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Gracias Maestro, è stato bello. Leeds saluta “el Loco” Bielsa

Intanto per la panchina dei “Whites” è pronto Jesse Marsch

Ha creato un’eredità (legacy, ndr), monitorando in prima persona la ristrutturazione delle infrastrutture del club, creando un’unione tra tifosi e giocatori, aprendo la strada della prima squadra ai giovani calciatori“. C’è qualcosa di non detto, nelle parole con cui il direttore sportivo del Leeds, Victor Orta, ha salutato Marcelo Bielsa, nel comunicato che ne decretava l’esonero. É la contrizione dell’addio forzato, il rimpianto per un amore che finisce, il morso sul labbro di chi ha dovuto fare in modo, senza volerlo, che la ragion di stato prevalesse sui sentimenti

Sedicesimo posto in Premier, 23 punti, 5 sconfitte nelle ultime 6 partite, addirittura 60 gol subiti, di cui 20 nelle ultime 5 partite, peggior difesa del campionato. L’idillio del “Loco” a Leeds era finito ormai da tempo, anche per via di qualche divergenza durante il mercato di gennaio. Eppure nessuno, nel West Yorkshire, ne dava la colpa a lui, l’uomo del miracolo, che aveva riportato i “Peacocks” in massima serie a distanza di 16 anni dall’ultima volta, rinverdendo l’unità d’intenti e l’entusiasmo svaniti da tempo in una delle piazze più storiche e titolate del Paese. 

 

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In piazza per il Loco

I tifosi dei “Whites” sono scesi in piazza per lui: bandiera argentina sventolante, musi lunghi, critiche sì, ma alla società, per il mercato, non certo a “Lui”. Andrea Radrizzani, il presidente del Leeds, l’ha definita “la decisione più difficile che io abbia mai preso“. Una decisione ancora più “folle” di quella con cui Bielsa fu ingaggiato nel 2018. Il Leeds di Heckingbottom veniva da un tredicesimo posto in Championship, a quasi 40 punti dal Wolverhampton primo. Radrizzani qualche anno dopo avrebbe raccontato: “Quando ho ingaggiato Marcelo Bielsa ho parlato con lui per 10 ore a Buenos Aires. Ma la prima cosa che mi ha chiesto è stata di migliorare il centro sportivo del Leeds. I giocatori posso formarli, mi ha detto, le strutture no. L’ho scelto per questo: è un perfezionista e gioca sempre all’attacco“.

Leeds ha scelto Bielsa, Bielsa ha scelto il Leeds, e l’Inghilterra. Due mondi all’apparenza così distanti, quello patinato del più ricco campionato del mondo e quello artigianale, la tuta e gli occhiali come strumenti di lavoro, del “Loco”. Eppure si sa, la Premier è un laboratorio permanente, è dove si sommano e si confrontano visioni del calcio opposte: uno come il Loco non poteva resistere alla tentazione, doveva provarci. 

 

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Scopritore di talenti

Così arriva prima un terzo posto, cui non segue la promozione, e poi la vittoria del campionato, nell’annata 2019-2020, con ben 93 punti totali e, soprattutto, un gioco entusiasmante. Pressing alto, a tutto campo, posizioni intercambiabili; il modulo, l’inconfondibile 3-3-1-3. Il primo anno di Premier allunga la luna di miele: il Leeds non rinuncia nemmeno a una delle caratteristiche che l’hanno portato fin lì, e conclude il campionato nella parte sinistra della classifica, al nono posto, con 59 punti, dopo aver a lungo aspirato all’Europa. Il grande merito di Bielsa è soprattutto quello di aver fatto crescere giocatori come Kalvin Phillips, “The Yorkshire Pirlo”, Patrick Bamford, l’attaccante strappato ad Harvard, Mateusz Klich, nazionale polacco, Illan Meslier, il classe 2000 con più presenze nei massimi campionati europei da due anni a questa parte. 

Il saluto di Phillips

Lo stesso Phillips, che grazie a Bielsa è diventato un titolare della nazionale inglese, ha dedicato al Maestro un pensiero tra i più affettuosi: “Grazie Marcelo per tutto quello che hai fatto per me. Hai visto in me quello che nemmeno io vedevo in me stesso. Mi hai fatto crescere come calciatore ma soprattutto come uomo. Ti auguro il meglio per il nuovo capitolo della tua avventura“. Ora Phillips, a meno di sorprese, verrà allenato da un altro scopritore di talenti, Jesse Marsch, ex di Red Bull Salisburgo e Lipsia. Ma nessuno potrà essere come Bielsa, quello che a bordo della sua Fiat esplorava l’argentina a caccia di talenti, quello a cui bastò un’occhiata alle ginocchia, mentre dormiva, per capire il potenziale di Mauricio Pochettino

 

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Un nuovo lessico

Il messaggio di Phillips, diffuso via Twitter, si conclude con un’invocazione in spagnolo, anzi in argentino: “Vamos Leeds, carajo“. Proprio la parola ripetuta ossessivamente da Bielsa mentre si trovava a cavalcioni sulle spalle di un suo calciatore, appena dopo aver vinto il Campionato di Clausura del 1992 alla guida del suo Newell’s Old Boys. A Leeds, insomma, hanno imparato un nuovo lessico, quello del Loco. Un vocabolario cui corrisponde una mentalità, un modo di vita; e questo nessun esonero potrà mai cancellarlo

Ha collaborato Gabriele Ragnini