Pisa, Angori: “Andare in A sarebbe un sogno. Qui mi hanno voluto a tutti i costi”
Samuele Angori si è raccontato, tra le sensazioni del primo anno in Serie B, cosa si respira nello spogliatoio del Pisa
Realizzare i sogni del sé stesso bambino. Quello che chiunque vorrebbe arrivare a fare, no? La sensazione è che Samuele Angori ci stia riuscendo. Basta sentirlo parlare. Nelle sue parole traspare quella felicità di chi è felice di trovarsi dove è, soddisfatto di quello che sta vivendo. Senza mai però togliere gli occhi dall’obiettivo. Il classe 2003, al primo anno di Serie B, ha conquistato la fiducia da subito di un totem del calcio italiano quale Filippo Inzaghi, che lo ha reso un elemento fondamentale del suo Pisa che sta stupendo in campionato. Ai microfoni di gianlucadimarzio.com, il terzino ha raccontato qualche retroscena sulla stagione della squadra nerazzurra, dell’ambiente positivo attorno alla squadra e delle sue ambizioni.
Angori: “Il Pisa mi ha voluto a tutti i costi”
Classe 2003, Angori sta vivendo la sua seconda stagione tra i professionisti. Dopo essere spiccato al Pontedera tra i migliori nel suo ruolo in Serie C, al punto che l’Empoli aveva in mente di lasciarlo in rosa. “La possibilità di rimanere all’Empoli c’era. Ho fatto il ritiro lì, la loro intenzione era quella di provare a tenermi, dato che stavano creando una squadra giovane”. Qualcosa poi è cambiato. Il Pisa ha deciso di mettere sul piatto 1,9 milioni di euro per il suo cartellino. “Il Pisa mi ha voluto a tutti i costi e ha fatto un investimento importante, soprattutto per un giocatore che aveva fatto solamente un anno in C“. Tutto in linea con la filosofia del nuovo corso del Pisa. Giocatori giovani, italiani e non, di proprietà, con il compito di risollevare la piazza dopo due stagioni complicate, riallacciare i rapporti con il pubblico e allinearsi con le ambizioni societarie: “Io non ho fatto il ritiro, ma appena arrivato i ragazzi mi hanno detto che si sentiva un’aria diversa. Il mister è una persona che ha un impatto fuori dal campo, ha dato un qualcosa in più”.
Quante cene di squadra: “Chi paga? Il mister ci mette sempre del suo…”
La forza del gruppo. In stagione ogni membro del club nerazzurro (non solo della squadra) ha rimarcato questo elemento, diventato spinta motrice anche per i risultati sul campo. Compagni in campo, amici fuori, come testimoniato dalle tante cene di squadra. “Spesso facciamo cene. Tendenzialmente accade in ogni sosta. Il mister ne organizza molte perché vuole creare un gruppo forte. Ci divertiamo passiamo del tempo, come facciamo tutti i giorni, ma è un elemento che ci unisce ancora di più“. La domanda sorge spontanea: chi paga? “Facciamo scommesse per decidere, anche in allenamento. Però il mister ci mette sempre del suo…”.
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“Che rapporto con Beruatto! Dove devo migliorare? Nel colpo di testa”
Inzaghi sin da subito si è fidato del terzino, sempre schierato in tutte le partite, inizialmente come un vero e proprio dodicesimo uomo, quindi tre gare da titolare. Un’eterna staffetta con Pietro Beruatto, classe 1998 ma già veterano nello spogliatoio nerazzurro. Infatti, se la squadra è unita, tra i due terzini sinistri si è instaurato un rapporto speciale, nonostante la “rivalità” sul lavoro: “Anche se ci contendiamo il posto, con Pietro ho un bellissimo rapporto. Ci prendiamo in giro in allenamento, ma è goliardia, abbiamo un bellissimo rapporto. Lui è più grande di me, fa questa categoria da protagonista da anni. In questo momento il mister ha deciso di fare giocare me, ma siamo una squadra che in tutti i ruoli vede almeno due giocatori interscambiabili”. A testimonianza di questa amicizia, l’esultanza assieme (la riproposizione di una movenza di un personaggio di One Piece, anime seguito da entrambi) al momento del primo gol in campionato di Angori, il 3-0 realizzato alla Sampdoria: “Bellissimo. Il primo gol, contro la Sampdoria, in casa e davanti alla Curva”. Insomma, il sogno di molti bambini, tornando al discorso iniziale.
La crescita di Angori sulla fascia sinistra è palpabile. “Il salto di categoria l’ho avvertito. In Serie B il livello questa stagione molto alto. La differenza la si nota non tanto sotto l’aspetto dell’impatto fisico, ma quanto la qualità di giocatori. Ce ne sono tanti che hanno fatto la A. In C potevi “permetterti” di sbagliare, c’era modo di recuperare. Qua è tutto diverso: il margine di errore molto minore, pari allo zero. Un errore può portare a un gol. Credo che il mister mi stia dando fiducia perchè sono cresciuto: sto riducendo il gap con compagni e avversari rispetto a inizio stagione. In 15 partite di B, sto vedendo il livello e le cose in cui posso migliorare. È il primo anno per me in questo campionato, devo stare tranquillo, lavorare”. Consapevolezza dei propri mezzi, ma soprattutto capacità di analisi su dove lavorare: “Posso migliorare in tutto. Ma se devo scegliere un aspetto particolare, quello è la fase difensiva, nella quale, secondo me, sono già migliorato molto rispetto all’anno scorso. Difendere a cinque è diverso rispetto a quarto, ma sono cresciuto molto nell’uno contro uno, nel non concedere il cross. Aspetti che mi mancavano. Cosa manca davvero? Il colpo di testa. Data la mia struttura fisica dovrei prenderla, ma mi ritengo scarso”. Sui compagni, invece, una parola di elogio su Tramoni: “E’ tra i giocatori che mi hanno impressionato di più. Sa spaccare la partita, ha un qualcosa in più rispetto agli altri trequartisti che abbiamo: crea i gol da solo, dal nulla. E’ adatto al nostro modo di giocare“.
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Angori sull’under-21
Quindici partite in Serie B, un gol, un assist e tante buone cose fatte vedere. Il pensiero a una possibile convocazione in under-21 risulta come un collegamento matematico. “L’ambiente esterno, i miei compagni, mi dicono che secondo loro potrei starci. Penso però che se il ct non mi ha convocato è perchè evidentemente manca ancora qualcosa La prendo in senso positivo, vuol dire che dovrò lavorare di più. Mi aiuta a migliorare“.
“Classifica? Vogliamo mantenere la classifica al più lungo possibile”
Il Pisa è attualmente al secondo posto in solitaria in Serie B, tre punti dietro al Sassuolo, dopo aver guidato il campionato per la prima parte. Ma lo sguardo, al momento, non va mai oltre la siepe: “Pensiamo partita dopo partita. Il mister ce lo ripete sempre. Poi la classifica la vediamo tutti, ed è importante. Siamo lì, lottiamo per quell’obiettivo, ma il campionato è lunghissimo, non finisce mai. Sappaimo che ci sono squadre forti come il Sassuolo, lo Spezia, la Cremonese e il Palermo. Ce la lotteremo: vogliamo manterene questa posizione il più a lungo possibile, siamo tre squadre che si contendono due posti da inizio campionato. L’una è pronta a sorpassare l’altra al minimo passo falso“.
Mai alzare i piedi da terra, mai dare niente per scontato. Ma certo che sognare è bellissimo. “Andare in Serie A qui sarebbe un sogno. Il nostro pubblico è bellissimo, la promozione manca da trent’anni. Farlo alla mia prima stagione sarebbe…”. Come dicevamo, il sogno di ogni bambino che ama il calcio.