Palermo, Zamparini: “Cascio? Ottima impressione, ma gli imprenditori cinesi sembrano avere un altro spessore”
Dopo la famiglia Sensi, dopo Moratti e dopo Berlusconi anche un altro storico presidente italiano sta per lasciare il suo Palermo in mani straniere. Era da anni che Maurizio Zamparini cercava qualcuno in grado di assicurare un futuro ai rosanero e pare che questa sia proprio al volta buona:
“Questione di cicli” – si legge nelle pagine del Corriere dello Sport – “Io, ragazzino di 75 anni, debbo preparare un ricambio positivo. Non ne posso più del calcio. Sono innamorato di Palermo e della gente che riconosce la mia buona fede e quello che ho fatto con passione senza ritorni economici. Gratitudine ricambiata. Dico basta perché Certe cifre sono diventate immorali. Ha contribuito anni fa Berlusconi: ha stravinto tutto perché poteva spendere un sacco di soldi. Ma non è etico che un operaio guadagni nella vita la stessa cifra che un ragazzino del pallone prende in sei mesi se non in uno. Abbiamo un campionato nel quale una Juventus che fattura 350 milioni se la vede con l’Empoli che ne produce 30. E in più si enfatizza il suo mercato invece di gridare alla vergogna. Gli americani capiscono che se si mettono sul ring un peso piuma e massimo non c’è spettacolo”.
Il Palermo andrà in mani americane o cinesi? “Cascio? Ho avuto una buona impressione, dietro avrà persone capaci, è innamorato di Palermo. Tifoso della squadra da sempre, si vedrà in questi giorni con l’executive manager Baiguera. Il resto tutto da definire. La parte economica è la più importante non solo per l’acquisizione della società ma anche per capire che programma farà il Palermo. Al di là dell’affetto per Cascio, gli interlocutori cinesi sembrano avere un altro spessore”. Quattordici anni di Palermo, nessun rimpianto: “No, sono felice di avere incontrato i palermitani e di avere fatto il possibile per portare la società a livelli e immagini internazionali che non aveva. Sono dispiaciuto perché, tranne i paperoni, la crisi economica ci ha messo nelle condizioni di non operare più grandi investimenti. Ho visto presidenti rovinarsi, personalmente ho perso tanti soldi, troppi, non è etico neppure quello”.
Tanti in questi anni i campioni passati per il capoluogo siciliano , difficile poi trattenerli: “Quando prendi un Dybala e la Juve gli offre due milioni e mezzo, come faccio a trattenerlo? I miei “figli” giocano nel Psg, nella Juventus, nel Siviglia. Con stipendi tripli, e oltre, rispetto ai nostri. Politica di contenimento indispensabile per sopravvivere, L’ho detto anche ad americani e cinesi: bisogna prendere i giocatori a sedici, diciassette anni perché a venti i grandi club se li sono già accaparrati. A Palermo faccio loro da papà, poi non ascoltano più il presidente ma il procuratore che diventa un procacciatore di denari, l’unico valore che riconoscono. Quando mostrano il cuore con la mano al petto sono falsi, debbono metterla dietro dove c’è il portafogli. Foschi? Una cosa stranissima, mi dispiace, l’ottimo rapporto è rimasto, penso sia dispiaciuto anche lui”.
Ballardini aspetta rinforzi: “Vuole altri giocatori? Dice delle cose così… Un giorno si scoprirà il perché! Il portiere titolare è nuovo. Sono arrivati Rajkovic, Gazzi, Aleesami, Nestorovski, Sallai; tre giovani come Embalo, Bentivegna, Lo Faso, vorrei vedere fiducia ed entusiasmo, non richieste. In avanti ho Balogh, Sallai, Nestorovki, Quaison, Bentivegna, Embalo, Trajkovski e Lo Faso. Ai tempi d’oro solo Ilicic, Hernandez, Pastore e Cavani: età media 19 anni e mezzo. E mi dicevano che non si poteva restare in A! Ho rubato diversi talenti alla concorrenza, ecco perché gradirei fiducia e non precisazioni… E poi voglio che il tecnico svolga il suo lavoro e che sia la società a chiarire. Ballardini deve discutere solo della squadra, delle metodologie di allenamenti e delle impostazioni tattiche, il resto deve dirlo a me non alla stampa. E imparare a stare zitto e a parlare solo sul campo visto che è un ottimo allenatore”.
Squadra quasi completa per l’imprenditore friulano: “Speriamo che arrivi la ciliegina (Bruno Henrique). Centrocampo da sistemare? Dipende anche dal modulo. Siamo quasi a posto. Non possiamo svenarci, i nostri stipendi non possono superare la soglia dei sei, settecentomila euro. La punta? L’anno scorso, con Trajkovski centravanti, abbiamo vinto le prime due partite. Spalletti ne fa a meno. Importante, il continuo movimento senza palla e un disegno tattico preciso. Sono allenatori come Klopp a fare la differenza. Mi auguro lo stesso da Ballardini, che è bravo, e non ha bisogno di chiedere altri elementi perché i giocatori li ha. Stimo società come Empoli e Chievo che spendono poco e arrivano davanti a noi. E’ facile operare come la Fiorentina… Va sul mercato e compra i migliori. Lo facevo anch’io, ma non superi il quinto posto, perdi quindici milioni l’anno e poi la società fallisce. Noi invece avremo un bilancio positivo per i prossimi cinque anni”.