Monaco, Keita: “Era già da un anno che volevo lasciare la Lazio, ma in Italia ho imparato tanto”
“L’apprendimento del francese? Procede… lento!”. Un sorriso e via. Ai microfoni de L’Equipe, Keita Balde si racconta. Iniziando proprio dal principio. Dall’arrivo nel Barcellona all’età di nove anni: “Per me la Masia è il miglior centro di formazione del mondo perché pensano proprio a tutto. Allo studio, alla persona che diventerai e, ovviamente, al calcio. Tutto va di pari passo. Puoi essere anche un fenomeno nel calcio, ma se non lo sei anche nello studio non sfonderai mai. Io sono cresciuto qui come calciatore, ho imparato la tecnica, a giocare la palla, a tenere il possesso palla. Poi, a sedici anni, arrivando in Italia ho imparato cose che in Spagna non insegnano: il calcio fisico, quello fatto di tattica”. Già, la Lazio. Colpa di uno scherzo che a Barcellona hanno ritenuto troppo grave: “Il ghiaccio nel letto del mio compagno? Nel calcio questi tipi di scherzi ci possono stare. Ma c’erano anche altre cose, la verità non è solo questa. Loro sono rimasti dispiaciuti da questo fatto, ma quando sei giovane impari anche da ciò. A quel punto ho pensato di lasciare il Barcellona, avevo altre offerte. Ero deluso dall’atteggiamento del club, volevo continuare il mio viaggio altrove”.
Ecco, allora, Roma e l’approdo alla Lazio: “Non mi pento ti nessuna scelta che ho fatto fino ad oggi. Ho avuto la possibilità di giocare a 18 anni nella prima squadra della Lazio ed oggi sono in un grande club che mi ha pagato 30 milioni. Se fossi rimasto al Barcellona ora non sarei qui. In quel periodo avevo diverse offerte dalla Spagna, ma volevo cambiare in maniera radicale. E la Lazio mi ha presentato l’offerta migliore”. A Formello, una vita lontano dalla famiglia: “Sì, all’inizio dormivo nel centro sportivo. Il primo anno è stato difficile passarlo lontano da casa. Ma in quei momenti pensi ai tuoi obiettivi, al fatto che il calcio è fatto di sacrifici. L’esordio in prima squadra? Ogni giorno mi svegliavo e lavoravo per questo”.
In campo, il ruolo preferito è esterno nel 4-3-3: “Questo è il sistema a cui mi sono abituato fin dall’inizio. Posso giocare sia a destra, dove però ho giocato poco, sia a sinistra o in qualsiasi altra posizione. In campo devi divertirti: se pensi troppo, non avrai mai successo. Io sono un giocatore d’istinto, se il mio corpo mi dice di andare a destra ci vado senza pensarci su”.
Immancabile un commento sull’addio alla Lazio in estate: “E’ avvenuto in un momento difficile. Era già da un anno che volevo lasciare la Lazio, cambiare strada, vedere un nuovo calcio, altre persone. La Ligue 1 l’ho seguita lo scorso anno, avevo visto il Monaco fare un grande campionato e giocare bene in Champions. Prima di firmare con il Monaco ho parlato con Benjamin Mendy. Siamo amici, ci siamo telefonati diverse volte e lui mi ha parlato del Monaco molto bene. Per questo, poi, non ho esitato. Qui il calcio è fisico e veloce. Ci sono davvero buoni giocatori, infatti non riesco a capire perché dicono che sia un campionato di livello medio”. In chiusura, la scelta di sposare il Senegal e non la Spagna: “Ho aspettato, ma poi il cuore mi ha detto di scegliere il Senegal. Dopo aver parlato con i miei genitori ho preso la decisione definitiva. Vedere tutta la mia famiglia alla prima con la Nazionale è stata un’emozione incredibile”.