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Lo stadio del Frosinone fra i 27 migliori al mondo del 2017. Il presidente Stirpe: “Io, gestore di un tesoro. Città e tifosi sono i proprietari”

Un castello incantato in Ciociaria. Imbattuto, fino a sabato scorso. Da cinque mesi, il “Benito Stirpe” accompagna il Frosinone e i suoi tifosi nella nuova ascesa al cielo. Un ruolino immacolato, 9 vittorie e 4 pareggi, sporcato per merito, o per colpa, del Perugia. Violato nell’anima e nel corpo, visti i danneggiamenti alla struttura causati dall’esuberanza dei tifosi ospiti. Un danno peraltro già in via di riparazione, grazie al tempestivo intervento economico del presidente umbro Massimiliano Santopadre.

Prima sconfitta, un dispenser divelto e un vetro rotto. Cicatrici di un weekend che rovina un po’ la scalata verso la promozione e la nomination dello Stirpe fra i 27 migliori stadi inaugurati nel 2017, secondo la classifica stilata dal sito specializzato Stadiumdb.com. Una grande soddisfazione, completamente inaspettata”, afferma ai microfoni di gianlucadimarzio.com il presidente Maurizio Stirpe. L’impianto, inaugurato il 28 settembre scorso, porta il nome di suo padre. L’imprenditore frusinate ne ha raccolto l’eredità alla guida del club. “Quel nome aumenta il senso di appartenenza e di responsabilità. Un motivo d’orgoglio, unito alla sana preoccupazione di riuscire a essere all’altezza”.

Volare alto. Parola d’ordine per una società che nel maggio del 2015 festeggiava la promozione in serie A nel vecchio “Matusa”, salutato in lacrime dopo l’amara uscita di scena nella semifinale playoff contro il Carpi. Come un pugile, il Frosinone ha assorbito il colpo di una delusione sportiva – la seconda consecutiva dopo la retrocessione – ed è ripartito. Una svolta prima di tutto “strutturale”. “Quest’impianto ci permette di competere ad alto livello. Due anni fa abbiamo beneficiato di una deroga. Fossimo rimasti nel massimo campionato, avremmo dovuto giocare la seconda stagione lontano da Frosinone. Adesso abbiamo creato le premesse per restare a lungo nel calcio professionistico”.

Costato 16 milioni di euro, il Comune lo ha dato in gestione alla famiglia Stirpe per 45 anni. “A noi spetta custodire questo tesoro, facendo in modo che la città possa fruirne nel modo migliore”. Anche quando il pallone non rotola. “Abbiamo pensato a una serie di iniziative per far vivere l’impianto anche lontano dalla partita. Questo avverrà sia attraverso il progetto Frosinone Village, un’area polifunzionale antistante all’impianto, che farà da polo di aggregazione e laboratorio di idee, sia attraverso l’organizzazione di concerti estivi”.

Una grande opera a disposizione dei cittadini locali, sempre più partecipi della rinnovata favola giallazzurra. Non solo metaforicamente: un milione e mezzo di euro raccolti attraverso “Frosinone bond”, pioneristica campagna di crownfunding sportivo lanciata sulla piattaforma Tifosy. I sostenitori finanzieranno le opere di completamento dell’impianto di viale Olimpia, ottenendo un interesse dell’8% per i prossimi 5 anni. Una parte cash – il 5% – e il restante 3% spendibile in abbonamenti, merchandising e iniziative collaterali. Una sorta di azionariato popolare a sostegno di un sogno “made in Frosinone”.

Stefano Vellucci è stato uno dei progettisti della nuova casa del club ciociaro. Ha passato giorni e notti nel cantiere, guardando crescere velocemente questo gioiellino. L’orgoglio del professionista, l’entusiasmo del tifoso. “La nomination fra i migliori 27 al mondo è un vanto speciale per tutti noi che ci abbiamo lavorato. Ad agosto, un centinaio di persone lottavano contro il tempo per ultimare la struttura. Tutta gente locale, come voleva il presidente. Un’esperienza bellissima: noi dentro il cantiere e una città che seguiva i lavori da fuori”.

Una delle più grandi opere degli ultimi 30 anni per tutto il territorio”, continua Vellucci. Dopo averlo visto crescere, oggi il progettista si gode lo stadio come uno spettatore qualsiasi. “Ogni weekend ci porto mia figlia. Nei suoi occhi leggo la stessa gioia che vedo in quelli dei tifosi. La loro gratificazione è la soddisfazione maggiore. Oltre a quella di vedere una squadra in testa…”.

Adesso resta da completare l’opera. Fuori e dentro metafora. “La promozione aiuterebbe a sistemare alcuni dettagli. Lo stadio è già tutto coperto, sul modello degli impianti inglesi, però mi piacerebbe aggiungere una copertura laterale della tribuna principale e rendere il Village un gioiello. Noi progettisti siamo abituati a realizzare le cose e a lasciare che siano gli altri a goderne. Beneficiarne è un’emozione in più”.

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Bisognerà aspettare la tarda primavera per capire che campionato ospiterà l’impianto “made in Frosinone”. Il prossimo 7 marzo verrà deciso chi vincerà il premio “The stadium of the year”. Non sarà il Benito Stirpe, escluso dai dieci finalisti. Troppo forte la concorrenza, dalla Mercedes Benz Arena di Atlanta, al Luzhniki di Mosca fino al Wanda Metropolitano di Madrid. Lo stadio frusinate resta in lizza per il premio del pubblico del sito specializzato stadiummb.com.

La Ciociaria sogna in grande. E di sicuro, fra i due, saprebbe quale traguardo preferire. Il 16 maggio del 2015, una città intera impazziva per i gol di Ciofani e Dionisi: Frosinone-Crotone 3-1, la prima ascesa al cielo. Tre anni dopo, i protagonisti sono sempre al loro posto. Oggi c’è solo un palcoscenico diverso: il teatro di un nuovo sogno.