Rastelli sette mesi dopo: “Partenio? Entrerò a testa alta”
Fortuna? Destino? A volte è una questione di attimi, di centimetri. E dopo cambia tutto. Chi sa cosa sarebbe successo se Castaldo, lo scorso 2 giugno a Bologna, l’avesse messa dentro. La traversa ha detto di no a lui, alle speranze dei tifosi e dei dirigenti dell’Avellino e alle ambizioni dell’allora condottiero, Massimo Rastelli. D’accordo, ci sarebbe stata una finale da giocare. Ma in caso di promozione difficilmente le strade dell’allenatore di Torre del Greco e dei bianco-verdi si sarebbero separate. Poteva essere la prosecuzione migliore di una bella storia iniziata nel giugno 2012. E invece…Una promozione in serie B il primo anno e due campionati di grande livello in cadetteria, culminati con la finale play-off sfumata di un centimetro. La favola non ha avuto il lieto fine e in molti in Irpinia non l’hanno presa bene. Ma andiamo con ordine…
Accade tutto tra l’otto e l’undici giugno dello scorso anno. La mattina di lunedì otto giugno l’accordo per il rinnovo con i dirigenti campani è fatto, ma le parti differiscono la firma. Martedì nove arriva la chiamata importante, quella del Cagliari, nobile retrocessa in cerca di un pronto riscatto. Rastelli non può rifiutare e raggiunge il presidente rossoblù Giulini a Milano. Al termine di questo primo colloquio Rastelli fa presente che doveva prima parlarne con il presidente Taccone, il quale nella mattinata aveva annunciato di avere tra le mani un “pezzo di carta” firmato da Rastelli. Nessuno la prende bene e Taccone minaccia di lasciare Rastelli fermo un anno. All’allenatore napoletano viene pure negata una conferenza stampa chiarificatrice.
Dopo un braccio di ferro lungo tre giorni, il 12 giugno è tutto deciso: il Cagliari, con un comunicato sul proprio sito, annuncia l’ingaggio di Rastelli per tre anni. Contestualmente l’Avellino annuncia Attilio Tesser. Da allora sono passati sette mesi. I protagonisti saranno gli stessi e già questa è una nota positiva, vista la facilità con cui saltano le panchine nei nostri campionati. La seconda l’ha regalata ieri in conferenza Rastelli, che non nega che per lui sarà un match speciale: “E’ una partita particolare per me, inutile negarlo, ma sono questioni personali e bisogna tenerle fuori. Taccone?L’ho sentito qualche mese fa e ci siamo incontrati casualmente all’aeroporto di Napoli: ci siamo abbracciati. Da parte mia ci sarà un saluto affettuoso e caloroso, anche perché il tempo lenisce le ferite e i dissapori”.
La terza nota lieta potrebbe regalarla il pubblico di Avellino: applausi o fischi? I tifosi dei “lupi” sono ancora indecisi sul da farsi. C’è chi propone anche una via di mezzo: fischi all’inizio e poi applausi, comunque vada a finire. Poche ore ancora separano Massimo Rastelli dal tunnel che conduce dagli spogliatoi al campo: “Accoglienza? La gente deve fare quello che ritiene più giusto, accetterò. Sicuramente entrerò al Partenio a testa alta. Da parte mia, con il tempo ho capito la loro reazione e loro hanno capito che per me era una grande occasione”.