Monetine, rigori, muscoli e…biscotti! La storia dell’Italia agli Europei tra cinema e canzoni
Il cielo è azzurro sopra Parigi? Magari. Italiani pronti e in prima fila, iniziano gli Europei di calcio. Sperando in rewind del 2006. Berlino, Mondiali, ricordi indelebili. Meglio non pensarci però, ora una nuova sfida. Nel frattempo ecco un viaggio nella storia degli Europei della Nazionale: dalla vittoria del ’68 al cucchiaio di Totti. Passando per le delusioni di Euro 2000 e del ’96. Il calcio, la musica, il cinema, le tendenze di quegli anni. Foto e video, canzoni e discorsi. Tutte qui, per voi: riviviamole insieme!
1968 – LA MEGLIO GIOVENTU’
di Andrea Zezza
È l’estate rovente del ’68. Ardono i giornali e le anime degli studenti. Le truppe americane imperversano in Vietnam, mentre Martin Luther King parla di uguaglianza. Pasolini, invece, occupa la facoltà di Valle Giulia insieme agli universitari. E in Italia si gioca l’Europeo. Dino Zoff inizia la sua personale epopea azzurra, Riva fa impazzire la Sardegna e la staffetta Mazzola-Rivera non è ancora un caso nazionale. La semifinale con l’Unione Sovietica ha del mitologico: 80′ in dieci uomini per l’infortunio di Rivera, ma capitan Facchetti lancia una moneta e il fato sceglie l’Italia. Le cento lire ci danno ragione: è finale. Kubrick lancia il suo 2001 odissea nello spazio, un epilogo perfetto. Contro la fortissima Jugoslavia infatti, è un thrilling al cardiopalma. 1-1 con gol di Domenghini, si rigioca due giorni dopo. L’Italia è un catino di passione, Riva e Anastasi ci danno la vittoria e l’Olimpico si accende. 80.000 fiaccole per festeggiare ‘la meglio gioventù’ che conquista il primo, e al momento unico, europeo della storia. L’estate è arrivata e i pomeriggi, come canta Celentano, si tingono finalmente di azzurro.
https://www.youtube.com/watch?v=KqP31ePwjTI
1980 – (NON) IN ALTO MARE
di Guendalina Galdi
Spalline imbottite, capelli cotonati, walkmen e ‘Welcome to the ’80!’. I Buggles si preoccupavano perchè Video killed the radio star, Pacman iniziava a divorare i puntini gialli, mentre Umberto Eco pubblicava Il nome della Rosa. E’ un breve viaggio, portiamo solo un pallone. E il calcio, fil rouge che si stende su un ponte lungo 36 anni per tornare a Euro 80. Cornice di quell’edizione del torneo continentale: l’Italia. Alla guida della nazionale azzurra: Bearzot. Fase a gironi insieme al Belgio, come quest’anno, ma l’Italia è seconda classificata, niente finale. Bronzo o fuori dal podio. Finirà quarta: battuta ai rigori dalla Cecoslovacchia. Sconfitti sì, ma non In alto mare come cantava la Bertè. Perchè qualcosa di molto solido era stato costruito: come potevano sapere che due anni più tardi molti di loro, CT compreso, sarebbero saliti sul tetto del mondo?
https://www.youtube.com/watch?v=3-C7lHLFLU8
1988 – CAMBIAMENTI
di Francesco Pietrella
Dicono che quel famoso pallonetto fu l’inizio della fine. Che forse l’Urss cadde proprio in quel momento. Sussurrano, infine, che fu la goccia che fece traboccare il vaso. Van Basten esulta, Dasaev piange. E l’Olanda di Michels vince l’Europeo. Impero del male al capolinea. Accanto a questo, però, cinema, musica e pallone. Il calcio corre veloce con la storia: l’Ultimo Imperatore vince 9 Oscar, Massimo Ranieri trionfa a Sanremo con Perdere l’Amore e la Fiat Tipo inizia a circolare sulle strade. Mentre in Unione Sovietica Gorbaciov acquista punti come simbolo di cambiamento sulle note dei Duran Duran! Sì, l’occidente inizia a penetrare la cortina di ferro. Celebre il discorso di Reagan l’anno prima, dove consigliava Mikhail di “tirare giù quel Muro”. Storia. L’Italia di Vicini, invece, esce proprio coi sovietici, 2-0 e tutti a casa in semifinale. Finisce l’era di Altobelli, inizia quella di Maldini. Non male. Ma in Germania (Ovest) vince l’Olanda.
https://www.youtube.com/watch?v=YtYdjbpBk6A
1996 – PENALTIES AGAIN
di Marco Juric
Let’s go, per la prima volta un Europeo si gioca in Inghilterra, a 30 anni di distanza dall’unico Mondiale giocato e vinto in casa dai britannici nel 1966. “Football’s coming home” è la canzone della manifestazione. Nel ’96 il Milan vince il suo quindicesimo scudetto e la Juventus alza nel cielo di Roma la sua seconda Champions League. L’Italia si presenta agli europei da favorita, dopo la beffarda medaglia d’argento dei Mondiali di USA 94. E’ l’Inghilterra dei Take That e della pecora Dolly, del film Trainspotting con la sua “Born Slippy”. Ma anche della nazionale di Shearer e Gascoigne. L’Italia, invece, è l’ultima di Arrigo Sacchi. Nessuno ricorda che avevamo i favori del pronostico, che eravamo forse i migliori del mondo, di quella competizione tutti gli sportivi italiani ricordano una sola scena: il rigore parato a Gianfranco Zola dal portiere tedesco Koepke. Un errore nella terza e decisiva partita del girone ci estromette dalla vittoria finale. Alla fine vince la Germania. Ma 10 anni dopo sarà un’altra storia. #Grosso. #DelPiero. #LamettefuoriCannavaro.
https://www.youtube.com/watch?v=RJqimlFcJsM
2000 – MO JE FACCIO ER CUCCHIAIO
di Edoardo Marcarini
Nuovo millennio e stesse premesse: Italia forte, ma non troppo, Francia campione del mondo e grande favorita assieme a Germania e Olanda, padrone di casa insieme al Belgio. Mentre sulle spiagge italiane si ascoltava solo “Vamos a bailar” di Paola e Chiara e il film dell’anno era “Il Gladiatore”, Dino Zoff guidava una squadra tecnicamente valida ma criticata per lo stile di gioco un po’ troppo difensivo. Il cammino è perfetto: 9 punti nel girone, 2-0 nei quarti alla Romania e vittoria soffertissima ai rigori contro l’Olanda. Toldo eroe del giorno, para tre rigori di cui uno nei regolamentari. L’immagine più bella? Il cucchiaio di Totti a Van der Sar. “Mo je lo faccio…”. E lo fa. Il segnale per scatenare l’inferno. Altro che Massimo X Meridio. In finale trionfa la Francia con golden gol di Trezeguet. Beffa incancellabile. Ma tranquilli, ci rifaremo 6 anni dopo.
https://www.youtube.com/watch?v=uvWur3IH3Cs
2004 – BROKEN DREAMS
di Massimo Mattacheo
L’Europeo del 2004 verrà ricordato come quello del ‘biscotto’ tra Danimarca e Svezia che ci costò l’eliminazione ai gironi. Non è stata una rassegna fortunata: lo sputo di Totti a Poulsen nella prima partita ci priva di uno dei maggiori talenti della spedizione, mentre il tacco di Ibra nei minuti finali contro la Svezia ci condanna a vincere con la Bulgaria e a sperare. Contro Berbatov&co soffriamo molto, ma una rete di Cassano nel recupero ci illude: sembra fatta, ma è tutto inutile. Gli scandinavi pareggiano 2-2 e ci fanno fuori. Addio Europeo. Antonio corre, sorride. Poi piange. Tutto vero, niente da fare purtroppo. Dopo il 2000 è un’altra beffa. In quell’anno i Green Day cantano ‘Boulevard of broken dreams’: anche per l’Italia, i sogni finiscono troppo presto.
https://www.youtube.com/watch?v=Soa3gO7tL-c
2008 – CIELO ROSSO SOPRA VIENNA
di Mario Lubrano Lavadera
Nella mente ancora le imprese del 2006, al ritmo di “Seven Nation Army” e di quel “Po po po po po po po” diventato un tormentone. Nei cinema, poi, escono Twilight e 21, film sul blackjack. E anche l’Italia vuole vincere e fare baldoria. Davanti agli occhi l’immagine di Fabio Cannavaro che alza la Coppa nel cielo di Berlino. Da lì ripartì l’Italia, con qualche certezza e qualche timore. Sì, perchè Donadoni (succeduto nel frattempo a Lippi) aveva il compito di ridare stimoli ad un gruppo che appena due anni prima aveva vinto un Mondiale. Tra l’altro senza protagonisti importanti come Totti, Nesta e lo stesso Cannavaro, arresosi poco prima dell’Europeo per un infortunio alla caviglia. Gli azzurri fanno fatica a superare “il girone di ferro”. Poi ai quarti c’è la grande sfida con la Spagna, quella “che non vinceva mai”. L’Italia se la gioca ma si arrende ai rigori. Grosso si ripete dopo Berlino, ma sbagliano De Rossi e Di Natale. La Spagna passa il turno. Vincerà l’Europeo aprendo un nuovo ciclo. Nessuna vittoria, niente baldoria.
https://www.youtube.com/watch?v=claArqjMEBI
2012 – QUASI PERFETTI
di Marco Bonomo
Una statua marmorea si staglia al centro del campo. Come un supereroe: del resto è l’anno del ritorno del Cavaliere Oscuro e di The Amazing Spiderman; lui è Mario Balotelli. Perche “chiunque può essere un eroe”. E quell’esultanza diverrà un’icona. Ancora una volta Germania battuta in semifinale, dopo una fase a gironi sofferta e un quarto di finale “di rigore” contro gli inglesi (aaah, il cucchiaio di Pirlo). Sembra l’anno buono per sconfiggere la maledizione europea. Ma vince la Spagna 4-0. L’Italia è soltanto “Somebody that I used to know” rispetto alla notte di Varsavia, come canta Gotye. “Endless summer” è la colonna sonora degli europei: già, l’estate non finirà. Appuntamento a Londra con le Olimpiadi. E nemmeno il mondo finirà, in barba ai Maya. Anzi, a novembre la Palestina verrà riconosciuta dall’ONU come “Stato non osservatore” e Obama verrà rieletto presidente degli Stati Uniti: il mondo continua, ci sarà un’altra occasione. Toh, proprio quest’anno, pronti per #Euro2016.
https://www.youtube.com/watch?v=h8GTfbQ-Bss