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Pisa, Gattuso-show: “Non dormivo dalla paura. Nelle vene ho il sangue, mica l’acqua frizzante. Ad agosto ero a Marbella, vivrei anche in una macchina io… Oggi mi sono sentito da A”

E’ (anche) la sua domenica: camicia, scarpe da ginnastica, petto in fuori. Gennaro Gattuso, orgoglio e cuore: Pisa che batte la Spal e sogna ancora la B diretta, l’Arena che lo esalta a gran voce. “Gattuso, Gattuso, Gattuso“: lui sorride, applaude e ringrazia. Poi abbraccia i suoi e scende in sala stampa. Prima un ricordo speciale per quel “Cesare Maldini che è un punto di riferimento per me, come suo figlio e la loro famiglia. Sicuramente ci mancherà, lo ricorderò con affetto. A lui ho dedicato la mia presenza, è uno degli artefici della mentalità Milan. Fin quando c’ero io c’era disciplina e regole da rispettare, quando entri a Milanello c’è la statua di Nereo Rocco che ti faceva capire dove eri. Lui era un punto di riferimento, mi ha trasmesso l’identità Milan: forse non ero un giocatore da Milan io, per il mio gioco, per la barba che ho ancora, per la mia indisciplina… però mi hanno fatto diventare loro uno da Milan“. Poi su il sipario e via con lo show. Senza freni, come era in campo: trasmette tutto, emozioni, soddisfazioni, pensieri.

“Sembrava una partita di Serie A, questo non c’entra nulla con la Lega Pro: la gara di oggi deve essere uno spot per il calcio italiano. Abbiamo rischiato tanto con la difesa a tre, ma sono rimasto molto contento: bravi i ragazzi che ascoltano, qui c’è passione, voglia… non era una partita facile. Mi dava fastidio quando giocavo e c’era pressione già durante la settimana, la vedevo male. Ma questa piazza ha fame e voglia, oggi ci hanno aiutato tantissimo”. Finita? Macché: “Io per primo il 22 agosto scorso ero coi piedi nell’acqua a Marbella, tanti giocatori erano senza squadra… è un motivo di orgoglio per noi, significa tanto aver vinto due volte contro la Spal. All’andata ci andò anche un po’ di culo… oggi invece non c’è stata storia”. E allora il gap è sceso a 5, punti. Obiettivo raggiunto? “Mi svegliavo alle 2/3 di notte con l’incubo di vederli festeggiare in casa nostra, era l’unica cosa che non volevo. Non ci dormivo la notte. Cinque punti di differenza sono troppi, non li meritiamo”. La gioia più grande della sua carriera da allenatore? “L’anno scorso dopo 38 con l’OFI ho battuto il Panathinaikos. Col Sion ho sbagliato un rigore in semifinale di Coppa contro il Basilea… Avrò fatto 50 partite in panchina, di emozioni ne ho vissute molte. Questa creatura però la sento mia: devo ringraziare il dg Lucchese, mi sono giocato tanto io per venire qua. Solo un incosciente o un pazzo poteva venire qua il 22 agosto. Ma ho il fuoco dentro, non ho mai fatto calcoli… E per la prima volta, se non mi cacciano, finisco un campionato. Per la prima volta ho fatto una preparazione invernale, un mercato di gennaio… non avevo mai vissuto queste cose, sono contento”. A Pisa per sempre? “Io sono uno pane al pane e vino al vino, vivo la quotidianità. Posso dormire anche in una macchina, datemi un campo dove stare e vivo tutto con semplicità. Sono veramente orgoglioso se ripenso a quest’anno: tante bestemmie, tante parolacce… ma sono orgoglioso davvero, bisogna esserlo di questi ragazzi”.

A fine partita, poi, quella lunga corsa sotto la curva: “Ho il sangue nelle vene, mica l’acqua frizzante. Non sarei stato felice se avessero festeggiato davanti a noi. E siccome vengo da una terra orgogliosa… mi svegliavo con questo incubo. La tensione l’ho scaricata così, era anche un gesto di approvazione. Mi sono sentito un allenatore di Serie A oggi, adesso pensiamo alle cinque battaglie che ci aspettano”. Pisa sorride e fa festa, spettatrice del Gattuso-show.