Materazzi: “Pronto a fare pace con Zidane. Nainggolan? Tre anni fa c’era l’Inter su di lui, ma costava poco….”
“Scudetto? Juve e Napoli sono le squadre più
pronte e attrezzate. Anche perché hanno la stessa ossatura da anni. Poi c’è la
Roma e Di Francesco, mi piacciono”. E’ questo il pensiero sulla corsa scudetto
di Marco Materazzi. Intervenuto ai microfoni de La Gazzetta dello Sport, l’ex
difensore dell’Inter ha analizzato le squadre della nostra Serie A. Parte dal
Milan: “Per il mercato che ha fatto deve stare lassù per forza, però se guardi
la classifica adesso è meglio che pensino a quelle vicine. Perché se le vere
rivali sono già a 4-5 punti poi recuperare diventa dura. Le sfide contro Roma e
Inter diranno il vero valore dei rossoneri. Ho fiducia in Vincenzo. A
differenza di altri ci ha messo la faccia, senza farla passare per la decisione
di un dirigente. Esonerarlo? Da interista non vorrei avere Montella contro nel
derby”. L’inizio di campionato Bonucci? Per Materazzi, troppe critiche sul suo
conto: “Nessuno, compreso Leo che pure stimo, sposta gli equilibri se non è nel
contesto giusto. Gli unici che possono farlo,
ma loro spostano il mondo, sono Messi e Cristiano Ronaldo. E a chi pensava che
a Torino senza Leo avrebbe perso molto dico che la Juve è talmente collaudata che ormai va
da sola. Chi ci ha guadagnato? Vero che Leo ha superato i 30, che è costato 42
milioni e ha un ingaggio alto. Ma io ho vinto un Mondiale a 34 anni, lui ha
altre 4-5 stagioni ad alto livello. Il mercato ha certe leggi. Leo ha fatto una
scelta difficile lasciando un club che domina in Italia per un Milan che non è
quello del passato”.
Dal Milan all’Inter, con complimenti importanti per Spalletti e non
solo: “Ha 16 punti e non la sottovaluterei. Anche perché non fa le Coppe ed è
forte fisicamente. Se riesci a vincere anche quando non giochi bene e hai uno
stadio come San Siro che ti spinge, nulla ti è precluso. Gli scontri diretti? Ben
vengano le sfide con Milan e Napoli. Per come è costruita l’Inter, vedi a Roma,
se ha spazio alle spalle degli avversari può farti molto male. La famosa “palla
là” che piace a Spalletti è quella che un
difensore soffre di più. Non a caso contro le piccole l’Inter ha avuto più
problemi, perché la “palla là” (cioè lo spazio), non te la lasciano quasi mai. Spalletti deve scegliere gli
uomini giusti. Ma in carriera ha sbagliato ben poche volte”. L’uomo giusto che,
come ogni anno, è quell’Icardi lì davanti: “Ogni stagione va in doppia cifra di
gol. Meglio di lui in giro non ne vedo. Vero che nelle ultime ha un po’
sofferto, ma ci sono periodi così. E lui si
esalta con la palla alle spalle dei difensori. Karamoh? Bravo, di gamba e
disciplinato. Importante per uno che, come Dalbert, viene dal campionato più
facile e allo stesso tempo difficile del mondo. Perché in Ligue1, a discapito
della tattica, si corre come pazzi”. Nessuna fortuna, dunque. Il buon inizio di
campionato dei nerazzurri è frutto del lavoro: “Brava a trovarsi al posto
giusto nel momento giusto, poi è chiaro che la fortuna ci vuole. Anche quegli 8 gol su 12 segnati nell’ultimo
quarto d’ora dicono che l’Inter non molla mai e può sempre piazzare il colpo.
Soprattutto questi gol hanno portato vittorie, non pareggi. Un segnale. L’anno
scorso questa tigna non c’era”.
E Skriniar? Materazzi non ha
risparmiato elogi all’ex Sampdoria: “Devo ancora capire se è un giocatore già fatto o solo di prospettiva. Ha
personalità e forza fisica, è già un idolo dei tifosi, ma deve osare di più,
essere più intraprendente, in alcuni momenti allungare la squadra, tentare il lancio lungo a
scavalcare la difesa”. Chissà come giocherebbe oggi la squadra di Spalletti se
ci fosse in squadra anche Nainggolan, tre anni fa vicino all’Inter.
Perché saltò la trattativa? Per Materazzi il motivo è semplice: “Di Nainggolan ce
n’è uno al mondo. Tre anni fa era ancora raggiungibile. Tecnicamente e a l
milioni. Ma allora spese piccole non potevamo farne. Solo sopra i 30...”. Ed Erick Thohir? “Il mio presidente è uno
solo: Massimo Moratti. Ma a Thohir va dato atto di avere
migliorato una situazione di non ritorno a livello di bilancio. Ciò detto,
l’importante è che chi lavora a Milano faccia le cose per bene. Perché se dopo
7 anni sei ancora fuori dalla Champions significa che in troppi hanno
lavorato male. E non mi si parli di fair play finanziario: i soldi,
forse anche troppi, sono stati spesi. Male, però”.
Per la Champions, comunque, è quanto mai bagarre: “Vedo Juve e Napoli, poi due tra Inter, Roma,
Milan e Lazio. Fino a gennaio sarà una corsa a sei. Simone Inzaghi è bravo,
tiene la Lazio ai vertici malgrado una rosa meno forte delle altre. Il problema
sono le coppe. Vero che possono darti entusiasmo, ma quello non ti rimette in campo
i tre giocatori che hai perso giocando due volte a settimana”. In chiusura, un
commento sulla finale di Cardiff persa dalla Juve e su… Zidane: “Chi tifavo?
Zidane. La Juve proprio non potevo. Anche se l’avrei applaudita nel caso avesse
meritato di vincere. A Zizou voglio bene, non ho nulla contro di lui. E ne
approfitto per fargli i complimenti perché ha avuto l’intelligenza per toccare
i tasti giusti e creare quell’empatia tra grandi campioni che è la chiave dei successi
madridisti. Mi piace anche la sua famiglia, rimasta semplice e mai fuori posto.
Sono serissimo. Ormai siamo diventati grandi, non avrei problemi a fare pace
con Zizou. Non ci siamo mai sentiti, non sto a inseguirlo ma se capita
l’occasione sono pronto. Poi andrebbe chiesto anche a lui…”.