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Real Madrid, Zidane lascia la panchina: “E’ il momento giusto”

Una conferenza inattesa, annunciata con poco più di un’ora di anticipo. Un annuncio inatteso quattro giorni dopo la finale di Kiev. Zinedine Zidane non sarà l’allenatore del Real Madrid. Ad annunciarlo è stato lo stesso francese in una conferenza stampa a Valdebebas. Si chiude così il lavoro a Madrid di Zizou – che era cominciato il 4 gennaio del 2016 e che ha portato in meno di tre anni nove titolo nella bacheca blanca.

Per la sua successione già si ipotizza che il club possa puntare ancora una volta su una soluzione interna; al momento sono Santiago Solari e Guti i nomi più quotati, anche se non si escludono altre alternative. Il presidente Florentino Perez apprezza il profilo di Mauricio Pochettino – che ha appena rinnovato con il club inglese fino al 2023. Anche Antonio Conte può essere una opzione nei prossimi giorni di riflessione: nessun contatto per il momento, valutazioni in corso dopo questo cambiamento inatteso.

La notizia si era diffusa poco prima dell’inizio della conferenza, a confermarlo è stato poi lo stesso Zidane. “Amo molto questo club e il presidente. Ho preso la decisione di non continuare questa avventura. È un momento strano ma questa squadra ha bisogno di un cambio per continuare a vincere, ha bisogno di qualcosa di diverso, un’altra metodologia di lavoro. Per questo ho preso questa decisione”.

Parola poi anche al presidente Florentino Perez: “Dopo la Champions vinta questa è una decisione in attesa ma solo possiamo capire e rispettare la volontà dell’allenatore. Questo mi ha scosso molto quando sono venuto a saperlo, mi sarebbe piaciuto convincerlo a cambiare idea ma so che tipo di persona sia. Voglio ringraziarlo per quanto ha fatto, per l’affetto e per tutto quello che ci ha dato in questi anni. Non è un addio, è soltanto un arrivederci. Se ha bisogno di riposare credo se lo meriti”.

“Il Madrid mi ha dato tutto, sarò vicino a questo club tutta la vita. Per alcuni questa scelta non avrà senso ma per me sì – continua Zizou – è il momento di cambiare. La tifoseria mi ha sempre appoggiato, ringrazio tutti perché in una stagione ci sono momenti complicati ma una squadra così ha bisogno dell’appoggio di tutti. Grazie ai giocatori, che mi hanno sempre seguito. Sono stati informati per messaggio, parlerò con in capitani e già l’ho fatto con Ramos. Ci sono momenti duri e altri molto belli, abbiamo finito una stagione in maniera spettacolare ma certe cose fanno riflettere. Dopo tre anni, posso sbagliarmi, ma non sono stanco di allenare”.

E ancora: “Non cerco un’altra squadra, i giocatori – Ramos e non solo – hanno capito e mi hanno augurato il meglio. Il mio tempo qui è finito. E’ tutto più semplice di quel che sembra. Ci sono delle tappe e uno deve capire quello che succede. Lo faccio per il bene della squadra, sarebbe stato difficile vincere con me l’anno prossimo. Il momento più bello? Dopo quello del mio annuncio come allenatore direi quello della vittoria della Liga. Il peggiore, dopo la sconfitta contro il Leganes”.

“Serenità, lavoro, sacrificio. Questo è il segreto per trinofare qui. Avere il rispetto dei giocatori è stato fondamentale. La decisione non ha nulla a che vedere con i calciatori, né con le voci su Cristiano. Io sono un vincente e mi piace conquistare qualsiasi cosa. Se ho la sensazione di non riuscirci, me ne vado. Non è colpa di nessuno. Se non avessi vinto la Champions? Non so cosa avrei fatto – ha concluso – forse se avessimo perso, non so…”.