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Kurzawa: “Mi cercarono Ranieri e il Napoli. La mia carriera? Non è finita”

Layvin Kurzawa, ex difensore del PSG ora svincolato (imago)
Layvin Kurzawa, ex difensore del PSG ora svincolato

L’intervista dell’ex PSG Layvin Kurzawa a gianlucadimarzio.com

Rapido, scattante, pronto a tutto. Layvin Kurzawa è così anche nella vita reale, non solo con gli scarpini ai piedi e gli occhi fissi sui movimenti del pallone. E ce lo trasmette subito, non appena risponde con il suo miglior “Buongiorno”, che lo tradisce lasciando intendere il suo accento francese. A soli 32 anni, la bellezza di 20 titoli in bacheca, un’esperienza fuori dal comune e la voglia – tanta – di tornare di nuovo in campo dopo essere rimasto svincolato. La sua ultima squadra? Ovviamente il PSG

La mia carriera non è ancora finita, assolutamente. Non vedo l’ora di tornare in campo, è la cosa che mi manca di più – esordisce con tono fermo e deciso -. Ho voglia di mostrare a tutti quanti che Layvin è ancora qui, che ho ancora tanta voglia di fare bene. Può darsi che io non sia più il calciatore di 22 anni ma dalla mia ho molta esperienza che posso dare alla squadra”.

Ma non solo. “Ovviamente, posso contribuire anche con la mia qualità. Ho avuto la fortuna di giocare in grandi squadre e di conoscere degli allenatori molto forti: credo che questo giochi a mio favore. Ho tantissima voglia di continuare a giocare, fisicamente mi sento benissimo e mi alleno tutto i giorni senza problemi”. Dal sud della Francia, una carriera incredibile, che lo ha visto partecipe e protagonista del periodo d’oro del Paris Saint-Germain.

Un viaggio che tratta l’intelligenza calcistica di Thiago Motta, il lato umano di Ibrahimovic, la magia di Neymar… ma anche Sir Claudio Ranieri e il Napoli. Layvin Kurzawa, oggi nella grande famiglia Wasserman (agenzia a cui si affidano anche Dumfries, Stones e Vardy) si è raccontato a 360° a gianlucadimarzio.com.

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Kurzawa: “La Serie A mi appassiona. Napoli e Cagliari mi cercarono”

Una strada da tracciare. Quella sull’asse Francia-Italia. O meglio ancora Kurzawa-Napoli… e Claudio Ranieri. Perché? Lo rivela il difensore stesso. “Spesso si è parlato della Juve. Ma Claudio mi aveva chiamato quando era in Italia, so che era interessato perchè l’ho conosciuto al Monaco. Per me lui è come un secondo padre, con lui mi sono sempre capito molto bene. E quando era al Cagliari è stato interessato a vedermi ma io ero a Parigi e mi trovavo bene. Per il resto nessun contatto troppo concreto, a parte il Napoli. Mi chiamò il direttore sportivo Giuntoli, era molto interessato e intenzionato a prendermi 4/5 anni fa“.

Di futuro ne abbiamo già parlato. Ci sono le possibilità di poterlo vedere in Italia? “Sono un grande appassionato del campionato italiano, ho seguito con molta attenzione il periodo in cui la Juventus dominava e vinceva. Se devo dire dei nomi, mi vengono in mente Kaka, Ronaldinho, Pirlo, Gattuso al Milan oppure l’anno del Triplete dell’Inter di Mourinho con Eto’o e un giovane Balotelli. Ero un grande fan, per me in quel periodo la Serie A era uno dei migliori campionati al mondo con alcune delle squadre più forti in assoluto“. E aggiunge: “Seguo ancora il calcio, anche se non come prima (ride, ndr). Mi piace sia veder giocare alcuni amici e calciatori che conosco e mi piacciono, che le squadre. Se devo dirne due direi l’Inter per il gioco e la Roma”.

Layvin Kurzawa dopo la tripletta all'Anderlecht nel 2017
Layvin Kurzawa dopo la tripletta all’Anderlecht nel 2017

“Vi racconto la tripletta in Champions League e…”

Il francese ne ha visti di gol. Ma il suo ‘zampino’ non è mai mancato. Basti pensare al 31 ottobre del 2017, quando in occasione della sfida di Champions League contro l’Anderlecht, Kurzawa realizza una tripletta. E a distanza di anni resta l’unico difensore in grado di aver realizzato tre gol nella stessa partita in tale competizione. “Rappresenta qualcosa di unico, era il 2017 e adesso siamo nel 2025 ma nessuno è ancora riuscito a eguagliare o superare ciò che sono riuscito a fare io. Ne vado molto fiero, non sarà facile fare altrettanto: fa parte della mia storia“.

Ecco, proprio una storia. Quella già scritta e quella da programmare. Con la famiglia come punto di riferimento, a vita. “La maggior parte dei miei tatuaggi riguarda proprio lei. Ho un solo tatuaggio in rapporto con il calcio. Quando ero piccolino ero solito tirare le punizioni, e durante un torneo mi ricordo che ne tirai una e segnai. In quell’occasione mia mamma aveva fatto una foto e ho deciso di tatuarmela in bianco e nero sul braccio sinistro. Tutto il resto sono sia cose che mi piacciono nella vita, sia in rapporto con la famiglia con messaggi che hanno segnato il mio percorso“.

Un viaggio unico, inimitabile. Tra le stelle del calcio parigino e mondiale per quasi un decennio, arricchendo di anno in anno una bacheca oggi stracolma di trofei guadagnati con spirito di sacrificio e sudore. Un solo anno in Inghilterra, ma anche la decisione di dire “No” all’Italia. Layvin Kurzawa è questo, ma è anche molto altro. (CLICCA QUI PER IL RESTO DELL’INTERVISTA)

A cura di Davide Balestra e Simone Bianchi