque anni dopo la sua fondazione, la città soffre parecchio questo “esilio” e le fortune delle “cugine”. Piange un po’ il cuore tornando di nuovo indietro nel tempo, al periodo in cui il vecchio “Mirabello” veniva riempito in tutti i suoi ventimila posti. Quest’anno a Reggio Emilia si apprestano a disputare il nono campionato di fila in Lega Pro, ma con tante speranze in più. Perché non provare a riportare i “granata”  ai fasti di un tempo? E’ ciò a cui hanno pensato Mike Piazza e Maurizio Franzone, rispettivamente presidente e direttore generale degli emiliani.

E’ stato proprio Franzone a convincere l’ex campione di baseball della bontà del progetto Reggiana, storico club emiliano. Com’è nata questa idea? “Era già dall’anno scorso che Mike manifestava l’intenzione di investire nel calcio italiano e l’esperienza di Parma della passata stagione è una testimonianza” – dichiara Franzone ai microfoni di GianlucaDiMarzio.com – “Dopo varie ricerche e contatti abbiamo capito che la Reggiana era ciò che faceva al caso nostro. Il programma è ambizioso e pluriennale e questo per noi è un po’ l’anno zero. Pensiamo già da questa stagione di aver allestito una squadra competitiva anche se poi i risultati si vedranno a fine torneo”.

Stasera gli emiliani si giocano il secondo posto. In calendario c’è il recupero della gara con il Santarcangelo: in caso di vittoria ci sarebbe l’aggancio al Venezia al secondo posto. Motivo dello  spostamento? Il Mapei Stadium era anche teatro di Sassuolo-Athletic Bilbao. Quant’è la voglia di raggiungere i neroverdi? “Il nostro programma è quinquennale e nel giro di questi 5 anni vorremmo provare ad arrivare in serie A. Se poi l’obiettivo è un po’ troppo ambizioso solo il tempo potrà dirlo, queste sono le intenzioni e le speranze. Cercheremo di fare questa scalata il prima possibile, poi nel calcio non c’è nulla di scontato o sicuro”.

Quanto è stimolante riportare un club del genere nel calcio che conta? “La mia ricerca è andata avanti per un anno e per tradizione e bacino d’utenza i granata erano un’occasione da non farsi sfuggire. Il club ha una storia che stimola, ci dà una grande carica. La voglia di riportare il pubblico della Reggiana dove merita è tanta. Sappiamo che il percorso è lungo e difficile ma rivedere “La Regia” in serie A è il nostro sogno”.

Nonostante la vicinanza di tante realtà di categorie superiori, il pubblico granata è rimasto fedele: “Sì, ci sono tanti club in questa zona geografica: la concorrenza c’è, inutile negarlo. Ci sono Carpi, Sassuolo, Parma, Bologna, Modena, ma il pubblico della Reggiana è un pubblico fedele e il fatto che siamo riusciti ad arrivare a quota 5 mila abbonati in Lega Pro la dice tutta. Dobbiamo essere bravi noi ad attirarne ancora di più. Giochiamo in casa a settimane alterne con il Sassuolo, quindi non penso che nessuno si rubi pubblico. E ti dirò di più. Non solo vengono tanti tifosi in casa, ma anche in trasferta siamo tra i più seguiti: a Lumezzane erano 300-400 che per la categoria è veramente tantissimo”. Sarà veramente arrivata  la volta buona? Reggio ci spera.