Dentro la crisi del Manchester United: il BAU e ten Hag
Il Manchester United continua nel momento buio: di chi è la responsabilità?
A ten Hag non piace questa parola: “Crisi? Non per noi. Manteniamo la calma, sappiamo su cosa dobbiamo costruire”. Così aveva commentato dopo la sconfitta esterna contro il Newcastle. La stessa dopo la quale aveva bandito quattro giornalisti dalle conferenze stampa del Manchester United. La situazione appare tutto tranne che definita, come afferma l’allenatore. Ad aggravare un quadro pericolante, ci sono la sconfitta per 0-3 a Old Trafford contro il Bournemouth e l’eliminazione dalle coppe in seguito allo 0-1 contro il Bayern. Ora c’è la partita più importante della stagione, almeno per i tifosi, quella contro il Liverpool. AAA cercasi tranquillità.
Ed è impossibile trovarla, specialmente in Bruno Fernandes. È il capitano, dovrebbe essere un punto di riferimento. Eppure, tolte le due prestazioni sottotono contro Chelsea e Bournemouth, si è fatto squalificare proprio per la partita ad Anfield. Un giallo preso sullo 0-3 per gli avversari sapendo di essere in diffida è inaccettabile per il capitano del Manchester United. Ma le colpe non possono essere addossate solo a lui. La mancanza di serenità a Old Trafford e Carrington è un qualcosa di troppo grande per il solo portoghese.
Manchester United, la questione societaria
Partiamo dalla questione societaria. I Glazer, la famiglia che detiene le quote di maggioranza dello United e aspramente criticata da molti anni, nel novembre 2022 hanno annunciato la volontà di cedere il club. Festa grande per i tifosi dei Red Devils. Bene, ma chi lo prende? Perché alle porte per ora ci sono stati solo bluff e mancate proposte. L’unica offerta seria sarebbe quella di INEOS, già proprietari del Nizza, che prenderebbe il 25% delle quote dei Glazer e la responsabilità sulle operazioni calcistiche. Oltre un anno di stallo completo a livello societario. Il Manchester United sta andando avanti con il modello “Business as usual”, conosciuto come BAU. Niente di speciale, ma si tratta della normale esecuzione delle operazioni standard che però costituisce un problema verso progetti che potrebbero portare a cambiamenti. Cambiamenti che servono come il pane nello scenario United.
La gestione del mercato troppo “olandese”
Ci avevano provato nel 2021 a svoltare, quando Ed Woodward, storico uomo di fiducia dei Glazer, aveva rassegnato le dimissioni. Il ruolo di Director of Football era stato preso da John Mutough. Il suo problema? È troppo amico di ten Hag, stando a quanto raccontano le fonti di Manchester. E guardando gli acquisti delle ultime sessioni di mercato, più di qualche situazione conferma questa tesi. Sono stati spesi circa 310 milioni di sterline per Antony, Mount, Hojlund, Lisandro Martinez, Onana, Malacia, Eriksen, oltre agli acquisti in prestito di Weghorst e Amrabat. Non è così strano che diversi provengano dall’Eredivisie o che abbiano un forte background in Olanda.
Manchester United, ten Hag è l’uomo giusto?
Ed ecco perché la gran parte delle critiche si sposta anche verso Erik ten Hag. I tifosi, oltre all’eccessiva influenza sulle operazioni di mercato, gli recriminano anche la gestione dei vari casi spinosi affrontati. Primo tra tutti, Cristiano Ronaldo, cacciato dopo la famosa intervista a Piers Morgan dove ammetteva di non provare rispetto per l’olandese. Dopo di lui è venuto fuori il caso Greenwood, accusato di violenza domestica e stupro. Le accuse sono tutte cadute nel febbraio scorso, ma ten Hag lo manda via in prestito. Il più recente è quello di Sancho, ancora escluso dalla prima squadra, persino dalla mensa, e costretto ad allenarsi con l’Academy. E ora sembra che la stessa strada la stia prendendo con Rashford: punto fermo della scorsa stagione, ma dopo qualche partita sottotono messo ai margini della rosa. Fa riflettere come invece i suoi pupilli Antony e Onana, in evidente difficoltà entrambi, siano sempre titolari.
I tifosi del Bournemouth a fine partita gli cantano che sarà esonerato il giorno dopo. Anche le altre tribune di Old Trafford vorrebbero farlo. Ma la decenza dello stile Red Devils lo impedisce.