Gimenez: “Voglio vincere un trofeo con il Milan. Non vedo l’ora di giocare il derby”

L’intervista di Santiago Gimenez a Il Corriere della Sera: dal Milan alla vita privata
“I cambiamenti sono sempre un po’ complicati. Non sono ancora al mio livello. Ma sto crescendo, sto imparando a conoscere i difensori, gli avversari. Qui c’è grande pressione. Ed è bellissimo. Proprio per questa pressione ho scelto il Milan. So di potercela fare. Anche grazie alla mano di Diòs”. Arrivato nel mercato di gennaio dal Feyenoord, Santiago Gimenez vuole prendersi definitivamente il Milan.
Dopo i primi 3 gol segnati nel mese di febbraio, l’attaccante messicano ha trascorso settimane complicate: “I gol arriveranno. Ne sono sicuro. L’importante è che vinciamo, come è successo nelle ultime due partite. Se segna Rafa (Leao, ndi) o Christian (Pulisic, ndi) o un altro compagno, è uguale. San Siro è indescrivibile, per chi non ci è mai stato. So che i tifosi si aspettano molto da me, perché sono giustamente esigenti, per i grandi centravanti che ci sono stati nel passato. Ibrahimovic, Kakà, Ronaldinho. Io al Feyenoord ho segnato tanti gol. È il momento di iniziare a segnarli anche qui”.
Intervistato a Il Corriere della Sera, Gimenez ha analizzato il momento della squadra: “Col mister Conceicao stiamo lavorando duro. Non siamo contenti della classifica. Ma non è ancora finita. Sono stati giorni molto intensi da quando sono arrivato. Soprattutto fuori dal campo. Mi sono adattato a una nuova città, un nuovo ambiente. Adesso voglio fare ciò per cui sono qui: segnare e vincere“.
Nonostante il quarto posto sia a 6 punti di distanza, l’attaccante dei rossoneri è ancora convinto di raggiungere l’obiettivo: “Noi ci crediamo. Ma non dobbiamo guardare la classifica. Pensiamo solo a vincere partita per partita. Come la Coppa Italia. Non vedo l’ora di giocare il derby, sono ansioso. Ora pensiamo al Napoli, poi ci sarà l’Inter”. E sul prossimo big match contro il Napoli, Gimenez conferma la sua presenza dopo lo stop in nazionale: “Sto bene, a Napoli ci sarò”.
Gimenez: “Voglio un trofeo con il Milan”
Reduce dal successo dalla vittoria della Nations League di Concacaf con il suo Messico, ora Gimenez sogna il primo trofeo anche in Italia con la maglia rossonera: “Vincere aiuta a vincere. Ad avere più fiducia in sé stessi. Ora però un titolo lo voglio col Milan. Sono venuto per questo“.
L’attaccante ricorda anche il giorno della sua presentazione a Milanello, con la sua famiglia seduta in prima fila: “Siamo una famiglia allargata. Io e mia moglie ci siamo sposati un anno fa. Con noi ci sono spesso anche i nostri genitori. In futuro vorremo avere anche i figli. C’è tempo. Anche Fernanda ama Milano. Da bambina era attrice in serie tv per ragazzi, su Nickelodeon e Disney Channel. Ora è passata dall’altra parte della telecamera. Vuole diventare regista. Studia tutto il giorno, guarda film, produce cortometraggi. Ha tanto talento. Adesso abbiamo deciso di iniziare ad andare al cinema: così impareremo più rapidamente l’italiano”. E proprio parlando di famiglia, ecco come Gimenez ha conosciuto sua moglie: “Con un videogame: Call of Duty. Ci parlavamo nella chat fra gamer, i giocatori, ma non ci eravamo mai visti. Allora un bel giorno ho turato fuori il coraggio e le ho chiesto: dai, vediamoci. Mi manda la posizione: abitava a cinque case da me, nello stesso quartiere di Città del Messico. Siamo usciti da casa, tutti e due con lo skate, che è una nostra passione comune. E da lì è iniziato tutto. Lo so, sembra una locura, una follia”.

Milano e la Bibbia
Dall’America all’Europa, dal Messico all’Italia. Ecco come l’attaccante si sta adattando alla vita di Milano: “Cammino tanto, tantissimo. Non ci ero mai stato prima. E mi incanta. Quando torno a casa dall’allenamento faccio la siesta, d’altronde sono messicano, poi io e mia moglie Fer usciamo. Giriamo ogni giorno una zona diversa, per conoscerla meglio. Beviamo un caffè, mangiamo un gelato italiano, unico. Siamo stati a fare un giro sul lago di Como. Abbiamo scelto una casa in Brera. Poi Milano è piccola, puoi andare ovunque. È piccola. Io vengo da Città del Messico, dieci milioni di abitanti”.
Non solo il calcio. Nel mondo di Gimenez c’è anche la fede e la Bibbia. “Quando avevo 17 anni mi hanno diagnosticato una trombosi al braccio. Ho subito tre operazioni, sono stato fermi sei mesi. A un certo punto i medici mi hanno detto chiaramente che se l’ultimo esame non fosse andato bene avrei dovuto smettere col calcio. È stato lì che ho incontrato Diòs nella mia vita. Ho pregato perché non facesse finire il mio sogno di diventare calciatore. Tutto è andato bene. C’è un passaggio nella Bibbia che parla dell’armatura di Dio. Lo scudo della fede, l’elmo della salvezza, la spada dello Spirito che è la Parola di Dio. È un passaggio che amo. Sono qui per compiere il suo proposito. Prima di tutto come uomo, poi come fùtbolista, come calciatore”.