Percassi e l’Atalanta, tra presente e futuro: “A volte penso di essere su Scherzi a parte. L’obiettivo per l’anno prossimo? La salvezza”
L’Atalanta di
quest’anno rimarrà nella storia della società ma anche del calcio italiano, per
la qualità del gioco espresso e non solo. “La
Juve, poi la Roma, poi il Napoli e poi noi. A volte penso di essere su Scherzi
a parte”, ha dichiarato il presidente nerazzurro Percassi nell’intervista rilasciata a La Gazzetta dello Sport. Ha
toccato anche il tema mercato: “Kessié voleva andare al Milan e l’offerta
economica era insostenibile per noi. Conti
ha altri 4 anni di contratto, se qualcuno si fa avanti… Comunque gli
consiglierei di stare un altro anno all’Atalanta, magari va alla Juve e finisce
col giocare poco. Lo stesso Caldara me l’ha detto: voglio stare un altro anno,
ora non mi considero pronto per la Juve. Anche
Gomez ha 3 anni di contratto e non è stato fatto nessun ragionamento
finora. Vedremo ma non credo voglia andare in una squadra qualsiasi. E adesso c’è
l’Europa…”. I giocatori dell’Atalanta si sono rivelati protagonisti anche
in Nazionale: “Visto quanto corrono?
Stanno tutti bene anche dopo un campionato così duro grazie al lavoro dallo
staff dei tecnici, dei medici e dei preparatori. Ma non ci fermiamo e nei
prossimi mesi investiremo 10 milioni per migliorare Zingonia: un gioiello”.
Secondo il presidente la svolta in questa stagione è stata “la notte passata insonne quando
Gasp mi ha detto che voleva lanciare alcuni giovani. Dovevamo giocare contro il Napoli reduce da
un partitone in Champions col Benfica. Gli ho detto: ‘Ma è sicuro? Se va male
si rischia di bruciare i ragazzi’. Ha avuto ragione lui”. Che feeling con
Gasp: “Abbiamo sempre creduto in lui e a
Bergamo non si era mai visto giocare così bene. All’inizio serviva una scossa e
ricordo che il mercoledì prima del Palermo dissi ai ragazzi che chi non avesse
giocato da Atalanta non avrebbe messo più piede qui dentro. Gasp era una nostra idea da tempo anche se
inizialmente avevamo puntato su Maran. Il nostro allenatore era sotto
contratto col Genoa e appena Preziosi mi ha telefonato per dirmi che prendeva
Juric, non ho perso tempo”. Sì ma niente paragoni con l’Atalanta del
passato: “Analogie con l’anno dei
Malines? Stessa fame e stesso entusiasmo della gente ma il paragone è difficile
visto che eravamo in B e poi siamo stati promossi, preferisco adesso”. Quest’Atalanta
è la diretta conseguenza dell’incredibile lavoro svolto per il proprio vivaio: “Puntiamo
soprattutto sull’educazione dei ragazzi, è una delle prerogative del nostro
vivaio. Anche quando sono a tavola devono comportarsi bene, non urlare o fare
casino. Siamo durissimi con chi sgarra. A volte telefono per assicurarmi che
tutto vada bene. D’altronde, ho giocato con Scirea so cosa vuol dire educazione”.
Gli obiettivi per la prossima stagione sono chiari: guai a montarsi la testa. “L’obiettivo
è la salvezza, non dobbiamo perderla di vista. Stiamo con i piedi per
terra: il doppio impegno sarà rischioso, visto quanto accaduto al Sassuolo. Noi
siamo pronti ma la priorità resta il campionato. Non dobbiamo rompere il
giocattolo. Non faremo follie, il monte stipendi oggi di 30 milioni al massimo
aumenterà del 20 per cento. Vogliamo migliorarci ma rispettando certi limiti. L’Europa
League ci porterà 7-8 milioni ma noi dobbiamo considerare anche i 10 milioni
investiti per Zingonia e i 40 per il nuovo stadio che sarà pronto tra 3 o 4
anni. Vogliamo tenere l’equilibrio per non essere costretti a vendere all’ultimo
momento come quando vendemmo Bonaventura. L’idea è quella di comprare giovani
italiani: adesso tutti seguono il modello Atalanta ma non è facile prendere
italiani di qualità. E noi siamo formichine rispetto alla Juve”. Verranno
fatti investimenti precisi: “Spero che lo
stadio sia un buon investimento anche se il comune non ci ha dato nemmeno un mq
di area commerciale in più all’esterno, eppure dopo 110 anni di storia ce lo
meritavamo. Siamo soddisfatti: chiudiamo con un tasso di occupazione del 90 per
cento e la gente ci segue, anche i più piccoli visto che ogni anno regaliamo 12
mila magliette ai neonati di Bergamo e provincia. È un peccato giocare l’Europa League al Mapei Stadium. Verona, San
Siro, Reggio Emilia erano le tre ipotesi. Il Sassuolo è stato molto disponibile
e sono sicuro che avremo lo stesso sostegno dei tifosi”. Con un auspicio
nei confronti della Lega: “Così non
funziona, ne ho parlato più volte anche con Tavecchio. Bisogna affidare i vari
settori a professionisti che aumentino il valore del prodotto facendo il bene
della Lega. Dobbiamo metterci d’accordo in Lega tra uomini di buona volontà per
la svolta”.