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Milan, Mirabelli: “I mesi del closing non li ho vissuti bene. Bonucci il colpo più affascinante. Belotti, Sanches e Morata…”

E’ uno dei protagonisti, forse il protagonista assoluto di questo calciomercato. Stiamo parlando di Massimiliano Mirabelli, ds del Milan, che parla ai microfoni di Premium Sport: “Lasciare l’Inter è stata una scelta coraggiosa però poi l’epilogo positivo mi ha dato ragione. Quando è arrivata la possibilità di fare quello che sto facendo al Milan, non ci ho pensato due volte e ho accettato tranquillamente di correre un grandissimo rischio. I mesi del closing non li ho vissuti benissimo, se non l’avete vissuto bene voi, figuratevi noi che eravamo protagonisti fantasma. Non è stato facile, dovevamo continuare a lavorare, andare in giro per il mondo sapendo che venivamo guardati con sospetto. Non c’era nessuna certezza, non potevamo parlare per conto del Milan. Nove mesi sono tanti. La gavetta è servita tanto, mi sono sempre guadagnato le categorie, nessuno mi ha regalato niente. Ho vinto tutti i campionati dai dilettanti alla B. Non mi sento impreparato ma padrone del ruolo. Farò errori come tutti ma so giornalmente di cosa parlo e come agisco”.

Un commento poi sul calciomercato: Avevamo necessità di dare subito un’impronta, di prendere un blocco di giocatori per aprire un buon ciclo ma il Milan. In questo progetto scouting siamo in tanti a lavorare, dalla prima squadra al settore giovanile: è un metodo ‘nostro’. Contiamo di arrivare prima su determinati giocatori per poterli acquistare a prezzi vantaggiosi. L’acquisto meno difficile? Conti perché alla prima telefonata era già con la maglia del Milan, è stato straordinario. Il più affascinante? Bonucci. Tutto è accaduto in un lampo, non ci siamo ancora resi conto. Ci siamo detti: ‘O lo facciamo subito o non ne parliamo più’. Con Ramos è uno dei centrali pià forti al mondo, a livello tecnico e caratteriale. Nel corso degli anni ha imparato a vincere. E’ un acquisto importantissimo sotto tutti i punti di vista. Strapparlo alla Juve non è stato semplicissimo: abbiamo dato un bel segnale, non trovo le parole per esprimere la sensazione. Acquisto più complicato? Dal primo giorno il rinnovo di Donnarumma è stata la nostra mission impossible. Abbiamo ereditato un giocatore in scadenza: non era riuscito il vecchio management, eccellente, a rinnovare, quindi siamo arrivati noi e per molti le chance erano pari a zero. Invece alla fine il risultato è stato raggiunto. Abbiamo lavorato sulla volontà di Gigio e della sua famiglia: volevano assolutamente il Milan, quella era la chiave più semplice. Con Lotito abbiamo ottimi rapporti. Sa fare benissimo il presidente, è un esempio da seguire. Quando chiede una cifra non molla la presa neanche a morire, noi avevamo Biglia come obiettivo e l’abbiamo portato in porto”.

Si parla poi di trattative future: Belotti? Ci dispiace se il Torino è irrritato. Abbiamo in mente una serie di attaccanti e stiamo chiedendo informazioni. Parlo con il Torino e sanno che stiamo attenzionando Belotti come altre punte, di alcune avete parlato mentre non sono usciti i nomi di altri. Ci stiamo cmportando con correttezza e trasparenza: avvisiamo le società prima di parlare con il calciatori. Morata? Lo abbiamo sondato sin dall’inizio, ci aveva dato ampia disponibilità, poi sono sorte complicazioni tra finale di Champions e inserimento di diverse squadre e la pista si è raffreddata. Potrà riscaldarsi ma solo alle nostre condizioni. Renato Sanches lo conosco bene fin dai tempi del Benfica. Al Bayern non ha trovato tanto spazio: se ci fosse la necessità di un altro centrocampista potremmo valutarlo ma a determinate condizioni. Ghezzal è un parametro zero, abbastanza interessante ma ora siamo concentrati su altro. Può anche esserci l’arrivo di una punta esterna: il mercato è lungo. Il Milan è un cantiere aperto. Serve assemblare gli elementi nuovi con quelli vecchi. Vorremmo vincere tutte le partite ma il nostro percorso è lungo, vogliamo aprire un ciclo. Tra 2-3 anni contiamo di diventare una squadra importante. Nella prossima stagione non dobbiamo far perdere ai tifosi l’entusiamo che abbiamo ricreato. La squadra deve lottare in ogni match con un San Siro di nuovo pieno. Il nostro obiettivo è questo più che collocarci dietro alla Juve o ad altre formazioni anche perché preferisco collocarmi davanti”.