Montella: “A Siviglia sto benissimo, ma se la Nazionale chiamasse…Milan? Nessuno può essere vincente da subito, c’era bisogno di tempo”
Quarti di finale di Champions League in tasca, dopo l’impresa di Old Trafford, finale di Copa del Rey e un ruolino di marcia in Liga dal sorriso a metà, con 5 vittorie, un pari e la sesta sconfitta (arrivata ieri contro il Leganes): a 4 mesi dal suo insediamento sulla panchina del Siviglia, Vincenzo Montella ha visto la sua squadra ottenere risultati differentemente positivi soprattutto in ambito-coppa, restando tuttavia lontano in campionato dalla zona Champions. Raggiungimento lontano di una competizione in cui, grazie alla doppietta di Ben Yedder contro il Manchester United, l’ex allenatore del Milan è riuscito a eliminare nientemeno che José Mourinho: successo del quale Montella ha parlato così ai microfoni di Radio 1 Rai, nel corso della trasmissione “Anch’io Sport”:
“Devo dire che è stata un’emozione unica, non tanto per Mourinho ma per aver vinto quella partita, di prestigio, quasi come aver vinto una coppa. José è un allenatore che stimo, ho letto il suo libro e ho una stima particolare per lui, ho seguito anche i suoi metodi lavorativi: si è dimostrato una grande persona, è venuto a farci i complimenti negli spogliatoi poi. Qualsiasi squadra si peschi ora è dura, ma sicuramente il Bayern è tra le più forti in assoluto. In un’eventuale semifinale o finale mi piacerebbe incontrare la Roma del mio amico Eusebio Di Francesco, visto anche il mio passato giallorosso”.
Spazio poi al bel momento vissuto dai giovani attaccanti del Milan, tra Cutrone e André Silva: “Cutrone? Sono felicissimo della sua convocazione, quasi come se fosse stata la mia: lo sento un po’ come mia creatura, vedevo la sua fame sottoporta, abbiamo lavorato tanto su di lui anche con Caccia sui movimenti offensivi. Vuole migliorarsi in ogni allenamento, e credo questo lo porterà lontano, potrà essere il futuro della Nazionale. André Silva ha potenzialità enormi, le sta lasciando intravedere ora: è giovanissimo ed è arrivato da un altro campionato, a volte si giudicano i giocatori in base al prezzo, ma ha grandi potenzialità”.
Sempre sul Milan, e sull’addio prematuro al club rossonero, Montella ha proseguito così: “Il nostro mestiere siamo spesso pagati per essere capri espiatori: credo di aver fatto il meglio possibile, con degli errori certamente, ma talvolta dimentichiamo che avevo a disposizione giocatori nuovi, provenienti da tanti differenti campionati. C’era bisogno di tempo, nessuna squadra può essere vincente da subito con il solo Bonucci ad aver vinto tanto tra i nuovi arrivi: ci vuole pazienza, tempo, ci sono tanti giocatori che miglioreranno. Nessuno tra i nuovi arrivati, Bonucci a parte, aveva vestito maglie importanti come quella del Milan. Un undici definitivo al Milan? Nessuno se n’è accorto, ma impostavamo a 3 e difendevamo a 4, in una sorta di 4-4-2: i numeri non devono dare una visione statica. Resta una questione di tempo e di adattamento: Suso ha sempre giocato nella sua posizione, tranne in alcune situazioni, ed è successo poi per accontentare il suo ex presidente, che chiedeva di vederlo giocare più vicino alla porta…forse avevo ragione io però“.
Tra campionato italiano, VAR e futuro, poi: “La prossima settimana incontreremo il Barcellona in campionato e in finale di Copa del Rey, credo sia una squadra più abituata alle finali ma spero che con la Roma possa esserci una gara aperta. Serie A equilibrata? Il Napoli sta dimostrando di poter competere, sicuramente ha una rosa più corta ma sta migliorando, è merito degli azzurri questo equilibrio: la logica, dicendolo in maniera professionale, dice che la Juventus ha una rosa più lunga ed è più abituata a vincere, pur avendo più impegni. Il VAR? Un po’ di nostalgia ce l’ho, quando sei preso dalla tensione non accetti gli altri possano sbagliare: la percentuale di errore si è abbassata, e in alcuni casi aiuta assolutamente. SPAL-Juve non l’ho vista, ma credo la squadra di Semplici sia tra le sorprese del campionato, gioca sempre con grande equilibrio. In Spagna c’è una cultura offensiva, qui ho lavorato un po’ di più sull’organizzazione difensiva, che non è prevalentemente di reparto ma di collettivo. I giovani bravi giocano, Cutrone lo dimostra: credo talvolta ci sia troppa fretta, l’importante è che sia bravo. Mi trovo benissimo qui, ho un altro anno di contratto qui e ho voglia di continuare. Io alla Juventus l’anno prossimo? No, c’è Allegri che sta facendo un lavoro straordinario, la Juventus ha già un ottimo allenatore…Se accetterei la Nazionale? Sinceramente credo che per un allenatore allenare la Nazionale sia un sogno, se mi capiterà non lo so, ad oggi non c’è ma se mi succederà, senz’altro.“
Chiusura tra possibilità Milan in Champions e il futuro di Donnarumma: “Sinceramente non lo so, sto seguendo pochissimo il campionato italiano: il Milan sta facendo una grande risalita, davanti stanno un po’ rallentando ed è nettamente in corsa e in lotta. Donnarumma e la sua famiglia sono persone molto equilibrate, stanno vivendo qualcosa di grandissimo, penso che abbia un grande futuro davanti e un grande presente: ha una famiglia molto stabile alle spalle. Reina? Qualsiasi grande squadra che si rispetti ha il dovere di lavorare e portarsi a casa due grandi portieri, come la Juventus ha Buffon e Szczesny”.