La curva decentrata, la briscola e la felpa di Gattuso, la prima vittoria di Bisoli: Pisa, un sabato di (quasi) normalità
Finalmente l’Arena. “Si entra?” dice un piccolo tifoso al papà. La domanda non è banale, perché contro il Vicenza l’Arena Garibaldi apre di nuovo le sue porte. Dopo il “trasloco” ad Empoli, le porte chiuse e lo “sciopero” dei tifosi contro la Spal, quando solo 500 persone erano entrate dentro, a Pisa torna (quasi) la normalità. Torna il traffico intorno allo stadio, si riempiono i parcheggi di tifosi e non solo di turisti. Tornano le maglie rosse come il simbolo della città e le bandiere nerazzurre come la maglia della squadra. Tornano le code ai tornelli anche, perché le porte si riaprono per quasi tutti. 5500 persone al massimo, non una di più. Motivi di agibilità e sicurezza, gli oltre 10000 dei playoff di maggio sono per adesso ancora un ricordo. Ma torneranno e dovranno farlo: “I miei ragazzi hanno bisogno della loro carica, io mi carico anche giocando a carte con mio figlio”, aveva detto Gattuso in conferenza. Lui è l’ultimo ad entrare, lo fa con i giocatori a pochi secondi dal fischio d’inizio. A bordocampo c’è Lucchesi ad osservare la squadra che si scalda, intanto la Nord inizia a riempirsi. Ma solo da un lato, perché più di 400 in Curva non possono entrare e allora parte degli Ultras migrano in gradinata. Per solidarietà, gli altri, si avvicinano a loro e lasciano il centro del settore quasi vuoto.
I primi applausi sono per i portieri che entrano in campo per il riscaldamento, il primo boato è per il resto della squadra. “Quanto mancavano”, sussurra qualcuno in una tribuna ancora troppo vuota. Anche se ora che gli stipendi sono stati pagati e sono stati disposti gli F24 per gli altri pagamenti, Pisa ritrova un po’ di normalità. Tra mille difficoltà fuori dal campo ancora, ovviamente. Ma con il pubblico all’Arena, in attesa che sia piena come contro Maceratese e Foggia. Tamburi e cori si fanno sentire a dieci minuti dalla partita, la Curva è tornata e si sente. Soprattutto quando arriva Gattuso: la camicia dismessa da un paio di giornate, meglio tuta e felpa rossa (con le maniche tirate su). In panchina non si siede mai, dodicesimo in campo più che allenatore. Quasi rincorre Golubovic al primo passaggio sbagliato, trenta secondi e pure la felpa vola via. Poco prima del gol (annullato) al Vicenza, quando Gattuso si arrabbia perché il Pisa tarda a ripartire più che per la disattenzione difensiva. Fatica pure a stare nell’area tecnica tanta è l’adrenalina, la Nord lo carica e si vede. Soffre, quasi tutto il primo tempo. Perché il Vicenza attacca più del suo Pisa, poi all’intervallo butta dentro Mannini e il copione sembra cambiare. Ma come sempre… nel momento migliore arriva il gol del Vicenza: contropiede di Urso per Bellomo, palla dentro per Raicevic che batte Ujkani e regala la prima gioia a Bisoli. Gattuso è l’ultimo a mollare, ma alla fine deve farlo anche lui. I tifosi non bastano, seconda sconfitta all’Arena. In un sabato in cui comunque, a Pisa, sembra tornata (quasi) la normalità.