Kean, il racconto della madre: “Lo chiamo Mosè, è stato un miracolo”
La madre di Kean racconta dei particolari inediti del figlio in un’intervista a Tuttosport. Svelando di aver ricevuto un regalo speciale dopo la firma del contratto con la Juve
E’ l’uomo copertina del nuovo corso della Nazionale di Roberto Mancini: Moise Kean, a segno contro la Finlandia, è diventato a 19 anni e 23 giorni il secondo marcatore più giovane di sempre della storia della Nazionale italiana (QUI per la classifica completa).
In un’intervista esclusiva rilasciata a Tuttosport, la signora Isabelle, madre di Kean, racconta alcuni particolari inediti legati al figlio: “Sono arrivata in Italia dalla Costa d’Avorio nel 1990, a Vercelli, dove sono nati i miei figli, Giovanni nel 1993 e Mosè nel 2000. Sa perché noi il piccolo di casa lo chiamiamo così? Perché la sua nascita è stata un miracolo. I dottori mi avevano detto che non avrei potuto avere altri figli, io piangevo e pregavo. Anche Giovanni mi chiedeva un fratellino. Una notte ho sognato Mosè, era venuto per aiutarmi e dopo quattro mesi sono rimasta di nuovo incinta”.
La signora Isabelle racconta poi il regalo ricevuto da Kean dopo la firma del suo primo contratto da professionista: “In casa di soldi ne entravano pochi, per 15 anni ho lavorato in una comunità riabilitativa, facevo spesso i turni di notte". Poi un giorno… "Mi ha chiamato alle 5 e mezza di notte, io stavo andando al lavoro a Nizza Monferrato. Mi sono spaventata, pensavo che gli fosse successo qualcosa. Invece mi dice “mamma, c’è una sorpresa per te”, io gli ho risposto “non dirmi che non hai firmato con la Juve”. E lui “no, mamma, ho firmato e tu da oggi non lavori più e vieni a vivere a Torino con me. il successo di Moise mi ripaga di tutti i sacrifici fatti in passato”.
“Il gol contro la Finlandia? Gli ho detto di continuare così, di ascoltare sempre l’allenatore e i compagni più grandi. Per una mamma è una grande soddisfazione vedere che lui ce l’ha fatta, che ha raggiunto livelli così alti, mai me lo sarei immaginato, soprattutto pensando da dove siamo arrivati”, ha concluso l signora Isabelle.