“Milan da Champions e complimenti a Gattuso: i giocatori si butterebbero nel fuoco per lui”. I complimenti di Ancelotti
“Se continua così questo Milan è da Champions“. Dieci risultati utili di fila per i rossoneri, tra campionato e coppe, sette vittorie e quarto posto a meno otto. La vittoria della Lazio ha complicato un po’ i piani di risalito, ma per Carlo Ancelotti i rossoneri di Gattuso possono tentare l’aggancio: “Se continua su questi ritmi,sì. però non mettiamo troppa pressione, ragioniamo partita per partita. Per conquistare la Champions bisogna che quelli davanti frenino. I rossoneri hanno il dovere di farsi trovare pronti nel caso in cui Roma, Lazio e Inter avessero qualche difficoltà. Visto da dove è partito, comunque, è già un grande risultato essere qui a parlare di Champions. Vi ricordate la depressione di qualche tempo fa?.
Parole al miele per Gattuso: “Risultati positivi? Sinceramente ci speravo, ma non ne avevo la certezza. Quando si subentra in panchina ci sono sempre molte incognite, molti dubbi, molti ostacoli da superare. Rino è stato bravo a dribblare le difficoltà e a farsi seguire dai giocatori, ha risollevato il Milan, dandogli un gioco e un’identità. Io sono felice per lui e per tutti i tifosi rossoneri. Seguo tutte le partite del Milan, d’altronde sono un vecchio romantico, e quando vinciamo esulto anch’io come una volta. Tra i quali, se permettete, mi ci metto pure io. I giocatori lo vedono come un autentico condottiero. Ha in pugno il gruppo, i ragazzi andrebbero nel fuoco perlui, e questo aspetto è determinante nel calcio e, in generale, nella vita. Gattuso è l’anima del Milan eigiocatori mettono a disposizione le loro conoscenze e le loro energie per arrivare al successo: è la strada giusta”.
Biglia, Calhanoglu, Suso sono un po’ come Pirlo, Seedorf e Kakà? Secca la risposta di Ancelotti: “Non esageriamo, i valori tecnici sono diversi. Però la strada è la medesima. Costruire un gioco sulla base delle qualità tecniche dei singoli. Nel Milan di Rino, lo ammetto,rivedo i concetti del mio Milan. Poi, d’accordo, gli interpreti non sono gli stessi, ma non si può mica avere tutto dalla vita… Consigli? Sì, di ascoltare tutti, di ragionare su ciò che gli viene detto e poi di decidere da solo. E’ questa la forza di un allenatore: avere la capacità di fare una sintesi di quello che gli viene proposto”. L’intervista integrale nelle pagine de La Gazzetta dello Sport.