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Nazionale, parla Ventura: “Zaza, Gabbiadini, Pellè: vi dico tutto. Volevo portare Verdi e altri giovani. La Serie A? Non un campionato da ricordare”

Doppio impegno per gli azzurri, prima il Lichtenstein per le Qualificazioni ai Mondiali di Russia 2018 e poi l’amichevole di prestigio a Milano contro la Germania. Primo giorno di raduno a Coverciano per la Nazionale, con qualche volto nuovo (Politano, Gagliardini e Cataldi) e alcune assenze di prestigio (Marchisio e Barzagli, out per infortunio). Ritiro azzurro inaugurato come da tradizione dalla conferenza stampa di Giampiero Ventura, il CT dell’Italia.

Sui convocati e sugli infortunati: “Ci sono state molte defezioni. Volevo portare anche Verdi, che stava facendo benissimo ed era assolutamente tra i convocati. Ho fatto una convocazione allargata, è la prima e penso l’ultima che avrò quattro giorni per me. Da qui a sabato ne ho 4 effettivi per buttare giù le basi”.

Sui giovani: “Ho detto che Conte ci aveva lasciato una Nazionale vecchia, è evidente che prima o poi un ricambio generazionale fosse fisiologico. Il destino vuole che i giocatori su cui avevamo costruito la base sono venuti meno tutti… E’ vero che è un momento storico non straordinario da un punto di vista della qualità, ma è un momento molto importante dal punto di vista dello sbocciare di tanti giovani. Saremmo poco intelligenti a non accorgercene. Fra oggi e lo stage successivo verranno tutti i convocabili, Caldara, Conti, etc. Gagliardini? Se un anno fa glielo avessero detto, non ci credeva. Oggi è qua per le sue prestazioni. Non importa se è pronto o no, importa che sia pronto quando starà a lui”.

Sulla Serie A “scarsa”: “Non è il miglior campionato degli ultimi anni, lo penso anche se è sempre un argomento pericoloso. Non c’è grande continuità tranne la Juve e la sorpresa Atalanta, ci sta provando la Roma che però a Torino ha preso tre gol. Vuol dire che c’è da lavorare ancora. Il campionato comunque è ancora interessante, ma dal punto di vista della spettacolarità non credo sia un campionato da ricordare”.

Su Verratti: “Ci siamo abituati a lui, ma è un ragazzo di 22 anni. E’ un capitale assoluto, ma non può gestire dal nulla la Nazionale a 360°. Ha poco tempo a disposizione qui per lavorare. Se facesse 40 giorni di ritiro con la Nazionale cambierebbe di gran lunga”.

Sulla Germania: “Il Lichtenstein se la vinci è normalità, ma devi vincerla prima. E devi prepararla con attenzione. I tedeschi dipende da che punto di vista li guardi. Potrebbe essere l’occasione per aumentare l’autostima se attraverso la prestazione riesci a farlo, ma non è la Nazionale migliore per far giocare i giovani. Soprattutto in Italia. Rimango dell’idea che oggi come oggi per come siamo strutturati e per cosa sta succedendo, avrei preferito un’amichevole di spessore diverso che mettesse i giovani in condizione di affrontarla. La Germania è una tesi per chi si è appena iscritto all’Università, è la Nazionale più attrezzata di tutte”.

Su Izzo: “L’ho chiamato perché abbiamo detto che iniziamo a provare in questi giorni un atteggiamento diverso, ma devo anche essere in grado di tornare indietro alla difesa a 3 ed avrei solo Rugani che non gioca da un po’”.

Su Pellè: “La parola “definitivamente” non esiste in Nazionale, quindi non è assolutamente fuori per sempre. Ho già detto che poteva essergli utile fare una pausa di riflessione per capire il perché di quel gesto, quindi è una riflessione che deve fare lui”.

Su Zaza: “Lo stesso discorso vale anche per Gabbiadini. Non stanno affrontando un periodo straordinario, ma sono due capitali azzurri e la Nazionale serve per ridare loro la possibilità di ritornare ad essere i giocatori che sono. Lo Zaza attuale non è lo Zaza che determinava il gol-scudetto contro il Napoli, ma in questo momento è in difficoltà e vogliamo dargli una mano”.

Su De Rossi e Verratti insieme: “Non ho cambiato idea, ribadisco che non intendevo che non potessero giocare insieme. Parlavo del 3-5-2 dove secondo me non erano compatibili. In un centrocampo a 2 il discorso cambierebbe completamente e sarebbero assolutamente compatibili”.

Su Giovinco, El Shaarawy e Insigne: “Sono due situazioni diverse. Stephan assolutamente può ancora rientrare tra i convocati, ne posso portare pochi alla volta di esterni, non 10. El Shaarawy ha le caratteristiche per fare il nuovo modulo. Giovinco? Per due anni ho fatto di tutto per averlo, conosco tutto di lui. Il problema è che gioca in un campionato dove ha meno importanza il numero dei gol che fa, perché la sua qualità fa la differenza. Purtroppo si adatta a quel campionato, la fase di riconquista di palla diventa secondaria, etc. Il problema è la mentalità, è lo stesso problema di Criscito. E’ un ottimo giocatore ed un amico, l’ho visto crescere. Ma il suo problema è che si deve violentare per ritrovare il sacro fuoco necessario qui ed inferiore in Russia”.

Sui terzini: “E’ quello che offre il campionato. Antonelli è l’unico terzino sinistro con un minimo di esperienza, lo stesso discorso vale per Rugani che ha giocato l’ultima partita contro la Francia e poi una sola con la Juventus. In attesa che i giovani crescano, come Barreca che sta facendo un buonissimo campionato ma che non posso mandare al massacro contro la Germania. Ci vuole tempo”.

Su Belotti e Immobile: “Stanno facendo bene, non solo nei numeri ma anche sul piano delle prestazioni. Sono due giocatori che non devo scoprire io, li ho avuti e voluti e li conosco perfettamente. Sono sulla strada per prendersi la Nazionale, hanno la possibilità di prendersela come altri anche. Come in tutte le cose, quando credi di essere arrivato resti dove sei. Se invece hai umiltà, puoi migliorare ancora. Come loro. L’Italia si può trovare una grande coppia di attaccanti”.

Sulla Juventus: “Che giochi bene o male è relativo, vince e nel calcio conta solo quello. Tutto il resto viene dopo”.

Su Bernardeschi: “Il progetto di metterlo interno non è abortito. Se giochiamo 3-5-2 le sue caratteristiche vanno a finire lì, se giochiamo 4-2-4 quel ruolo lì non c’è più e lo adibiamo in quello che è stato il suo inizio di carriera. E’ tutto da verificare, poi dirà il campo. Sennò rimaniamo fossilizzati su una cosa detta…”.

Sulle sorprese del campionato: “In positivo Torino e Lazio, in negativo Inter e Sassuolo”.

Su Astori: “Davide è un giocatore che mi ha sorpreso per serietà e qualità. E’ un giocatore che può giocare a 4 e 3, assolutamente duttile ed utile. Ed è impregnato di professionalità, una qualità importante. Ci facciamo pieno affidamento, lo sa anche lui”.

Su Balotelli: “Non è qui per demeriti tecnici, ha grandi qualità e nessuno lo ha mai messo in dubbio. Deve farsi delle domande sul resto, in due mesi non può cambiare la storia di una persona”.