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Così ‘green’ e coraggioso: l’Ajax è una squadra per giovani

I giovani al centro del progetto, come ormai da qualche anno l’Ajax ci ha abituato. Un progetto che è ripartito dal fallimento della scorsa stagione. Un pareggio contro il Graafschap ormai retrocesso, proprio all’ultima giornata quando il campionato sembrava conquistato. In quell’Ajax guidato dai gol di Milik in attacco e De Boer in panchina, pochi erano i talenti presenti anche in questa stagione.

Nella partita contro Heerenveen, di poche settimane fa, vinta per 5 a 1, l‘età media della squadra superava di poco i 22 anni. Si dice che l’esperienza conti, soprattutto in una stagione lunga come quella dell’Ajax. Freschezza e spregiudicatezza gli elementi caratteristici dei lancieri. È il metodo Ajax che ogni anno propone nuovi talenti. L’obiettivo è quello di fornire alla prima squadra tre talenti ogni due anni. Ma questa è solo la punta della piramide. Alla base 50 scout solo in Olanda che tramite i “talentdagen”, dei provini, analizzano il controllo di palla, la tecnica e l’intelligenza tattica dei giocatori. Circa 200 giocatori in Eredivisie hanno un loro passato all’Ajax, il 30% del totale. Tante plusvalenze, ma un titolo che ora manca da due stagioni.

Intanto oggi la vittoria nella gara di andata della semifinale di Europa League contro il Lione: è finita 4-1 per l’Ajax grazie ai gol di Dolberg, Younes e alla doppietta di Dolberg. Proprio alcuni dei 5 giovani da tenere d’occhio che abbiamo selezionato:

Ziyech

Nonostante il sangue nordafricano, intraprende
la sua carriera calcistica tra Heerenveen, Twente e Ajax. Dove la magia
raggiunge livelli altissimi. Sinistro eccezionale e destro educatissimo:
moderno, duttile e spensierato. Pronto per un top club, subito: la carta d’identità
ormai è matura, classe 1993, ennesima stagione da trequartista geniale o
esterno sinistro. Doppia cifra già raggiunta alla prima stagione con l’Ajax,
futuro invece tutto da scrivere. Sangue africano e carattere olandese: questo
Ziyech fa ‘paura’.

Dolberg

Tutti innamorati. Elegante, spavaldo al punto giusto e con un tiro che spacca la porta. Fenomenale, Kasper Dolberg. E con un talento così, bruciare le tappe è la più logica delle conseguenze. Ammirarlo è un’esperienza estetica meravigliosa. Fenomenale a controllare la palla in spazi microscopici, carico dei suoi 20 gol totali tra Olanda ed Europa. Dolberg chi? (si diceva). Risposta: un baby danese proveniente da una squadra di provincia per sostituire Arkadiusz Milik: un azzardo al quartier generale dell’Ajax. Ma Overmars e Bergkampnon hanno puntato decisi sul ragazzo. Detto, fatto: che affare. Sempre più erede di Milik, anche sul mercato: magari proprio a … Esatto, Cristiano Giuntoli, direttore sportivo degli azzurri, lo ha fatto visionare in un paio di occasioni. E dicevamo, è danese: proprio come un altro lanciere, Lasse Schöne: centrocampista centrale del 1986, autore anche lui di una stagione da protagonista con sette gol in campionato.

Klaassen

Quando sei bambino sogni di essere all’Ajax”, poi il
desiderio si realizza. Il fuoco della passione diventa un meraviglioso lavoro.
Tocchi romantici e gol potentissimi. Roba normale, per questo Davy. Prima un
baby, oggi una solida certezza: “Il Mondiale in Brasile l’ho guardato qui a
casa con amici, da normale tifoso olandese: è stata una competizione pazzesca,
esultavamo come pazzi”. Klaassen, nato il 21 febbraio 1993: gioco di parole giustificato da un talento
incredibile. Ah, la doppietta contro lo
Schalke 04 è valsa la semifinale
di Europa League. Ma lo score stagionale
è impreziosito soprattutto dalle 31 presenze e 13 reti in campionato (10
assist). E poi, fra poco, sarà mercato. In
estate il Napoli lo mise nel mirino, prossimamente chissà.

Traoré

Mamma Africa gli ha donato un grande talento. E lui a gennaio ha segnato addirittura un gol nella competizione del suo continente. Il Burkina Faso ha mostrato al mondo la sua ala destra del 1995. E di lui il Chelsea se ne è subito innamorato, prestandolo poi all’Ajax: la fabbrica perfetta per crescere e migliorare.

Kluivert

E poi Justin Kluivert. All’Amsterdam Arena dopo 23 anni risuona ancora quel cognome. Figlio di Patrick. Appena 17 anni, ma già 12 presenze in campionato e 5 in Europa League. Spera di ripercorrere le orme del padre, ma non troppo. Giocatore incompiuto Patrick, considerato uno degli attaccanti più forti, ma che a 28 anni era considerato già un giocatore finito. “All’Ajax ti insegnano come diventare campione, non come vivere da campione”. Dovrà impararlo in fretta Justin, vista l’età media della sua squadra.