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​Monaco, parla l’ex ds Pecini: “Juve più matura, ma occhio ai giovani. E su Mbappé…”

Passato e presente tinto di blucerchiato, sempre in giro per il mondo a caccia di nuovi talenti da lanciare: Skriniar, Torreira, Linetty e Patrik Schick gli ultimi colpi in ordine di tempo messi a segno da Riccardo Pecini, direttore sportivo del Settore Giovanile della Sampdoria. Nel mezzo, per lo scopritore di talenti di casa Samp, una parentesi al Monaco (dal 2012 al 2014), prossimo avversario della Juventus in semifinale di Champions League. “Che gara mi aspetto? Mi aspetto una bella partita perché il Monaco sta bene, sono giovani, hanno voglia, un grande gruppo e si vede in campo: mi aspetto una partita molto difficile per la Juve, nonostante abbia un potenziale più maturo. Sorpreso di ritrovare il Monaco in semifinale? Già due anni fa sono arrivati ai quarti, hanno una squadra giovane, forte e stanno bene come gruppo: stanno bene atleticamente, hanno avuto anche un percorso non difficilissimo, quindi non sono sorpreso. Pronosticarli in semifinale era difficile, ma che potessero andare avanti era plausibile”. Dalla Ligue 2 alla semifinale di Champions in quattro anni, sul segreto del Monaco? “L’ambiante è quello ideale per lavorare, ricorda un po’ l’ambiente Sampdoria. Hanno scelto giocatori molto bravi e tutti molto giovani, tutti con fame e voglia di crescere e vivono il Monaco come un trampolino per un grande club nella maniera giusta. La loro spensieratezza arma in più nella semifinale con la Juventus? Certo, non hanno nulla da perdere”.

Tra i giovani spensierati e con la testa sgombra, anche la stellina del momento Kylian Mbappé, arrivato nel Principato quando Pecini era direttore sportivo. “Quando l’abbiamo preso abbiamo fatto un investimento folle per l’età del ragazzo a quel tempo, perché lo pagammo una cifra esorbitante per battere la concorrenza di Psg e Inter, quindi era già un talento assoluto. È cresciuto tantissimo, aveva già il potenziale del campione quando è arrivato. Il paragone con Henry? È difficile fare un paragone, perché è un giocatore che ha qualcosa dell’Henry, ha qualcosa anche del Muriel come caratteristiche. Lui però però nasce trequartista, ha una sensibilità tecnica importante, è difficile fare un paragone”. Chi invece non ha bisogno di paragoni e presentazioni é Radamel Falcao, colpo di mercato proprio dell’ex ds del Monaco Pecini ritrovatosi nel Principato dopo l’infortunio al crociato e gli anni in Premier League.

“Non avevo dubbi che sarebbe tornato ai suoi livelli, per fortuna del Monaco l’ha fatto nel Principato e per fortuna ha smesso di girare, che forse è quello che gli ha condizionato le ultime stagioni. Un giocatore che ho portato io al Monaco e che è ancora lì al quale sono ancora legato? Sono particolarmente affezionato a Subašić – numero uno croato – perché quando è arrivato è arrivato un po’ bistrattato ed ha avuto una crescita incredibile, penso grazie allo staff di allora di Ranieri e sono molto contento che sia lì perché è un ragazzo straordinario e con dei valori”. Dai singoli al gruppo, su come si può fermare la squadra allenata da Jardim. “Alla Juventus lo sanno sicuramente meglio di me – sorride Pecini – la Juve è più matura. Se Marotta mi ha chiamato per avere qualche informazione sul Monaco? Sinceramente no. L’attacco più forte? Quello della Juventus é sicuramente più maturo. In attesa del verdetto del campo, alla richiesta di un pronostico sulla partita. “Per me i bianconeri arriveranno in fondo. Triplete? La Juve può farcela, come il Monaco se avanza in Champions. Chi vorrei evitare in finale se fossi nella Juventus? Penso che a questo punto… dipenderà molto da come arriverà la squadra in quel momento, manca ancora un mese, ci sono mille variabili. Intanto deve battere il Monaco, poi vedremo”.