Locatelli, dagli oratori di Pescate a San Siro: stavolta niente scherzi, l’esordio in Serie A è realtà
“Scaldati Manuel, vai che entri tu”. Minuto numero 85 di Milan-Carpi: centrocampo decimato con le assenze di Kucka e Bertolacci ed eccola, finalmente, la prima chance di calpestare l’erba di San Siro in una gara ufficiale. Ultime indicazioni di Brocchi, “cinque” a Poli e via alle emozioni di un esordio che, inevitabilmente, resterà scolpito nella mente di una vita calcistica ancora tutta da vivere.
Locatelli e la prima presenza in Serie A, stavolta è tutto vero: pochissimi minuti sì, ma niente più scherzi, come in occasione dell’incomprensione tra panchina e Montolivo durante la gara tra Milan e Juventus. Loca era lì, a tre centimetri dalla riga del fallo laterale e con il quarto uomo al proprio fianco: lavagnetta luminosa in mano già programmata ed ingresso in campo alla prima interruzione di gioco. E invece… Piccola illusione, malinteso su un cambio mai chiesto dal capitano rossonero e magia del momento destinata a svanire, ma solo provvisoriamente. Perchè quel momento tanto atteso, dopo 12 panchine con la prima squadra, è finalmente arrivato.
73 sulle spalle, che sa tanto di somma tra due cifre destinate a regalargli una “10” tra qualche anno, e testa alta, sempre. Un po’ Pirlo e un po’ Montolivo, dicono, in attesa di testarne le qualità negli anni e ad alti livelli. Dalle partitelle con gli amici all’oratorio di Pescate all’Atalanta, passando per la trafila nel settore giovanile del Milan, l’attitudine è sempre la stessa: compasso aperto e via, a disegnare trame per far girare la squadra. Nato trequartista e cresciuto playmaker davanti alla difesa, del quale già Allegri, 4 anni prima, rimase stregato: stessa impressione destata a Brocchi prima, da inamovibile perno della Primavera rossonera più volte, e a Mihajlovic poi, ad un passo dal tentare l’esperimento Calabria-Donnarumma bis. E ora eccoli, San Siro e il Milan, a sua completa disposizione: un paio di scatti e poi il primo pallone toccato con un lancio in profondità di sinistro, in quella mediana terra di conquista, anni prima, del suo attuale allenatore. Con il quale ha condiviso oggi, con lo stesso umore ma in ruoli e modi diversi, la stessa emozione di un esordio alla “Scala del calcio”.
Linea di centrocampo a tre, con Montolivo e Bonaventura al suo fianco, e dieci minuti di gioco effettivi disputati: poco e nulla, ovviamente, per testarne un talento che avremo tempo di riammirare. Un paio di aperture sugli esterni, un cross fuori misura ed una bordata di fischi di San Siro a sancirne un esordio dolceamaro, ma non certamente per merito suo. Perchè gli unici applausi nel secondo tempo del “Meazza” sono arrivati soltanto per il suo ingresso in campo: con Manuel pronto a godersi, almeno per stasera, un bel momento della sua vida Loca. Da un oratorio di Lecco all’erba di San Siro, a 18 anni. Mica male. Per serate e, soprattutto, risultati migliori, ci sarà ancora tanto tempo più avanti. Quando le chiavi del centrocampo del Milan saranno, chissà, proprio in mano a lui.