Juventus, Vialli: “Io che alzo la Champions? Quella foto inizia a darmi fastidio…”
“Io che alzo la Champions? Quella foto inizia a darmi fastidio…”. A distanza di quasi un mese Gianluca Vialli non riesce ancora a nascondere la delusione, perché sembravano esserci tutti i presupposti per vedere la Juventus campione d’Europa. E invece…
“E’ stata una partita strana, forse la peggiore della stagione juventina” – si legge nelle pagine di Tuttosport –“Ma ho avuto la sensazione che per la squadra non sia stata una sconfitta ma una lezione. Le reazione del club è sempre di gestione sensata e saggia. Credo che ci fosse molto ottimismo rispetto ad atre volte. E credo anche che fosse giustificato. Sembrava il giusto coronamento di un percorso e c’erano tutti i presupposti per vincere, sensazioni positive, segnali… La sconfitta, in questo senso, diventa più dura da digerire. Risse? Ho letto. E riso. E’ un modo di spiegare quello che a volte non si può spiegare. Ma non ci credo. Situazioni del genere a volte sono cercate dagli allenatori per accendere lo spirito della squadra. Cioè, se anche fosse successo non avremmo visto quel secondo tempo, ma una squadra più cazzuta. Mi sembra che quello della Juventus sia un gran gruppo e che la società non abbia mai avuto paura di gestire le situazioni più spinose con trasparenza, vedi il caso Bonucci a Oporto“.
Maledizione finale? Non esiste: “No. E sarebbe stupido pensarlo. Non c’è un filo conduttore fra le finali perse. Piuttosto la pressione dell’ambiente e il pessimismo dei tifosi può incidere negativamente. E’ per questo che devono rimanere solo quelli che ci credono davvero. Alla Juventus c’è un ambiente per il quale l’allenatore deve operare meno che altrove sul fronte delle motivazioni. Alla Juventus qualsiasi cosa ti spinge alla vittoria: l’aria che respiri nello spogliatoio, quello che ti dicono i tifosi, le parole dei dirigenti, la sensazione che hai quando sali sul pullman o quando metti quella maglia, tutto ti dice: vinci! E’ un po’ come quando arrivi in un Paese straniero e percepisci una cultura diversa. Non la sai spiegare, ma la senti, quasi la tocchi“.
Su Zidane:“Mi ha stupito: se i Galacticos diventano anche dei furbacchioni a livello tattico, italianizzandosi diventano quasi imbattibili! Zidane è davvero bravo, è umile. E agisce con umiltà e saggezza. Conosce bene l’ambiente dove lavora e non dà niente per scontato. Mi piace anche quando parla: ci sono allenatori che non mancano mai di sottolineare i loro meriti e dire che se i risultati non arrivano è perché non possono migliorare i giocatori, Zidane mi sembra diverso…“. Mercato bianconero: “Mi sembra giusto puntare su giocatori come Douglas Costa e Bernardeschi. Dribbling e tiro secco, velocità e qualità, cross: gente che rompe la partita. Sono buone scelte anche in chiave Champions. Poi sono dell’idea che i gol si facciano in mezzo, ma le partite si vincono sulle fasce. Per coprire bene tutte e due i sistemi credo che ci voglia ancora un bel centrocampista, un’aggiunta importante da sommare a Khedira, Marchisio e Pjanic. E poi, credo, sostituire Dani Alves“.
In chiusura d’intervista Vialli elegge il suo erede in bianconero: “La Juventus non ha bisogno di rivoluzioni, l’impianto è straordinario. E credo che la dirigenza meriti fiducia dopo gli ultimi anni. Schick? Credo che la Juventus avesse la necessità di trovare un giocatore come lui sia a livello numerico che qualitativo. E devo dire che Schick è pure giovane e ha margini di miglioramento notevoli: può fare due ruoli, il vice Higuain e il vice Dybala. E poi diciamocelo quelli che arrivano dalla Samp di solito son bravi!”.