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Raiola: “Donnarumma? Se qualcuno mi chiedesse il prezzo significherebbe che non può permetterselo”

Tra il fenomeno Donnarumma, la rinascita di Balotelli e il gioiellino bianconero Kean, Mino Raiola ha sicuramente tanti motivi per sorridere. Unica nota dolente di questo inizio stagione è Paul Pogba, ancora lontano dal livello mostrato alla Juventus. Ma andiamo con ordine. Si parte dal portierino del Milan:

“Donnarumma? Ricordatevi quello che sto dicendo adesso, ha tutto per diventare il più forte portiere del mondo” – si legge nelle pagine del Corriere dello Sport – “Gianluigi è come la tela bianca sulla quale un artista dà la prima pennellata, poi la seconda, la terza e così via. E dal nulla nasce un capolavoro. Ecco, Donnarumma è un capolavoro che diventa più bello giorno dopo giorno. Ha 17 anni, però, ha la maturità di un veterano, cerca di migliorarsi in ogni allenamento, è un ragazzo molto serio e molto bene educato. Dipende da che cosa intendano fare i cinesi. Va bene presentarsi con una montagna di denaro, ripianare i debiti, riorganizzare la società, ma io voglio misurare quanta passione ci metteranno i nuovi padroni. Perché qui sta il punto: i trent’anni di Berlusconi sono passati alla storia prima di tutto grazie alla passione del presidente, non soltanto per i soldi che ha speso. Se qualcuno chiedesse al Milan quanto costa il cartellino di Donnarumma, vorrebbe dire che non potrebbe permetterselo”.

I soldi incassati dalla cessione di Higuain sono stati ben spesi dal Napoli? “Sapete che cosa avrei fatto io al posto di De Laurentiis? Avrei investito quei 90 milioni nello stadio. E’ incredibile pensare che una squadra del livello del Napoli sia costretta a giocare in campionato e in Champions League in un impianto ridotto com’è ridotto il San Paolo. Ma la questione riguarda buona parte del calcio italiano. Juve Stadium, Mapei Stadium e Friuli sono le uniche eccezioni in un panorama desolante. Fino a quando il calcio italiano non risolverà questo problema non potrà mai colmare la distanza dalla Premier o dalla Bundesliga. Io suggerisco di fare lo sciopero della serie A. Serrata totale sino a quando il governo non scioglie questo nodo. Ma non a parole, con i fatti. Provate a immaginare che cosa accadrebbe in questo Paese se il calcio si fermasse: pensate che i politici non si muoverebbero finalmente?”.

Parole al miele per la Juventus: “E’ un fenomeno unico in Italia. E’ la società meglio organizzata e non è un caso che da cinque anni domini il campionato. Il management bianconero è il massimo, a cominciare da Andrea Agnelli: non ho mai sentito il presidente dire una parola fuori luogo o invadere le competenze altrui. Alla Juve ognuno sta al proprio posto, sa ciò che deve fare e lo fa al meglio. Kean? Ha appena sedici anni, ma, se continua così, Moise può diventare un numero uno. Ha talento, fisico, spirito di sacrificio. Ha capito quanto grande sia l’opportunità che ha davanti. Ha una grinta spaventosa”.

Capitolo Balotelli: “Mario è partito benissimo in Francia. Ora deve continuare così, ma, sia io sia lui siamo sempre più soddisfatti della scelta che abbiamo fatto. In Costa Azzurra ha trovato un ambiente familiare, un presidente che lo sostiene, un allenatore consapevole quanto sia importante rilanciare un attaccante del suo valore. E i tifosi stravedono per lui. Una condizione ideale per ritrovare se stesso e riproporsi ai massimi livelli. Sapete che cosa vi dico? Il 2017 può essere l’anno di Balotelli. Quando è al cento per cento della condizione, lui è fra i migliori primi quattro attaccanti al mondo e tre sono i miei (Balotelli, Ibrahimovic e Lukaku)”.

Intanto Pogba non brilla a Manchester: “Ho ricordato il precedente di Nedved alla Juve, ma potrei citarne molti altri. Nuovo Paese, nuovo campionato, nuovo allenatore, nuovi compagni: è normale pagare un pedaggio all’ambientamento in una realtà così doversa da quella di Torino. Ma è soltanto una questione di tempo. Giovedì sera, in Nazionale, contro la Bulgaria, l’ho visto bene. Pogba continua a progredire: presto se n’accorgeranno anche a Manchester. E nel resto d’Inghilterra. Lui come la Gioconda? Ne sono convinto più che mai”.

Il mercato di gennaio è ancora lontano, ma Raiola avvisa la serie A: “Nonostante la Brexit, il mercato inglese continuerà a essere il più ricco e il più caro e l’Italia, come gli altri campionati europei, ad eccezione della Bundesliga, seguiterà ad essere un serbatoio cui la Premier possa attingere quando e come desidera. La situazione è sotto gli occhi di tutti. Sino all’inizio del nuovo secolo, i padroni eravamo noi. Ora non più e, se non risolviamo la questione stadi, non andiamo da nessuna parte. Anche nel 2017 ci saranno follie cinesi: verranno in Europa a prendere altri giocatori, strapagandoli. Il che non può non farmi piacere”.