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Poca chiarezza e false promesse: Mannone, storia di un addio già scritto col Sunderland

Nel calcio non esiste riconoscenza. Frase trita e ritrita, spesso vera. Tornata particolarmente di moda recentemente in seguito all’esonero di Ranieri dal Leicester. A cui però va aggiunta la meritocrazia. Ne sa qualcosa un altro italiano di Premier, Vito Mannone, la cui storia col Sunderland sembra ormai esser giunta davvero al capolinea.

Un trattamento poco riconoscente prima per l’uomo, poi per il portiere. Una parola non rispettata. Approfittando del primo infortunio ad agosto per accantonarlo; richiamandolo in causa come se nulla fosse nei momenti di necessità. Sin dall’inizio infatti, Moyes e la società hanno individuato il giovane Pickford come portiere titolare, rinunciando così ad un estremo difensore già esperto in lotte per la salvezza in favore di una possibile plusvalenza in estate dalla cessione dell’inglese. Senza però fare i conti con uno spettro retrocessione sempre più incombente. Poca chiarezza e tanta confusione sia societaria che tattica, nel Sunderland. Nelle quali Mannone avrebbe potuto essere una garanzia.

E pensare che era stato uno dei principali artefici della miracolosa salvezza nella stagione passata a suon di parate, tanto da essere individuato in estate da Allardyce – assieme a Defoe – come perno da cui ripartire per la Premier in corso. Non solo, arrivato dall’Arsenal nel 2013, era riuscito a guadagnarsi anche il premio di giocatore dell’anno del Sunderland nel 2014, toccando l’apice della carriera quando trascinò la propria squadra in finale di Coppa di Lega. Quella notte passò alla storia dei Black Cats: grazie ad una prestazione eroica all’Old Trafford eliminò ai rigori il Man Utd, non proprio un’impresa da tutti i giorni. Senza contare le 85 presenze – delle 108 totali in Premier – in maglia biancorossa in 4 anni. Rispondendo presente anche nelle ultime apparizioni quando ha sostituito l’infortunato Pickford: chiamato in causa, è stato inserito per ben 3 volte nel team of the week nelle ultime 5 settimane, grazie anche a due clean sheet nonostante la quarta peggior difesa del campionato.

Eppure, più Mannone para più sembra essere messo in discussione: il leitmotiv della sua carriera. Meritocrazia, dicevamo. Quella che il portiere italiano spera di incontrare già a partire dalla prossima avventura, visto come le strade inevitabilmente si separeranno in estate. Era stato vicino ad un approdo all’Aston Villa a gennaio, lo volevano anche Stoke City e Watford oltre a diverse squadre italiane. Ma alla fine decise di rimanere perchè il Sunderland lo ritenne incedibile promettendogli maggior considerazione. E lui accettò di giocarsi il posto. Dimenticando come nel calcio non esista la riconoscenza ma ripromettendosi di ricordarsene per il futuro.