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Nel segno del… nonno. Dalla prima in Under 21 al tris con l’Atalanta: che Petagna, il nuovo (2)9 di Gasperini

La domenica della festa dei nonni non poteva che essere la sua giornata. Sì, perché Andrea Petagna la passione per il calcio l’ha ereditata proprio dal nonno – Francesco – che per dieci anni ha giocato nella Triestina.

Andrea, invece, ha già girato tanto: Milan, Sampdoria, Latina, Vicenza, Ascoli e adesso Atalanta. Niente male per un ragazzo nato appena 21 anni fa! A proposito di 21, questa è stata la settimana della sua prima convocazione in Under…21, ovviamente. Una convocazione figlia di uno stato di grazia davvero invidiabile.

Arrivato a Bergamo con l’etichetta di terza punta, alle spalle di Paloschi e Pinilla ha saputo mettere la freccia e conquistare un posto da titolare, inamovibile. Come? Facile, anzi facilissimo: a suon di gol. Tre nelle ultime tre partite, uno score non certo da esordiente, ma da attaccante navigato.

A proposto, nell’Atalanta non ha scelto la numero 9 (finita sulle spalle di Pesic), che lo fece piangere ai tempi del Milan (quando i rossoneri decisero di darla a Matri e non a lui) e che dalle parti di Bergamo rievoca ricordi troppo ingombranti (l’ultimo a fare bene con quella maglia è stato Pippo Inzaghi, poi solo flop).

Andrea Petagna, invece, è uno da top, anzi da record. Per ora ne ha già fissato uno: quello del gol più veloce di questa serie A, dopo appena 2′ e venti secondi contro il Crotone. Poi si è ripetuto con il Napoli, con una rete arrivata anche lì subito-subito, a soli 9′ dopo l’inizio della gara.

Da quando é arrivato all’Atalanta ha iniziato a specchiarsi meno (ha più volte dichiarato di guardarsi spesso allo specchio) e ad essere più concreto, sopratutto sotto porta. Ha imparato anche a lottare, sopratutto per la squadra e ha abbandonato la strada da “tronista” per imboccare (definitivamente) quella da bomber. Gasperini è maestro in quest’arte – Borriello al Genoa docet – e Petagna sembra essere l’alunno ideale: giovane e affamato. Dall’Atalanta all’Under 21, nel segno del gol: un vero e proprio vizio di famiglia.