Di nuovo l’Allianz: la parabola che Koulibaly non avrebbe mai voluto vivere
Difficile da digerire. Soprattutto se è in quello stadio avversario che ti aveva davvero consacrato alla Serie A. Aprile 2018: Kalidou Koulibaly riceve da calcio d’angolo il pallone della vita. Lui salta in mezzo all’area: si era sullo 0-0 in casa della Juventus. Lo stacco è imperioso, il colpo di testa pure: Buffon battuto e 0-1 per il Napoli. C’era Sarri in panchina e si portava a -1 da Allegri a quattro giornate dalla fine. Quel campionato, combattutissimo, non venne vinto. Ma il difensore era diventato l’eroe di giornata per i napoletani, l’eroe di una stagione.
Chissà se con il pensiero è andato proprio a quella notte, quando è tornato oggi sul campo dell’Allianz. Di certo non si poteva aspettare un epilogo così amaro. Perché segnare al 91’ un autogol decisivo (di nuovo su calcio piazzato) è probabilmente la cosa peggiore per un difensore. Il minuto era praticamente lo stesso, solo la porta era diversa. Era la sua. Colpisce con il piede per deviare in angolo un pallone velenoso calciato da Pjanic: dopo la rimonta del suo Napoli (dal 3-0 al 3-3), l’unica cosa da fare era difendersi senza perdersi in troppi giochi.
Questa volta, la concretezza non ha pagato. Lui si getta a terra, disperato. Quasi incredulo. Di quell’incredulità che colpisce chi non è abituato a sbagliare ma che probabilmente già sa di non essere stato brillantissimo per tutta la partita.
L’aveva decisa allo Stadium nel 2018 e il Napoli aveva alzato la testa. Ora, invece, si dispera. Ma il campionato è lungo e le possibilità di recuperare tante: un giocatore come lui non può (e non deve) perdere le certezze che ha sempre avuto. Sguardo basso, mani intorno ai fianchi: un guerriero piegato, protagonista involontario di una personalissima tragedia calcistica. I compagni lo consolano, Ancelotti lo assolve prima esplicitamente, poi implicitamente: “Deve solo mettersi a lavorare e stare sereno, recupererà in queste settimane con noi. Quando si prendono tanti gol non è mai colpa dei singoli o della loro qualità, ma del collettivo e della voglia di sacrificarsi”.
"È un autogol che mi fa male perché è arrivato dopo una rimonta incredibile. Mi dispiace ma devo, dobbiamo accettarlo: siamo forti. L’abbiamo dimostrato.
Lo dimostreremo". La parabola di Koulibaly (che affida il suo pensiero su Instagram) è tutta nelle immagini dei due gol a distanza di due campionati. Da eroe a antieroe per una notte. Ora dovrà (solo) alzare la testa.