Nano a chi? Capaci, il Palermo di Dybala. “Mister mi vuoi bene?”: adesso La Gumina segna con la Ternana
“Nino! Nino!” urlavano a Capaci. Sui campi in terra lui rincorreva tutto e tutti, fame da vendere anche a 6 anni quando giocava (e segnava) contro bambini più grandi di 1 o 2 anni. Lo aveva cresciuto Salvino Taormina, uno che ha tenuto vivo il calcio alla Libertas Capaci per anni e che voleva portarlo pure al Milan. Nino seguiva tutti i consigli, non sgarrava mai. “Mister grazie per gli allenamenti che ci fai fare“, scriveva La Gumina sotto una foto di squadra regalata a fine anno all’allenatore che lo aveva coccolato. E poi… “mi vuoi bene?” con due caselle: “sì” o “no“. Barrare la scelta, grazie. P.S.: “se scrivi no ti voglio bene lo stesso“. Dolcissimo Nino “Gian Burrasca“, ma caratterino niente male. La Gumina a 9 anni aveva già deciso che agli allenamenti con il Capaci non sarebbe più andato. Segnava troppi gol, i compagni – stufi – non gliela passavano più. E lui? “Mister mettimi in porta!” racconta la leggenda: rimessa dal fondo, dribbla tutti gli avversari e segna. Ciao a tutti. Alle telefonate degli allenatori non rispondeva, faceva dire ai genitori che aveva male ai talloni. Papà Filippo e mamma Silvana quasi disperati perché il talento c’era, fu lei a portarlo un giorno ai provini del Palermo. Prestazione super, ma non per loro. “Andiamo via!” dissero, convinti che sarebbe stato scartato. Convinti al punto da non lasciare neppure il numero di telefono, solo il certificato medico necessario per la prova. “Chi sono i genitori del ragazzino di Capaci?” urlavano gli scout del Palermo. “Noi“, risposero i La Gumina. Era il sì ai rosanero, iniziava l’avventura. Dai pulcini alla prima squadra, tutta la trafila a suon di gol. Gli allenamenti con Dybala e Vazquez, i gol da record (sfiorato) al Viareggio. Golden boy, miglior talento. Faceva la differenza nella Primavera di Bosi come ci si poteva attendere da un ’96. Un gigante del gol, e leggerlo fa quasi sorridere. Perché prima Nino faceva soltanto l’esterno, colpa della statura. 163 cm di talento compresso, maledetta sindrome di Osgood-Schlatter. Gli aveva bloccato la crescita, prima che superasse anche lei. 21cm in più in un’estate sola, la trasformazione era bella che fatta. “Segna sempre lui!” era il ritornello nelle giovanili del Palermo. Adesso… segna lui, con la Ternana. In prestito per crescere, consigliato e seguito dall’agente Triulzi. Ieri il primo gol in B a Trapani, nella sua Sicilia. Un 2-2 per cominciare, può andar bene. Agli allenamenti si presenterà ancora, ormai è cresciuto. Da “nano“, come lo chiamavano, a gigante del gol. In Primavera ancora lo ricordano, la B è pronta a conoscerlo.