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Lazio, ecco Castellanos. L’hombre biancoceleste: due colori per poter sognare

Valentin Castellanos è un nuovo calciatore della Lazio: la sua storia

Argentina, Cile e Uruguay, poi l’America prima della Spagna, ora anche l’Italia. Valentin Castellanos sa bene cosa voglia dire girare il mondo, lo ha sempre fatto in questi 25 anni, anche stravolgendo le regole che sembrano imposte dal suo ambiente: ha scelto la Major League Soccer per lanciarsi nel calcio che conta, ma adesso è un nuovo giocatore della Lazio. La punta argentina ha giocato con il Girona in prestito durante tutta l’ultima stagione: 13 gol nella Liga, uno in Copa del Rey e quella incredibile notte da sogno del 25 aprile scorso contro il Real Madrid di Carlo Ancelotti.

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Il ‘Tati’ – da quando ha pochi anni in casa lo chiamano tutti così, ma anche nello spogliatoio ora – si era tolto lo sfizio di segnare un poker contro i blancos, la squadra che stava per cedere il titolo di campione di Spagna. Qualcosa che era riuscito nella storia solo a Lewandowski in Champions o a Diego Milito nello storico 6-1 del Zaragoza in Copa del Rey nel 2006 contro il Madrid. In campionato, l’ultima volta era stato nel 1947 con Esteban Echevarria del Real Oviedo. Tanto basta a spiegare la pagina di storia scritta da Castellanos, che con l’Italia in realtà sembra avere già da tempo un conto aperto. Un anno fa, nel ritiro di Castel di Sangro in Abruzzo, aveva affrontato il Napoli di Luciano Spalletti in amichevole segnando l’unico gol dei suoi contro gli azzurri di quella partita. La Serie A l’aveva solo sfiorata, ora gli azzurri potrebbe incrociarli in campionato in un faccia a faccia tra la prima e la seconda dell’ultima stagione, l’occasione ideale per lasciare il segno.

 

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Cresciuto nel Barrio Santa Ana di Guaymallén con 4 fratelli e una sorella, il Tati è un attaccante sudamericano che rappresenta il mix perfetto della punta moderna, Castellanos ha dovuto lasciare casa più volte per convincere chi non gli aveva dato fiducia. A scoprirlo è stato Leopoldo Luque, compianto attaccante campione del mondo nel 1978, ma i provini da bambino con River Plate e Lanús non erano andati bene ed è partito dal campionato regionale con il Leonardo Murialdo. Nemmeno maggiorenne si sposta in Cile, dove giocherà con la maglia della U de Chile, ma ha poca continuità e nel 2017 viene acquistato dal Torque in Uruguay per la seconda divisione del paese.

 

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L’intuizione dell’allora allenatore Pomelo Marini lo portò a cambiargli ruolo dopo alcuni risultati negativi, ma fu la svolta: da esterno a prima punta, gol decisivi per la promozione e l’ennesima occasione della carriera. Il club uruguaiano viene acquistato dal City Group e nel 2018 si trasferisce in MLS, al New York City per raccogliere l’eredità di David Villa. Mica male. Nel campionato americano segnerà 50 gol in 106 presenze prendendosi le attenzioni dell’Europa. Spagna prima e Italia poi. L’ennesima valigia da fare, l’ennesima sfida da vincere lontano da casa per raggiungere un altro sogno, quello della nazionale: l’ultimo tassello, il primo vero obiettivo. L’albiceleste che porta gli stessi colori della Lazio: un sogno in due da rincorrere in Serie A.