Milan, Fassone non si accontenta: “Vogliamo vincere l’Europa League e tornare in Champions”
“Non credo nel progetto del Milan”. Dichiarava così, qualche giorno fa, Mino Raiola. Proprio da queste parole è voluto partire l’amministratore delegato rossonero Marco Fassone che, attraverso i microfoni del Corriere dello Sport, ha risposto al noto procuratore: “Mi è dispiaciuto che abbia detto certe cose. Ammetto però che Mino è coerente e questa sua sfiducia l’ha espressa fin da aprile perché vede come oscuro e nebuloso il futuro del club. Gli ho spiegato il nostro progetto che si svilupperà in 4-5 anni. Dalle sue ultime frasi deduco che, nonostante gli investimenti, nutre ancora perplessità, ma sono felice che Gigio abbia scelto di rimanere”. Anche se Donnarumma non è l’unico a crederci. I tifosi hanno risposto bene, l’entusiasmo è percepibile sempre: “Ho notato che la gente apprezza. Il numero di abbonamenti rispetto allo scorso anno è quasi raddoppiato e intorno al Milan sento tanto calore anche in trasferta”.
I dubbi sono legati principalmente alla proprietà, di cui, però, Fassone si fida ciecamente: “Spero di poter dire che saremo a posto al 100% nella primavera del 2018, forse addirittura a febbraio-marzo, con 6 mesi di anticipo sulla scadenza del debito con Elliott. Nel mondo del calcio spesso le proprietà orientali vengono viste come poco trasparenti e poco comunicative. Noi, dove possibile, abbiamo deciso di rispondere con i fatti e con i numeri. La nostra scommessa è arrivare nei prossimi anni a ricavare 60-70-100 milioni dalla Cina. Come? Lì abbiamo una società locale, non un semplice ufficio, e manager cinesi che possono sviluppare il nostro business”. Sul campo, invece, l’obiettivo è la Champions: “L’obiettivo è la zona Champions League: vogliamo conquistarla per poi crescere ancora e vincere. Non riuscirci, però, non sarebbe un dramma. Man non nascondiamo che gli azionisti ci hanno chiesto di tornare subito a giocare la coppa più prestigiosa”. Attenzione però alla concorrenza, mai come quest’anno agguerrita: “Juventus e Napoli hanno qualcosa in più delle altre perché sono solide e collaudate. La corsa va fatta su Inter, Roma e Lazio che mi sembrano più alla nostra portata come rose. Se cresciamo come squadra, possiamo dar fastidio a tutti. L’Europa League? Per noi è una competizione importante, anzi prioritaria. Non la faremo schierando le riserve perché vogliamo arrivare il più lontano possibile e migliorare il nostro ranking”. Intanto il derby del 15 ottobre si avvicina, contro l’Inter una sfida particolare: “Loro lo scorso anno in classifica sono finiti dietro di noi, ma il Milan ha cambiato molto. Ce la giocheremo senza paura, con loro e con le altre. Al derby e, ancora prima, allo scontro con la Roma arriveremo più rodati rispetto a ora. Io ho buoni ricordi degli anni all’Inter. Il più grande rammarico è quello dell’ultima stagione con Mancini”.
Immancabile un commento sulla strabiliante sessione di calciomercato: “Quest’anno la proprietà ha accettato perdite forti che nel prossimo bilancio saranno coperte da aumenti di capitale e abbiamo inserito in rosa 11 nuovi giocatori. Nel 2018 niente rifondazioni: l’idea è quella di aggiungere 2-3 elementi e migliorarci dove ne abbiamo bisogno. Faremo mercati importanti anche senza cessioni di spessore”. Intanto il colpo più importante è stato sicuramente Bonucci. Ma com’è nata l’idea di portarlo a Milano? “Eravamo partiti per costruire una squadra di un certo tipo e nella nostra idea base Leo non c’era. A inizio luglio Montella e Mirabelli mi hanno prospettato l’acquisto Bonucci, spiegandomi che era il giocatore che avrebbe completato la nostra rosa. Su di lui siamo andati dritti per dritti anche se a me sembrava impossibile prenderlo. E invece al primo incontro con Marotta abbiamo trovato l’accordo in mezzora. Leo è un leader, ma anche lui deve ambientarsi. La fascia a lui invece che a Donnarumma? Dico solo che da quando Gigio ha sposato il nostro progetto, immaginiamo che Gigio diventerà capitano del Milan. Dargli la fascia adesso sarebbe stata una cosa prematura, ma se rimarrà a lungo con noi come speriamo…”. E Montella? “Non lo abbiamo mai messo in discussione – assicura Fassone – e sarebbe rimasto anche senza la qualificazione all’Europa League. Mi è piaciuto tantissimo come ha lavorato la scorsa stagione, caratterizzata dalle difficoltà del cambio di proprietà. Ha grandi doti gestionali del gruppo”.
In chiusura un occhio alla situazione in Lega, con dei complimenti particolari per Claudio Lotito: “Con una struttura più manageriale e un consiglio con più poteri funzionerà meglio. Aver approvato tutti insieme le linee guida riformatrici è stato importante, anche se sarebbe stato meglio eleggere subito un presidente e i due rappresentanti nel Consiglio Federale. Lotito è potente? Perché è bravo, conosce la materia meglio di altri, lavora 20 ore al giorno ed è eccezionale a creare consenso. Una lega ben guidata senza di lui è un’utopia”.