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Massimiliano Sambugaro, 400 km a piedi solo per conoscere Messi: “L’ho sfidato e ora voglio incontrarlo”

“Io, un pallone e davanti a me solo i chilometri”. Quattrocento circa. Da percorrere tutti a piedi con un unico obiettivo: incontrare Leo Messi. E’ il viaggio che ha iniziato Massimiliano Sambugaro, ex calciatore ed ora maestro di tecnica. Un innamorato del calcio, perché per lui il gesto tecnico è una forma d’arte. Qualcosa da vedere e rivedere. A rallenty magari, “così ammiri l’espressione del corpo. Questa, sì, è arte secondo me”. E qualcosa da provare e riprovare. Perché le capacità vanno sempre affinate, le doti accompagnate dall’allenamento.

Passo dopo passo, come il suo ‘pellegrinaggio’ partito da Romano d’Ezzelino, in provincia di Vicenza, verso Torino, dove arriverà proprio quel Messi – la prossima settimana per giocare contro la Juventus in Champions – che Massimiliano un anno fa ha sfidato a colpi di gesti tecnici. E’ bastato un video, in cui è riuscito a colpire cinque volte la traversa e poi a fare gol con una carambola dalla stessa verso un’altra porticina. “Ciao Lionel, me ciamo Sambu, son da San Giacomo e accetto la sfida”. Pubblicato. On line. E boom. Virale. Messaggi, complimenti, contatti da tutto il mondo, interviste dalla Francia e dalla Spagna: “E da lì è nata tutta questa storia – ha raccontato Sambugaro ai microfoni di GianlucaDiMarzio.com – tutto per divertimento. Ho iniziato ad avere seguaci sui social, e da allora rispondo a tutti i giocatori quando pubblicano i loro gesti tecnici”. Da Messi, appunto, a Vieri, da Matri a Higuain.

@leomessi @ghiguain20_9 @alessandro_matri_32 @alessandrodelpiero
Un post condiviso da Massimiliano Sambugaro (@massimilianosambugaro) in data:

Ecco perché da allora l’hanno definito ‘the Italian Messi’, ‘la risposta italiana a Messi’. E adesso? “Conoscerlo sarebbe come chiudere il cerchio. Lo ammiro come campione e come uomo. E sarebbe un’opportunità per me fantastica. E’ dura ma voglio arrivare fino alla fine e poi vediamo che succede”. Due minuti, non chiede di più: “Spero possa trovarli. Non gli chiederei di sfidarlo di nuovo, ma la maglia sì, da mettere poi nella bacheca della mia scuola di tecnica per i ragazzi che la frequentano. Poi la mia testa sarà di nuovo rivolta solo a loro. A farli migliorare, a passargli la passione del calcio e l’amore per il gesto tecnico. Qualcosa che possa servire per la loro carriera”.

Ex numero 10, un fantasista, che adesso affina le capacità tecniche dei giovani: “Sono un po’ controcorrente forse. A loro dico sempre: se non provi il tunnel vai in panchina! Devi saltare l’uomo. E’ il modo di vedere il calcio”. Il passaggio? No, è sempre la giocata da cercare. Maestro di tecnica da 7 anni, da quando ha appeso gli scarpini al chiodo, Massimiliano a sua volta ha avuto un maestro che gli ha trasmesso questa passione, quando era al Bassano: Djalma Santos, un due volte campione del mondo. Faceva anche lui il maestro di tecnica. Mi ha passato un calcio, quello brasiliano, in cui si cerca la bellezza della giocata. Era l’86 quando l’ho conosciuto, lui stravedeva per me”.

Un cammino che l’ha portato ad essere lui stesso ora un maestro. E il cammino, quello che sta continuando verso Torino, per raggiungere Messi come chiusura di un cerchio. Iniziato tutto con una sfida, un video. Per divertimento. Massi… da Messi. L’obiettivo di Sambu. Per lui e per i ragazzi della sua scuola che l’hanno salutato così, con la fiducia che possa riuscire a ottenere quello che vuole e con un consiglio: “Mister, ce la farai! Ma per tornare a casa poi prendi il treno!”.